(Salvatore Augello) Sono otto le leggi che restano al palo, a causa della impossibilità dell’Assemblea Regionale Siciliana a trattarle prima della chiusura estiva, leggi che spaziano in campi diversi, dalle cave, all’assestamento di bilancio, dal rendiconto, alle deroghe urbanistiche per i campi di golf, dalle misure per rafforzare la sicurezza sul lavoro, alle disposizioni sul credito agrario e a favore delle cantine sociali, per finire agli aiuti finanziari dei comuni di Palermo, Catania e Messina, che si trovano sommerse dai debiti. Su questa impossibilità di portare le leggi in aula, il Presidente dell’ARS On. Cascio, attacca il Presidente della Regione On. Lombardo, accusandolo di non avere avuto la forza di imporre ai suoi assessori di presentarsi in aula al momento della trattazione, per cui spesso e volentieri si è reso necessario disdire la convocazione ed indirne una successiva, spesso senza esito positivo. dice Cascio: “abbiamo approvato tre leggi….. ma ho l’obbligo di ricordare che altre otto leggi erano pronte e non sono andate avanti per esclusiva responsabilità del governo, che ne ha chiesto il ritiro o non si è presentato in commissione”. Lombardo, reagisce accusando Cascio di eccessiva difesa dell’Assemblea, ma nello stesso tempo, dimentica che “il governo è impegnato in un azione difficile e duramente contrastata di razionalizzazione della macchina regionale, con una particolare attenzione alla situazione finanziaria” Una situazione tutt’altro che semplice da capire, nella quale ognuno, cerca di scaricare sull’altro la responsabilità per un Parlamento costretto a non potere espletare le proprie funzioni istituzionali. Sta di fatto, che sono parecchie le cose che si intrecciano e che condizionano il normale funzionamento delle istituzioni. Dal numero degli assessore che Cammarata darà nella Giunta di governo della città di Palermo all’MPA, alle risposte che Berluscno da o deve dare a Lombardo a livello romano, dagli assetti interni in città come Catania e Messina, che hanno rinnovato i Consigli comunali ed i sindaci, a quello relativo alle province conquistate dal centro destra in occasione delle ultime elezioni: Enna, Siracusa, Catania, Trapani, Palermo, Caltanissetta, Agrigento. Tutti motivi di trattativa globale della gestione del potere, della ripartizione del “bottino”, della divisione di cariche assessoriali o di posti di sottogoverno, di poltrone alla guida di enti vari al semplice componente di un consiglio di amministrazione. Una trattativa certamente non facile, che pesa sulla gestione globale della cosa pubblica, impedendo il normale funzionamento di enti ed istituzioni. In questo quadro d’insieme, si arriva a bloccare il Parlamento, a bloccare il normale flusso di leggi da approvare e di cui il popolo siciliano ha bisogno, di ammodernamento della stessa macchina burocratica della regione, che necessita di opportuni aggiustamenti. Nella polemica politica, si inserisce anche l’opposizione, per bocca del Presidente del gruppo all’ARS del PD, On. Antonello Cracolici, che attacca il governo, accusandolo di avere prodotto “il vuoto assoluto”. Su 173 disegni di legge presentati dall’inizio della legislatura , dice Cracolici, solo otto sono di iniziativa governativa. Uno è stato approvato e prevede lo stanziamento dei fondi per emanare il bando dei collegamenti marittimi per le isole minori. Sorte diversa hanno avuto altri due disegni di legge: uno che prorogava di sei mesi il servizio del 118 e l’altro che parlava dell’assunzione delle vittime di Mineo, sono caduti durante l’iter parlamentare. Altri provvedimenti sono fermi in commissione, altri ancora, annunziati, non sono mai arrivati nelle commissioni. Un bilancio proprio magro, se si pensa che contro di esso non solo si schiera l’opposizione, ma si schierano anche personaggi di rilievo della maggioranza come Cascio, come abbiamo visto, Formica e qualche altro. Ora arriva la pausa estiva. La speranza del popolo siciliano, a questo punto non può che essere quella, che il governo ed il suo Presidente, invece di muovere guerre sante contro Garibaldi ed il risorgimento italiano, invece di accusare Berlusconi di non averlo invitato alla riunione del Consiglio dei Ministri, quando si decidevano provvedimenti che riguardavano la Sicilia, finalmente riesca a raggiungere un chiarimento interno. Solo così, sarà possibile avviare una politica degna di questo nome, che serva a risolvere i molti problemi di un popolo che deve fare i conti con un progressivo aumento della soglia di povertà, con una continua quanto costante fuga di cervelli, con una ripresa dell’emigrazione e con il grave problema dell’immigrazione che resta sotto gli occhi di tutti. Non ci resta che dire: speriamo che le ferie estive portino cosiglio.