Continua a Catania la polemica su quello che Stancanelli ha definito il partito del dissesto, riferendosi alle denuncie che ci sono state in questo periodo, denunce che parlavano del grande buco lasciato dall’amministrazione Scapagnini e del fatto che la città ha rischiato il dissesto, se l’intervento provvidenziale di Berlusconi, che ha posto rimedio ai danni del suo medico personale, assurto alla dignità di sindaco di Catania per diversi anni. Le denunce più pesanti, sono venute da tre direzioni ugualmente importati: l’Università con il Professore Maurizio Caserta, la Chiesa con il sacerdote Salvatore Recca e la politica con Orazio Lincandro. Sono questi i nomi di spicco che si sono opposti alla teoria di Stancanelli, sostenendo, a ragione, che il partito del dissesto andava individuato in chi per tanti anni ha retto le sorti della città etnea, ossia nel centro destra, schieramento del quale lo stesso Stancanelli è parte importante. Ma la loro battaglia, forte, anche se parecchio solitaria, non ha trovato supporto adeguato negli ambienti di appartenenza. “Siamo stati sommersi da una coltre di silenzio”, dicono i tre, che pure continuano la loro battaglia contro un sistema di potere, che ha portato alle stelle i costi dei servizi a richiesta individuale, che ha portato al 6,90% l’ICI per le seconde case, che ha causato la paralisi della, città, sommersa dall’immondizia, mettendo a rischio la stesa salute dei cittadini. Questa denuncia forte, assieme al fatto che il sindaco, invece di razionalizzare la spesa, continua a dare incarichi esterni d’oro dato consulenze e stipulato un contratto al Direttore Generale per 260.000 euro l’anno, è venuta fuori ad un incontro promosso dai tre, alla fine del quale, hanno rinnovato l’invito al sindaco ad un confronto pubblico su questi drammatici problemi.. (S.A.)