pubblici andrebbero privatizzati. Affermazioni confermate a un noto quotidiano nazionale anche dal sottosegretario con delega alla salute, Ferruccio Fazio, e dallo stesso ministro alla Salute, Maurizio Sacconi, durante il question time. “Berlusconi – dice Burtone – parlando di contenimento della spesa ha citato, tra l’altro, il caso Sicilia, dimenticando che il collasso della sanità siciliana è esclusiva responsabilità del centro destra che da decenni amministra la regione. Il sistema sanitario nazionale – ricorda Burtone - registra, accanto alle note disfunzioni, anche molteplici punte di eccellenza dislocate su tutto il territorio nazionale, dimostrazione che la gestione pubblica può essere altrettanto efficiente, produttiva e attenta alle esigenze del cittadino paziente. Il piano di rientro sanitario – sottolinea Burtone - prevede in Sicilia il taglio di 5700 posti letto e questo senza che si sia pensato al potenziamento di cure primarie, medicina di famiglia e assistenza domiciliare. La confusa previsione di una commistione pubblico-privato, confermata dal ministro Sacconi, in alcune realtà aumenterebbe i limiti, alzerebbe i costi economici e sociali e aprirebbe varchi di iniziative speculative. La saggezza popolare insegna: la salute prima tutto. A cominciare da quella del Presidente del Consiglio che per curare un semplice mal di schiena è volato in Umbria, in una struttura privata, con un elicottero della protezione civile pagato con i soldi dei contribuenti italiani. Peccato che così non possono fare milioni di italiani ai quali si prospetta un ridimensionamento della sanità pubblicaâ€. “Tutto questo alla faccia dell’articolo 32 della costituzione che garantisce il diritto alla salute. La logica delle privatizzazioni, si pensi agli Stati uniti, produce solo guai. Negli Usa – sottolinea Burtone – molti anziani sono costretti a lavorare per avere una copertura sanitaria o a vendere la casa comprata con i sacrifici di una vita per pagarsi costose cure mediche. I costi delle assicurazioni private aumentano e di pari passo cresce l’esercito dei non assicurati, che si calcola passeranno dai 49 milioni del 2005 ai 56 milioni del 2013. Statistiche recenti confermano, tra l'altro, che circa 18mila persone ogni anno perdano la vita perchè non possono permettersi delle cure adeguateâ€. (fonte cronaca oggi)