(ANSA) Qualcosa da quando mio marito è morto è stata fatta, certo c'é stata una sottovalutazione della violenza negli stadi e la violenza c'é ancora, e sicuramente

per me e la mia famiglia resta un dolore inconsolabile". E' il bilancio, a due anni della tragedia, di Marisa Grasso, vedova dell'ispettore di polizia Filippo Raciti ucciso il 2 febbraio 2007 in occasione del derby Catania-Palermo. Se ancora molto c'é da fare contro la violenza negli stadi, secondo l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive la realtà da due anni a questa parte è migliorata: tutti gli stadi sono oggi a norma e il bilancio del girone di andata del campionato in corso rileva una forte diminuzione di incidenti, feriti e arrestati. Rispetto allo stesso periodo del campionato 2007-2008 l'Osservatorio ha rilevato un aumento del 10,7% degli spettatori, la diminuzione del 66,1% di feriti tra i tifosi, del 41,3% tra le forze dell'ordine e una diminuzione del 53,59% di persone arrestate. Inoltre sono stati 28 mila in meno gli uomini delle forze dell'ordine impiegati nei servizi di controllo fuori e dentro gli stadi. La morte di Raciti, dunque, può essere considerata uno spartiacque importante. Per l'omicidio dell'ispettore di polizia si stanno celebrando due processi per concorso in omicidio volontario a Antonino Speziale, davanti al Tribunale per i minorenni perché l'imputato all'epoca dei fatti aveva 17 anni, e Davide Micale, davanti alla Corte d'appello. Secondo l'accusa i due avrebbero lanciato a mò di ariete un sottolavello in lamiera che avrebbe ferito mortalmente al fegato l'ispettore di polizia. I due imputati si proclamano innocenti. Intanto Catania non dimentica e domani ricorderà Raciti con due iniziative: una messa celebrata dall'arcivescovo Salvatore Gristina, su iniziativa del neoprefetto Domenico Pinzello, e successivamente l'intitolazione all'ispettore del piazzale antistante la tribuna B dello stadio Angelo Massimino. "Domani sarò presente alle cerimonie a Catania che lo ricorderanno - annuncia la vedova Raciti - anche perché sono certa che a mio marito avrebbe fatto piacere. Il bilancio di due anni è che io e miei figli abbiamo scoperto una realtà drammatica e impensata, che siamo stati capaci di non suicidarci ma di andare avanti per sopravvivere. Adesso dobbiamo cercare di vivere accettando questo dolore, che farà parte per sempre della nostra vita". Marisa Grasso ha ricevuto stamattina una telefonata del neoquestore di Catania, Domenico Pinzello, che si è insediato proprio oggi: "mi ha fatto piacere - rivela la vedova Raciti - é stato un contatto istituzionale cordiale e affettuoso che ho molto apprezzato".