(Fonte: ansa) Il clan dei Madonia imponeva il racket a diverse imprese che lavoravano nel nisseno. Dall'indagine "Atlantide-Mercurio" emerge come i carabinieri hanno accertato un'estorsione imposta ad un consorzio temporaneo di imprese di Paternò (Catania), impegnato nei lavori di realizzazione di un parcheggio all'ospedale di Gela. La riscossione della "messa a posto" era stata intermediata da Vincenzo Salvatore Rapisarda, indagato in questa inchiesta, che é figlio di un noto esponente di vertice del clan Laudani di Catania. Secondo l'accusa Rapisarda, per conto di Carmelo Barbieri, arrestato stamani e ritenuto il reggente del clan Madonia, e Marcello Sultano, quest'ultimo già rappresentante della stidda gelese ed attualmente collaboratore di giustizia. L'impresa catanese, oltre a pagare il "pizzo", sarebbe stata anche costretta a rifornirsi di calcestruzzo per la realizzazione del parcheggio a Gela dalla ditta di Gianfranco Sanzone (sottoposta a sequestro preventivo), la quale provvedeva alla riscossione del "pizzo", anche con il sistema della sovrafatturazione.