Che sia per resistere al piano di rientro predisposto dall’Assessore Regionale alla Sanità Massimo Russo, oppure per dare man forte alle strutture private che hanno visto

 ridimensionare il baget ad esse destinato per il 2008, ma che prevede ridimensionati anche per il 2009, sta dui fatto, che le strutture pubbliche che non si aspettavano un tale aumento di richieste di diagnostica, sono in tilt. Chi ne fa le spese, sono gli utenti, che come la signora Trovato di Acireale, che necessita di una mammografia, si è vista rispondere dal centro unico per le prenotazioni, che se ne parla nel mese di febbraio del 2010. No, non è un errore, è la triste realtà di una paziente che rivolgendosi alla struttura pubblica per un esame urgente, che in ogni caso deve ripetere ogni anno, per prescrizione del medico, perché ritenuta soggetto a rischio, si sente rispondere che la prima disponibilità è dopo 14 mesi. Assurdo, direte voi, come lo diciamo anche noi, ma la realtà purtroppo è questa, a fronte della necessità di un maggiore utilizzo della struttura pubblica, cosa certamente positiva, ci troviamo di fronte ad una risposta molto limitata, anche per mancanza di macchine sufficienti a soddisfare la richiesta, suddivise nelle varie strutture sul territorio. Anche se l’ASL 3 di Catania comunica che sta provvedendo all’acquisto di nuovi macchinari, resta il fatto, che risulta ancora difficile superare un modo antico di concepire la sanità in Sicilia, dove il ricorso alle strutture private è sempre stato eccessivo e dove diventa problematico rivolgersi a quelle pubbliche, perché non sufficientemente dotate. (S.A.)