AD ACI CASTELLO IL 9 SETTEMBRE, SFOGLIANDO LE PAGINE DELL’ANTIMAFIA, SI CONCLUDE “LA FORTEZZA DEL LIBRO” ACI CASTELLO,

Si chiude martedì 9 settembre,alle 19.30, nella terrazza del Castello Normanno di Aci Castello, la prima edizione de “La fortezza del libro”: l’evento organizzato dal Comune di Aci Castello, in collaborazione con la Provincia Regionale di Catania e il Teatro Stabile. L’ultimo appuntamento ospiterà l’autore Giuseppe Ayala che siederà accanto a Enzo Bianco (nella foto) per spiegare al pubblico siciliano che “Chi ha paura muore ogni giorno”. Questo infatti è il titolo del libro scritto dal magistrato siciliano (edito Mondadori) sui fatti di mafia, che restituisce al lettore un mondo complesso di cui si percepiscono odori, parole, immagini di morti, la scia di dolore e rabbia lasciata non solo nei parenti più prossimi ma in tutti quelli che non si arrendono allo status quo. Giuseppe Ayala, che fu grande amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, descrive il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata. Oltre che il racconto di una grande amicizia e il crudele resoconto di una guerra non ancora vinta, le pagine del libro contengono qualcosa di più raro e di più atroce: la testimonianza di un sopravvissuto. L’autore ha rappresentato la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta) e ottenendo una serie di condanne che fecero epoca. Fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo le prime condanne, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Il racconto si apre negli anni '70 con Ayala, giovane avvocato del Foro di Palermo, che passa in magistratura e arriva, nel 1981, alla Procura di Palermo dove per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, ma anche sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi. La presenza di Ayala all’interno dell’iniziativa culturale “La fortezza del libro” ne descrive la precisa posizione, contro tutte le mafie, perché raccontare quegli anni serve a ricordare che la lotta non è ancora finita, e che la mafia più silente di oggi non è meno pericolosa di quella sanguinaria di allora.Non esiste la «vecchia mafia» e la «nuova mafia». Esiste la mafia - sottolinea Ayala - che però è cambiata nel tempo perché si è adattata ai cambiamenti dell'economia e della società in genere. Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. A parlarne con Ayala sarà il senatore Enzo Bianco, un politico militante sin dagli anni ’70 che ha vissuto la “cosa pubblica” siciliana tra le più alte cariche. Due volti che hanno molto da raccontare, ripercorrendo gli anni più difficili tra le pagine del libro “Chi ha paura muore ogni giorno”, per arrivare fino ai giorni nostri. “Si conclude così – commenta il sindaco di Aci Castello Silvia Raimondo - la prima edizione de “la Fortezza del libro” che, dopo aver ospitato il Premio Strega 2008, Paolo Giordano con l’avvocato Antonio Fiumefreddo e il cantautore Edoardo Bennato, a confronto con Pietrangelo Buttafuoco, sceglie in chiusura di mettersi in discussione superando gli argini della cultura fine a se stessa per affrontare, insieme a Enzo Bianco e Giuseppe Ayala, il tema della mafia”.