Come annunciato, i gestori di impianti AGIG, collegati alla società petrolifera nazionale ENI, scendono in agitazione, data la sordità

 della società di rivedere i margini di commissione alla pompa, che attualmente è di 0,4 centesimi di euro al litro. La Federazione Italiana Gestori impianti stradali e carburanti (FIGISC), ha annunciato che non intende piegarsi alla posizione dell’ENI, società a capitale pubblico, che si rifiuta di rinnovare l’accordo economico scaduto da due anni, sul quale si pensava di avere raggiunto un accordo che poi è saltato. La scusa addotta dall’ENI della congiuntura sfavorevole del momento, appare chiaramente pretestuosa, a giudicare dai guadagni fatti dalle compagnie petrolifere, le uniche che hanno avuto modo di lucrare sui prezzi del petrolio e sull’andamento del prezzo alla pompa, che è subito salito appena è arrivato un aumento del petrolio, ma che di pari passo non è sceso di fronte ad un dimezzamento del prezzo al barile. Domani, i gestori dei 77 impianti AGIP di Catania e provincia, si riuniranno in assemblea per decidere il da farsi, visto che la prima conseguenza è quella di grave rischio per i 300 posti di lavoro, che compongono la categoria. (S.A.)