Collaborazione e opposizione costruttiva, purché ci sia confronto. Sono questi i concetti chiave con i quali il centrosinistra dichiara di voler lavorare a Palazzo Zanca

 e in consiglio comunale in particolare. Il famoso “dialogo”, più volte invocato ai piani alti della politica nazionale e così poche volte applicato nella pratica di tutti i giorni, può essere a Messina un modo per superare barriere di colore politico e avviare un nuovo percorso nell’affrontare le continue emergenze della città. I gruppi consiliari del centrosinistra, da “Con Francantonio per Messina” (dal suo capogruppo Giorgio Caprì, nella foto, è partita l’iniziativa) a “Genovese Sindaco”, da “Popolari Riformisti Socialisti” a “Ricostruire Messina” fino al Pd, lanciano questo segnale forte nei confronti della maggioranza ma soprattutto del sindaco Buzzanca, con riferimento in particolare al futuro dei servizi sociali. Proprio dall’ultima, decisiva riunione di lunedì nella quale si è sbloccata la situazione prende spunto la lettera scritta dai consiglieri al sindaco e al presidente del consiglio comunale Previti. Una riunione che ha trovato l’approvazione del centrosinistra «perché corrispondente a quanto da noi sostenuto e richiesto in ogni sede. Diamo atto al sindaco, quindi, di aver fatto la scelta più giusta a tutela delle fasce più deboli della nostra città, siano essi assistiti che operatori». Rimane il fatto che «il futuro dei servizi sociali in genere deve essere rivisitato completamente, e soprattutto valutato alla luce di quanto previsto dalla legge 328/2000», dunque i consiglieri invitano il sindaco «nel rispetto dei reciproci ruoli istituzionali e politici, a voler continuare sin da subito, visto il tempo limitato, la strada intrapresa in occasione dell’ultima urgenza, ovvero attraverso il confronto e l’interlocuzione con i capi gruppo consiliari e più in generale con l’intero consiglio. Riteniamo infatti che il contributo e la collaborazione forniti dagli stessi e per ciò che ci riguarda particolarmente da noi capigruppo di minoranza, costituisca il precedente e sia la dimostrazione che il consiglio comunale a prescindere dal colore politico, deve avere la possibilità di un confronto approfondito, e che se messo in condizione di essere propositivo è in grado di sviluppare idee e fornire preziosi contributi». Se però il sindaco dovesse rivelarsi sordo a queste richieste, «non ci priveremo attraverso iniziative diverse di elaborare e proporre un nostro modello di organizzazione dei servizi sociali della nostra città». (fonte tempo stretto)