SIAMO PERSONE, SIAMO UN POPOLO, AMIAMO LA DEMOCRAZIA E PROTESTIAMO CONTRO BANALITÀ E BANALIZZAZIONE DELLA DIGNITÀ UMANA E DI GENERE.

La comunità italiana a Monaco di Baviera, le donne, gli uomini di oggi e di domani partecipano alla manifestazione organizzata dal DGB Bayern e la Gleichstellungsstelle der Landeshauptstadt München - Ufficio per le pari opportunità della città di Monaco di Baviera - ed a fianco dell'ASF - Gruppo di lavoro delle donne socialdemocratiche, SPD - alla celebrazione della Festa Internazionale della Donna che avrá luogo il 19 marzo 2011. Sotto il motto "Se non ora quando" lanciato dal comitato 13 Febbraio, che ha organizzato in Italia e nel mondo già numerose manifestazioni per la difesa della dignità delle donne, delle persone, di un intero popolo, quello italiano, vogliamo in questo importante giorno esprimere la nostra distanza da ogni forma di banalizzazione. Il comportamento oltraggioso della dignitá della persona, delle Istituzioni e della Democrazia, del nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, fomenta ed alimenta i sempre più numeroasi pregiudizi e stereotipi delle comunità internazionali rispetto agli Italiani. Non ci piace lo stereotipo "Italiani, brava gente", come nemmeno quello "Italia = Mafia" nè tantomeno "Tutti gli Italiani votano Berlusconi". Il popolo italiano è un popolo che sa ancora e vuole ricordare a se stesso e al mondo cosa siano sobrietà e serietà, laboriosità e semplicità, affezione alla Democrazia, alle Istituzioni, alla Patria e all'Unità d'Italia, alla Costituzione Italiana. La banalizzazione demolisce tutto ciò, i nostri valori essenziali. Per questo oggi vogliamo portarli in piazza, tutti insieme per la dignità di un popolo, del NOSTRO popolo! (Daniela Di Benedetto)

GOLF: SICILIAN OPEN; TRANCHIDA, ISOLA PUNTA SU SPORT EMERGENTI

PALERMO  - "Il Sicilian Open Golf, che si e' aperto oggi a Ragusa, sara' un punto di richiamo per gli appassionati di questo sport, che nel mondo sono sempre piu' numerosi. Grazie al suo clima e alla diffusione dei campi da golf, oggi sono 5 e presto diventeranno 7, la Sicilia e' pronta ad accogliere anche la presenza di campioni di fama mondiale, proiettando cosi' l'Isola, a pieno titolo, nel circuito golfistico internazionale". Lo dichiara l'assessore regionale per il Turismo e lo Sport, Daniele Tranchida. "La Sicilia - ha continua l'assessore - punta sugli sport emergenti, come il golf, l'equitazione, la vela per affermare l'immagine di una Regione in grado di organizzare e ospitare eventi sportivi di grande livello. La Sicilia infatti ospitera' a breve il Jumping tour di equitazione e i Giochi delle Isole". (sl/fdp)

ITALIA 150: ARMAO, BENE RICHIAMO DI NAPOLITANO A FEDERALISMO SOLIDALE

PALERMO - L'assessore regionale per l'Economia, Gaetano Armao, componente del Comitato nazionale dei garanti delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, ha partecipato oggi pomeriggio, in rappresentanza del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, alla seduta congiunta di Camera e Senato che si e' svolta alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per celebrare i 150 anni dell'Unita' d'Italia. "E' di straordinaria importanza - ha affermato Armao - che il presidente Napolitano abbia voluto sottolineare la centralita' del divario tra Nord e Sud e le grandi potenzialita' del Mezzogiorno per lo sviluppo complessivo dell'Italia. Il federalismo, non solo finanziario, e' coerente, infatti, con i fondamenti costituzionali, solo se contribuisce a rafforzare la coesione solidale del Paese". (fi/gm)

VENERE: LA SCHEDA; DAL RITROVAMENTO, AL FURTO, AL RITORNO

PALERMO - La "Afrodite" o Venere di Morgantina fu trafugata nel sito archeologico nei pressi di Aidone (En), tra il 1970 e il 1980, verosimilmente in localita' San Francesco Bisconti, area contrassegnata dalla presenza di sacelli arcaici (piccole aree recintate e senza coperture, situate intorno ad un altare) e da rinvenimenti di frammenti di statue in terracotta a grandezza naturale. Agli inizi degli anni '80 la statua, tranciata in tra parti, fu venduta dal ricettatore ticinese Renzo Canavesi al londinese Robin Symes, che nel 1986 la rivendette al Paul Getty Museum. L'accordo siglato a Roma, il 25 settembre del 2007, tra il ministero dei Beni Culturali, l'assessorato dei Beni culturali della Sicilia e il Getty ha concluso la lunga e complessa vicenda giudiziaria e diplomatica. Il museo americano ha riconosciuto la fondatezza dell'azione del Governo italiano grazie anche alle analisi che hanno dimostrato che il tufo dal quale la statua e' stata ricavata proviene dall'area archeologica del fiume Irminio. La Venere e' alta 2,20 metri e si presenta con il corpo panneggiato e con tracce di pigmenti rossi, blu e rosa. Per le parti nude del corpo - viso e braccia - e' stato utilizzato marmo bianco dell'isola di Paro. Per l'uso di diversi materiali, la tecnica utilizzata e' la "pseudo-acrolitica", gia' sperimentata in Magna Grecia e soprattutto in Sicilia, anche per la realizzazione delle metope del tempio E di Selinunte (450 a.C.) Il rendimento del corpo e del panneggio rivela profonde influenze dello "stile ricco" e potrebbe essere stata scolpita in Sicilia da un artista attico della cerchia di Fidia. Essendo lavorata da tutti i lati la statua fu realizzata per essere esposta al centro di un ambiente, a tutt'oggi non identificato. Il confronto piu' immediato con la Venere e' quello con un'Afrodite dell'Agora' di Atene (circa 410 a.C.) e tuttavia, dopo l'identificazione della statua, da parte degli esperti del Getty Museum come "Probably Afrodite" gli studiosi hanno riconosciuto in essa Demetra o Kore. Campagne di scavo condotte negli anni '80 dalla Soprintendenza archeologica di Agrigento, allora competente per territorio, confermarono oltre che a Morgantina, la presenza di un'area sacra in localita' Cozzo Matrice, nei pressi del lago di Pergusa, dove le fonti storiche dello stesso periodo localizzavano il mitico rapimento di Kore da parte di Ades, dio degli Inferi. (fg/fdp)

GOVERNO, GIOVANARDI: TROPPI TAGLI MIA DELEGA A RISCHIO

(NoveColonne ATG) Roma - E’ polemica per le dichiarazioni di Carlo Giovanardi, sottosegretario alle politiche della famiglia che si è apertamente lamentato per i tagli decisi dal ministero dell’economia al fondo della famiglia. “E' chiaro che in queste condizioni non sono in grado di esercitare la mia delega per la famiglia” ha affermato Giovanardi che aggiunge: “Non c'è il problema di dimissioni, perché non c'è più nulla da cui dimettersi”. I tagli, spiega Giovanardi sono “inaccettabili” e “insostenibili” perché “comportano in tre anni una decurtazione del fondo per la famiglia del 90%”. “Questo è un problema che pongo a Berlusconi da cui ho avuto la delega, poiché in queste condizioni la delega non sono in grado di esercitarla” ha detto il sottosegretario secondo cui “il taglio del 90% vuol dire non essere in grado di attuare azioni di coordinamento e promozione che il dipartimento nazionale deve fare” e che dovrebbero essere “la priorità” del governo mentre l’ulteriore taglio alle politiche di aiuto per la famiglia sono “un fulmine a ciel sereno”. Si schiera con Giovanardi il ministro per l’attuazione del programma Gianfranco Rotondi che spiega: “Giovanardi ha ragione, sulla famiglia il governo gioca il suo Dna valoriale e sicuramente il premier richiamerà la sua attenzione su questo allarme onesto e forte” mentre l’opposizione polemizza con il governo. “Dopo la cultura, adesso la famiglia” ha dichiarato il deputato dell’Idv Leoluca Orlando riferendosi alle dimissioni di Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali che si è dimesso lunedì. “Il governo cade a pezzi e fa a pezzi il Paese – continua Orlando -. Le famiglie italiane non si sono accorte dell'esistenza di Giovanardi o dell'esistenza di un esecutivo che si occupasse di loro, perché sono state continuamente mortificate da Berlusconi che ne ha fatto scempio, sia sotto il profilo economico che morale. Giovanardi, se ce l'ha ancora – conclude Orlando - , si metta una mano sulla coscienza e chieda scusa agli italiani per averli presi in giro ed aver partecipato ipocritamente, insieme a tanti colleghi di governo, a diversi family day”. Per la responsabile delle politiche della famiglia del Pd Cecilia Carmassi “solo quattro mesi fa il ministro Giovanardi ha chiuso in modo trionfale la conferenza nazionale sulla famiglia quando erano già evidenti i tagli della legge di stabilità. Ha ignorato chi denunciava la carenza di risorse e non ha detto nulla quando sono state smantellate tutte le politiche a sostegno delle famiglie (non autosufficienza, affitti, infanzia, politiche sociali) e non è riuscito a salvare nemmeno il fondo specifico sulle politiche per la famiglia''. Dunque, afferma la parlamentare, Giovanardi “cerca un alibi per i suoi fallimenti e per quelli di un esecutivo che continua a fare solo retorica? Oppure – chiede - alza la voce per salvare la sua poltrona in vista del prossimo rimpasto di Governo?”.

DAI FUMETTI ALLA PIZZA, ANCHE COSI’ L’ITALIA FESTEGGIA I 150 ANNI

(NoveColonne ATG) Roma - Non solo dibattiti, conferenze, convegni. Non solo archivi e biblioteche, lezioni di storia o riflessioni su lingua, cultura e tradizioni. Per i suoi 150 anni l’Italia ha fatto festa: e lo ha fatto con musica, luci e fuochi d’artificio che hanno acceso quella che è stata la Notte Tricolore in programma in numerose città. Non sono mancate, da nord a sud, curiosità ed iniziative. A Napoli, ad esempio, per augurare all’Italia “buon compleanno” i ristoranti hanno proposto il “Piatto dell’Unità d’Italia”, mentre le pizzerie hanno realizzato la “Pizza Garibaldi”. Ad assaggiare la prima pizza dedicata all’eroe dei due mondi è stata proprio Anita Garibaldi, pronipote del generale. Entrambe le preparazioni sono ispirate ai colori della bandiera nazionale oppure ad altri tipi di richiamo all’immagine dell’Italia, secondo la fantasia dei ristoratori e dei pizzaioli. Anche le pasticcerie e gelaterie hanno realizzato un “Dolce Italia” o un “Gelato Italia”, anch’esso ispirato al tricolore o ad altri simboli dell’unità nazionale. I bar infine hanno proposto un cocktail con la medesima ispirazione. Per avvicinare i giovani a quelle figure storiche che contribuirono alla nascita dello Stato Italiano e per rafforzare valori identitari quali la dedizione, il sacrificio, la libertà e l’“amor patriae” arriva invece il fumetto che ruota attorno alla figura di Guglielmo Oberdan, lo studente triestino che durante il Risorgimento si rifiutò di combattere per l’esercito austriaco. Il martire dell’irredentismo sarà infatti il protagonista di un’illustrazione a fumetti, un unico volume di circa 16-24 tavole - edito da Tunuè -, che racconterà il suo sacrificio e quello dei suoi connazionali in un significativo affresco del periodo storico nel quale vissero. I personaggi, nati dalla matita del 22enne disegnatore Emanuel Simeoni, accompagneranno il lettore in un viaggio nel tempo alla riscoperta degli eventi principali della storia della nazione.

LE SICILIANE CHE PERMISERO L’IMPRESA DEI MILLE

(NoveColonne ATG) Roma - In Sicilia il mito di “Peppa 'a cannunera” nasce il 31 maggio 1860, la Sicilia in fiamme mentre le camicie rosse di Garibaldi avanzano verso Palermo. A Catania neanche mille uomini guidati da Giuseppe Paulet sfidano duemila soldati borbonici. Tra di loro c’è una postina, Giuseppa Bolognani, nata 34 anni prima a Barcellona Pozzo di Gotto, il viso butterato dal vaiolo. Si ritrova al centro di un gruppo di insorti che conquista un cannone e lei mette in atto un piano ardito: lo fa piazzare nell'atrio di un palazzo, alle spalle dei borbonici. Poi ordina di spalancare il portone e lei stessa accende la miccia che scompagina le fila dei nemici che si riparano, abbandonando un cannone, ma restando barricati a sparare con gli archibugi. Giuseppa allora fa lanciare una corda con un cappio sull’affusto e lo fa trascinare dalla parte dei rivoltosi. Quindi lo fa piazzare alla Marina e inizia la sua battaglia contro la nave da guerra che sta cannoneggiando la città. Ma, a mezzogiorno, gli insorti perdono terreno, non hanno più cartucce. Due squadroni di lancieri si preparano alla carica. Molti hanno paura e fuggono. Giuseppa resta invece ferma davanti al suo cannone. Gli spruzza della polvere sulla punta e dà fuoco per far credere ai lancieri che il pezzo di artiglieria abbia fatto cilecca. Poi attende che la carica avanzi e solo quando sta ormai per travolgerla fa fuoco, fa strage, quindi fugge. Tanto coraggio però non basta. Senza gli attesi rinforzi di Nicola Fabrizi, dopo 7 ore di guerriglia, gli insorti si ritirano. E per tre giorni i soldati borbonici, aiutati anche da altre colonne in fuga davanti all’avanzata dei garibaldini, scatenano una terrificante repressione. Finché l’arrivo di Garibaldi a Milazzo li costringe a lasciare Catania. Le gesta di “Peppa 'a cannunera” vengono celebrate anche dai giornali stranieri. Ma lei non lascia la battaglia. Come vivandiera della guardia nazionale partecipa alla liberazione di Siracusa. Viene decorata con la medaglia d’argento al valor militare, le viene assegnata una pensione. E, ad unità d’Italia avvenuta, sceglie di rimanere nel mondo dei soldati. Veste da uomo, fuma, beve e gioca a tresette nelle osterie. Poi, cade in mano agli usurai e muore nel 1885, a 59 anni. Di lei non si hanno immagini. Solo una riproduzione del quadro “Peppa”, opera del 1865 di Giuseppe Sciuti, distrutto nell’incendio del municipio di Catania appiccato nel 1944 nei tumulti contro il razionamento alimentare e la chiamata alle armi a sostegno degli alleati. Ma l’ardimento di “Peppa”, esploso all’avvicinarsi di Garibaldi, segue quello di tante altre siciliane che tennero acceso il fuoco della rivolta che permise al generalissimo di trionfare in Sicilia.