UN ITALIANO SU TRE TEME IL PEGGIORAMENTO ECONOMICO

Roma - (Adnkronos) - Gli italiani guardano al nuovo anno ancora con preoccupazione: uno su tre giudica la situazione economica del Paese 'pessima' (33% del campione), mentre un altro 24% la giudica inadeguata o ''così, così''. Solo un 19% si avventura a descriverla come discreta o buona. E' quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg secondo cui per il 2011 quasi la metà degli italiani teme che la situazione generale sul piano economico possa addirittura peggiorare (dal 34% del 2009 passa al 45%). Un altro 38% del campione non vede variazioni significative in arrivo (era il 44% l'anno scorso) e cala di conseguenza il numero di chi spera in un miglioramento (dal 22% al 17%). Un barlume di ottimismo gli italiani lo conservano però quando sono chiamati a giudicare la propria situazione e quella familiare: se la maggioranza continua a ritenere che non cambierà molto nel 2011 (58%, era il 67% nel 2009), sale sensibilmente il numero di chi auspica un miglioramento (dal 13% del 2009 al 24%) e scende leggermente la quota di pessimisti (dal 20 al 18%). Del resto che qualche variazione positiva ci sia lo dimostra anche il fatto che nel 2009 scende, anche se leggermente, il numero di chi ha ridotto le proprie spese: dal 72% del 2009 al 69% del 2010. Ed ancora: aumentano di sette punti coloro che con il proprio reddito riescono ad arrivare a fine mese (dal 65% al 72%). Invece si allarga la forbice con le famiglie più povere: quelle che arrivano a fatica alla seconda settimana crescono dal 5% all'8%. Ma cosa chiedono gli italiani alla politica? Soprattutto onestà (il 42% delle risposte), poi serietà (24%). Molto staccati altri due valori come la moralità (16%) e la solidarietà (10%). Fanalino di coda è l'umiltà (4%). Secondo Confesercenti ''c'è bisogno dunque di ricreare un clima di forte fiducia sul futuro e cambiare marcia sulle scelte che portano allo sviluppo. Fisco, investimenti, innovazione e lavoro sono le quattro carte da giocare per contrastare un pessimismo ancora troppo diffuso''. ''E allora non c'è da meravigliarsi - prosegue la nota - che gli italiani chiedano alla politica onestà e serietà, ovvero due comportamenti lineari e concreti. Servono fatti nel 2011, e bisogna costruirli fin da questi primi mesi con un sostegno chiaro verso quel grande mondo delle piccole e medie imprese che possono davvero creare le condizioni per ritornare a una crescita economica solida e duratura''.

L’ON. PORTA (PD) PARTECIPA A SAN PAOLO ALL’ASSEMBLEA PROGRAMMATICA DEL CIRCOLO DEL PARTITO DEMOCRATICO.

Stabilite le linee-guida per l’attività del 2011. Illustrato dal parlamentare il resoconto di due anni e mezzo di lavoro in Parlamento. Preoccupazione per la crisi economica e politica italiana. Il Circolo del Partito Democratico di San Paolo-Centro ha realizzato in questi giorni la sua prima assemblea programmatica. I lavori sono stati introdotti da una relazione del Presidente Giuseppe Petrucci alla quale è seguito l’intervento del Segretario Waldemar Manassero. Si è aperto quindi il dibattito al quale hanno partecipato diversi iscritti e simpatizzanti. Gli interventi conclusivi sono stati svolti dal Segretario del Partito Democratico in Brasile Andrea Lanzi e dall’On. Fabio Porta, parlamentare del PD eletto nella Ripartizione America Meridionale. Petrucci e Manassero hanno annunciato la costituzione di cinque gruppi di lavoro che lavoreranno nelle prossime settimane su altrettante aree specifiche: organizzazione, giovani, sistema di rappresentanza, eventi tematici e relazioni Italia-Brasile. Il Segretario del PD Brasile Lanzi ha fatto riferimento nel suo intervento al lavoro che, in stretto raccordo con il Responsabile del PD nel mondo Eugenio Marino e in Sudamerica Francisco Rotundo, prevede nelle prossime settimane l’approvazione di un piano di attività per il 2011 che conterà a breve con uno specifico sito internet del partito in Brasile. L’On. Porta ha illustrato ai presenti un breve quadro della sua attività in Parlamento e sul territorio, fornendo anche alcuni dati interessanti: il parlamentare può contare su un alto indice di presenza in Parlamento (il 75,50%); i suoi interventi nell’aula di Montecitorio sono stati 23 mentre quelli in Commissione 27; 286 sono stati invece i provvedimenti presentati, tra proposte di legge, interpellanze e mozioni, interrogazioni ed emendamenti. Nonostante l’assidua presenza ai lavori parlamentari, il deputato del Partito Democratico è stato tra i più attivi nella partecipazione ad incontri e iniziative sul territorio, in Italia e in Sudamerica: 250 sono infatti gli incontri e le iniziative pubbliche, la maggior parte delle quali (circa centocinquanta) in Sudamerica.

SCETTICISMO E SCILIPOTI

Leggevo con grande interesse, l’intervento di alcuni giorni fa della filosofa Roberta De Monticelli che rispondeva dalle colonne di questo giornale a Vito Mancuso e a Marcello Veneziani sul tema del nesso fra etica, politica e diritto. Pensavo al titolo «la sindrome da bandiera bianca» riflettendo sul passaggio in cui scrive che «lo scetticismo divora la vita civile del nostro paese e corrode l’etica pubblica». Lo scetticismo, quel peculiare atteggiamento che nella vita di ogni giorno ci fa sentire in fondo estranei a quel che ci accade attorno, increduli diffidenti alla fine indifferenti rispetto a qualcosa che, appena fatto il gesto di voltare le spalle, sembra non riguardarci più. Quante volte, ancor più in queste ore, abbiamo sentito dire che non se ne può più dello spettacolo offerto dalla politica, che è sempre uguale è tutto uguale nulla può cambiare, che in fondo poi la vita è altrove dunque occupiamoci d’altro. Una sottile deriva qualunquista, che di quella scettica è la parente povera e meno avvertita. Leggevo questo quando ha fatto irruzione in video l’esibizione scomposta e francamente incomprensibile dell’onorevole Scilipoti, purtroppo ancora lui, che proprio nel giorno in cui arrivano dalla Sicilia carte che parlano di sospetti di suoi rapporti con la ‘ndrangheta decide di esibirsi in un monologo nella trasmissione «Un giorno da pecora». Gian Antonio Stella del Corriere prova a dirgli «non sta rendendo un buon servizio a se stesso» - non offre un bello spettacolo, appunto - ma Scilipoti ha le vene del collo gonfie e non ascolta. Fin dal giorno in cui questo signore risultò essere il primo dei neo-reclutati dal miliardario oggi grazie anche a lui ancora alla guida del Paese ho osservato che il problema non è la corruttibilità nè la debolezza di personaggi di terz’ordine, evento ineluttabile del resto anche a livelli più elevati. Il problema è la responsabilità che si assume chi i personaggi di terz’ordine li sceglie per farli eleggere rappresentanti del popolo. È una questione che riguarda tutti i partiti, naturalmente, giacché la legge elettorale è la stessa per tutti, che fa molta più specie quando capita all’opposizione e che oggi sembra una vera emergenza nell’Idv - dopo De Gregorio, Razzi, Scilipoti - come del resto qualche esponente della stessa Italia dei Valori denuncia da tempo. La domanda che pongo, senza che nessuno fino ad ora abbia dato risposta, è la seguente: cosa ci garantisce che alle prossime elezioni le cose andranno meglio? Poiché sembra da escludere che da qui a marzo, quando probabilmente si voterà, cambino le regole di ingaggio: quali sono i correttivi che i partiti che si richiamano ai valori della legalità metteranno in atto per evitare nuovi altrettanto spiacevoli inconventienti, ammesso che di inconventienti si tratti? Questo giornale da molti mesi ha sommessamente proposto che siano gli elettori, naturalmente attraverso le strutture di partito, a indicare i candidati da cui si sentirebbero meglio rappresentati. La proposta delle primarie di collegio per definire i nomi dei parlamentari ha raccolto molte migliaia di adesioni. Può darsi che non sia l’idea migliore: abbiamo accolto e pubblicato sia i consensi che le critiche. Restiamo tuttavia in attesa di autorevoli risposte e riproponiamo la domanda. Cambieranno solo i nomi dei prossimi Scilipoti o proviamo a evitare che lo scetticismo diventi disinteresse, ulteriore astensionismo o, può succedere, rabbia ingovernabile? (Concita De Gregorio – L’UNITA’)

ISTRUZIONE: CENTORRINO, A BREVE DDL SU DIRITTO ALLO STUDIO

PALERMO - L'assessore regionale all'Istruzione e alla Formazione professionale, Mario Centorrino, ha incontrato questa mattina i dirigenti scolastici provinciali cui ha sottoposto la bozza di disegno di legge sul diritto allo studio. "La Sicilia e' l'unica regione italiana ad essere priva di una legge sul diritto allo studio scolastico - ha detto Centorrino -ed e' necessario, pertanto intervenire rapidamente per colmare questo vuoto normativo, con il pieno coinvolgimento di tutti gli operatori della scuola siciliana, a cominciare dai dirigenti scolastici provinciali". Apprezzamento e soddisfazione hanno espresso i rappresentanti istituzionali del settore, che hanno proposto osservazioni e suggerimenti da integrare nel documento. Nei prossimi giorni Centorrino incontrera' anche le organizzazioni sindacali e le associazioni di presidi e docenti. Successivamente il disegno di legge sara' sottoposto all'esame della V commissione, per poi approdare in Aula. (mpf/idn)

"ITALIA DE SIEMPRE" TORNA IN ONDA OGNI SABATO POMERIGGIO SU RADIO AMPLITUD AM 660

BUENOS AIRES - Giunge al suo 21° anno di trasmissione "Italia de siempre", storica trasmissione prodotta, diretta e condotta da Norma Negro in Converso a San Martin che quest’anno andrà in onda su Radio Amplitud AM 660 e sarà ascoltabile sul sito internet www.radioamplitud.com.ar ogni sabato, dalle 16 alle 18. Nell’invitare gli ascoltatori a seguire il programma, Negro ricorda che "Italia de Siempre" ha ricevuto dalla CIR – Cámara Independiente de Radiodifusores del Partido de General San Martín – la "Menzione Speciale alla carriera" nel 2009 ed è stato premiato dalla stessa Camera per essersi piazzato al primo posto tra i programmi radiofonici delle collettività straniere nel 2010. (aise)

MARINO (PD): DOVE SONO FINITI I 10 MILIONI PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO ANNUNCIATI DA CASELLI E BERLUSCONI?

ROMA - "Senatore Caselli, che fine hanno fatto i 10 milioni di euro che Berlusconi le aveva assicurato di voler destinare agli italiani all’estero entro una settimana a partire dal 4 dicembre scorso?". Responsabile del Pd per gli italiani nel mondo, Eugenio Marino torna a porre la domanda al senatore Pdl eletto in Sud America, che il 6 dicembre scorso aveva annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro a sostegno delle politiche per gli italiani all’estero. Già prima di Natale, Marino aveva chiesto notizie (vedi Aise del 23 dicembre h.15.05), senza ottenere risposta. "Abbiamo aspettato che li portassero Babbo Natale o la Befana – continua, oggi, Marino – ma pare che il Governo si sia dimenticato di scrivere la letterina di richiesta. Senatore Caselli lei ci aveva spiegato che il "Governo del Presidente Berlusconi è il Governo del fare e non delle chiacchiere" e che entro una settimana a partire dallo scorso 4 dicembre 2010 sarebbero arrivati i dieci milioni". "Cos’ha fatto, dunque, di concreto per gli italiani all’estero questo "Governo del fare" – si chiede Marino – a parte le chiacchiere, la compravendita di parlamentari e l’aver subito altri ricatti di Bossi sulla sopravvivenza della maggioranza se entro il 23 gennaio non si vota il federalismo? Probabilmente il "Governo del fare" è impegnato nella ricerca di qualche altro Razzi di turno che gli assicuri entro il 23 gennaio una maggioranza sul federalismo. Ci "faccia" sapere – conclude – tanto per "fare" qualcosa". (aise)

COMUNICATO STAMPA - IMMIGRAZIONEOGGI INTERVISTA AMARA LAKHOUS, ANTROPOLOGO E SCRITTORE ITALO-ALGERINO.

Il rapporto tra culture diverse e le contraddizioni della società italiana al centro dell’intervista con l’autore di “Divorzio all’islamica a viale Marconi”. “I primi tempi in Italia sono stati durissimi… E mi chiedevo: perché hanno paura di me? Dopo un po’ ho scoperto la risposta. Il mio velo era come un semaforo davanti al quale la gente deve fermarsi. Quella sosta obbligata era il momento ideale per scaricare tensioni, paure, inquietudini, ansia… In realtà quando camminavo per le strade di viale Marconi non ero mai sola. Ero sempre a braccetto con tanti accompagnatori fantasma: i loro nomi? Jihad, guerra santa, kamikaze, undici settembre, terrorismo, attentati, Iraq, Afghanistan, Torri Gemelle… La gente doveva avere paura per forza. Così a poco a poco me ne sono fatta una ragione”. Così riflette Safia, la protagonista femminile del nuovo romanzo di Amara Lakhous, Divorzio all’islamica a viale Marconi, da qualche mese nelle librerie italiane. La storia, molto semplice, si snoda a Roma nel 2005, periodo in cui la paura di attentati terroristici era particolarmente forte. I servizi segreti italiani vengono a sapere che c’è una cellula islamica pronta ad un attentato tra gli immigrati che frequentano il quartiere di viale Marconi. Per scoprire chi siano, viene infiltrato Christian Mazzari, giovane siciliano che parla perfettamente l’arabo. Christian si finge tunisino, si fa chiamare Issa e comincia a vivere la quotidianità di molti immigrati. Il suo destino si incrocia con quello di Safia, una giovane immigrata egiziana alle prese con una vita coniugale complicata. È proprio attraverso gli occhi di Safia e di Issa che Lakhous ci porta alla scoperta di quel mondo multietnico che abita nelle nostre metropoli. Una storia a metà strada tra il giallo e la commedia all’italiana in cui tra scene esilaranti e momenti di pathos, dialoghi frizzanti conditi da modi di dire dialettali e difetti di pronuncia, Amara Lakhous ci mostra le contraddizioni della società italiana, la responsabilità dei mass media nel generare paure infondate ma anche la fatica dei cittadini immigrati nel trovare un modo di vivere nuovo tra tradizione e modernità. Tra le righe del romanzo si legge la storia di Lakhous stesso, che nato ad Algeri, in Italia da quindici anni e cittadino italiano, già autore del fortunato Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio da cui è stato tratto anche un film, non si definisce né completamente algerino né italiano, e forse proprio per questo riesce a dare una lettura completamente nuova dell’immigrazione. Nell’intervista che ha rilasciato ad ImmigrazioneOggi nello scorso mese di dicembre, Lakhous parla della sua esperienza di immigrato, dell’importanza della conoscenza della lingua italiana, della necessità di conoscere a fondo le altre culture al di là dei luoghi comuni, dei profondi legami che legano il nostro Paese al mondo arabo. L’intervista, realizzata in videochiamata, è on line su www.immigrazioneoggi.it a partire dal 12 gennaio 2011.