NO POLITICA DELL’EMERGENZA: AIUTARE I PAESI D’ORIGINE “Come Partito Democratico e come forza di Governo diciamo da quattro anni in modo netto che l’Europa non può voltarsi dall’altra parte, lasciando morire gente in mare. Ma al tempo stesso diciamo anche che dobbiamo affrontare il fenomeno migratorio in modo strutturato, contrastando le cause che originano le migrazioni. E non solo rincorrendone gli effetti e facendo il gioco dei trafficanti di esseri umani, che speculano sull’emergenza e sui migranti per alimentare i loro sporchi affari. Riteniamo che sia necessario investire in sviluppo e cooperazione nei paesi di origine. E insieme ai paesi di origine dobbiamo togliere linfa a tutti quei criminali che speculano sulla disperazione di intere generazioni di giovani. È la strada che l’Italia sta cercando di percorrere già da alcuni anni a questa parte. Prima in solitaria solitudine, poi con l’appoggio della Germania. E proprio grazie all’appoggio della Germania – garantito dal costante impegno e sprone della SPD come alleato di Governo – pian piano finalmente sembra che anche l’Europa stia cominciando a capire l’importanza di un azione congiunta e sinergica a livello europeo. Adesso bisogna modificare l’Accordo di Dublino, che scarica tutto il peso dell’accoglienza sui paesi di primo approdo, perchè nessun paese può farcela da solo. E bisogna che l’Europa investa massicciamente sul miglioramento delle condizioni di vita in Africa. Solo se l’Africa sta meglio, si potrà ridurre il numero di migranti in cerca di migliori opportunità in Europa. Il fenomeno migratorio è una questione che interessa tutta l’Europa e tutta l’Europa è chiamata a rispondere con soluzioni europee, senza abbandonare singoli paesi al proprio destino.” Lo ha detto Laura Garavini a Lipsia, ospite di Nicole Rundo e dei giovani Attivisti del PSE locali. (laura Garavini)
 
COMITES PERÙ/ LA LISTA “INNOVAZIONE ITALIA” SCRIVE A SCHIAVONE (CGIE): DAL CONSIGLIERE SANGALLI COMPORTAMENTO SCORRETTO
 
LIMA\ - I sei consiglieri della lista “Innovazione Italiana - Alleanza italiani in Peru” del Comites di Lima - Ricardo Acosta, Salvatore Belcuore, Alfredo Carpentieri, Antonio Chuquipiondo, Paolo Valente e William Zanatta – hanno inviato una lettera al segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, e per conoscenza anche all’Ambasciatore Mauro Marsili e al deputato Fabio Porta, nella sua veste di Presidente del Comitato Italiani nel Mondo e Sistema Paese, per denunciare il “comportamento scorretto”, del consigliere Cgie per il Perù, Gianfranco Sangalli. “Siamo spiacenti di doverle scrivere – si legge nella lettera – per segnalare l'attitudine del Consigliere Cgie per il Perú Gianfranco Sangalli, il quale reiteratamente è intervenuto in modo scorretto nelle vicende interne del Comites, alimentando un clima di divisione, in particolare dapprima con ingiurie, anche nei confronti dell'Ambasciata e del MAECI che annullarono una, palesemente irregolare, elezione di un nuovo presidente (9 febbraio 2017), poi sollecitando interrogazioni parlamentari e facendo dichiarazioni calunniose nei confronti di rappresentanti della nostra lista, e inoltre dividendo anche l'intera comunità italiana su temi politici come, ad esempio, negando i valori democratici e costituzionali, alla base della festa nazionale del 25 aprile”. “Riteniamo opportuno informare – concludono Acosta, Belcuore, Carpentieri, Chuquipiondo, Valente e Zanatta – che non ci sentiamo rappresentati adeguatamente da chi agisce in questo modo. E nel ringraziare per la gentile attenzione, restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento”. (aise)
 
IMMOBILI ITALIANI AD ATENE: DELLA VEDOVA RISPONDE A TACCONI (PD)
 
ROMA - “Sono lieto che il Governo abbia risposto positivamente all’appello che avevo lanciato con la mia interrogazione, presentata a ridosso della pausa estiva, sul destino dell’edificio demaniale “Villa Olga” di Salonicco”. Così Alessio Tacconi (PD) eletto nella circoscrizione estero nell’annunciare la risposta che il Governo ha dato oggi nell’Aula della Camera attraverso il Sottosegretario Benedetto Della Vedova. Il sottosegretario, in merito alla proprietà demaniale “Villa Olga”, ex sede del consolato d'Italia a Salonicco, ha spiegato che “l'Amministrazione inizialmente intendeva procedere al restauro conservativo dell'immobile. Tale operazione non ha avuto esito positivo a causa degli onerosi costi necessari per la ristrutturazione dell'edificio. Successivamente vennero avviati contatti con il comune di Salonicco, che ha sempre manifestato un interesse riguardo all'immobile, per valutare congiuntamente delle possibili soluzioni per un futuro uso dell'edificio anche a scopi culturali. Anche quest'ultimo approccio non diede alcun esito concreto”. “Di recente – ha aggiunto Della Vedova – si è quindi deciso di procedere all'alienazione della villa, quale ipotesi maggiormente conveniente per l'Amministrazione, realizzando in primo luogo una stima di valore del bene, in applicazione alla legge n. 183 del 2011, avvalendosi di un expertise locale. A seguito di ciò, l'ambasciata ad Atene ha avviato una procedura ad evidenza pubblica per la vendita dell'immobile tramite un'indagine esplorativa per manifestazione di interesse, finalizzata alla ricerca di un potenziale acquirente secondo le procedure previste dalla legge. La pubblicazione dell'avviso dell'asta a cura dell'ambasciata italiana ad Atene, prevista nel prossimo mese di ottobre, sarà, come di consueto, consultabile anche sul sito web del MAECI”. Quanto alla scuola italiana ad Atene, Della Vedova ha sottolineato che “anch'essa riveste una notevole rilevanza per l'Amministrazione”. Per questo “sono stati avviati, nel corso dell'estate, degli interventi di messa in sicurezza dell'edificio di proprietà della Santa Sede, al fine di consentire l'avvio del nuovo anno scolastico 2017-2018. Contestualmente è stata avviata la ricerca per l'individuazione di un nuovo immobile in locazione, per il trasferimento della scuola italiana ad Atene a partire dal prossimo anno scolastico 2018-2019”. “Per quanto riguarda, infine, la cancelleria consolare, che attualmente è ubicata in un edificio in locazione, - ha concluso – l'Amministrazione sta valutando la possibilità di trasferire gli uffici del consolato presso gli spazi disponibili all'interno del compound dell'ambasciata”. Per Tacconi “la risposta del Governo conferma la necessità di razionalizzare la gestione dei beni demaniali all’estero dismettendo quelli non più utilizzati. Non posso quindi che apprezzare quanto illustrato dal Sottosegretario sui vari tentativi che sono stati fatti per studiare prima la possibilità di un restauro conservativo, rivelatosi troppo oneroso, poi di una possibile collaborazione con la Città di Salonicco per destinare l’edificio ad attività culturali di comune interesse, anch’essa andata a vuoto. La vendita non è più procrastinabile anche agli occhi della Comunità italiana di Salonicco che ad un edificio fatiscente di proprietà dello Stato italiano preferirebbe un immobile alienato ma ridato all’antico splendore. Prendo perciò atto che l’Amministrazione sta procedendo ad una gara ad evidenza pubblica che sarà visionabile sul sito del MAECI a partire dal prossimo mese di ottobre”. Il deputato eletto all’estero si dice quindi “lieto di osservare che, sebbene secondo le norme in vigore non sia possibile utilizzare sul posto i proventi della vendita, proposta che nella mia interrogazione era stata lanciata quale utile provocazione, le richieste di intervento sulle strutture italiane sono state pienamente accolte: la Scuola Italiana di Atene dal prossimo anno scolastico dovrebbe essere trasferita in una nuova sede più adeguata alle esigenze funzionali e didattiche dell’utenza, mentre per il corrente anno scolastico si è provveduto, durante l’estate, alla messa in sicurezza di alcune strutture e risolto alcune criticità dell’edificio attualmente in locazione, proprietà della Santa Sede; si stanno inoltre programmando lavori presso l’Ambasciata per accogliervi il personale impiegato presso la Cancelleria Consolare, attualmente ospitata in locali assolutamente inidonei ad assicurare una decorosa situazione lavorativa del personale e un’ottimale offerta dei servizi all’utenza”. “Nella mia replica – conclude Tacconi – nell’apprezzare la risposta del Governo, ho voluto anche rivolgere un pensiero di gratitudine all’Ambasciatore Marras che fin dal suo arrivo ad Atene si è mostrato sempre vicino alla comunità italiana e ai suoi bisogni, prodigandosi anche, con passione e impegno, per mettere ordine nelle annose questioni legate alla gestione degli immobili italiani in Grecia”. (aise)
 
IL RINASCIMENTO ITALIANO A LONDRA
 
LONDRA - Dal 2 settembre scorso ha aperto presso la National Gallery di Londra la mostra "Leonardo, Michelangelo, Raphael around 1500", che sarà allestita fino al 28 gennaio 2018, con ingresso libero. La mostra darà l’opportunità di esplorare il complesso rapporto artistico di tre dei maggiori esponenti del Rinascimento, Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio, spesso fatto dalla consapevolezza di essere accaniti rivali oltre che amici, e sondare le loro influenze reciproche. Dello stesso periodo storico, artisti dalle fini differenze (Leonardo nasce nel 1452 e muore nel 1519; Michelangelo è del 1475-1564 e Raffaello del 1483-1520), sono considerati i padri di una nuova e incisiva visione dell’arte. Visione che ha mutato i vecchi dettami psicologici del canone precedente e ha dato vita all’ora denominato tardo Rinascimento. “L’esibizione dei grandi lavori di Leonardo, Michelangelo e Raffaello – il triumvirato del maturo Rinascimento – poteva verificarsi solo alla National Gallery”, dichiara il direttore del museo, l’italiano Gabriele Finaldi. “Poiché la sorprendente combinazione dei nostri ambienti eleganti e il prestito eccezionale del tondo di Michelangelo da parte della Royal Academy, hanno fatto di questo evento un’imperdibile opportunità”. Il pezzo centrale della mostra è infatti il Tondo Taddei, bassorilievo marmoreo datato intorno al 1504-1505, originariamente pensato per il mecenate fiorentino Taddeo Taddei e il suo palazzo in via de’ Ginori a Firenze. L’opera è l’unica di Michelangelo ad essere presente nel Regno Unito, parte permanente della collezione della Royal Academy e già prestata alla National per la Credit Suisse Exhibition, “Michelangelo e Sebastiano”, tenuta dal 15 marzo al 25 giugno 2017 e molto acclamata. L’opera tornerà alla Royal Academy nel 2018 per l’esibizione in onore del suo 250esimo anniversario. Il Tondo è l’opera significativa che spiega il tema sottostante del progetto. Mostra, con i suoi rimandi eruditi, i tre artisti in un costante e fluido dialogo; nella volontà di volersi superare a vicenda, senza poter fare a meno di sbirciare l’altrui precedente lavoro e dunque di influenzarsi. D’altronde la loro conoscenza reciproca li portava ad avere anche grande stima e rispetto l’uno dell’altro. Michelangelo fu particolarmente colpito dalle figure animate di Leonardo e le adottò per il tondo, aggiungendo di suo quel profondo senso psicologico o turbamento instabile che lo caratterizzerà sempre. Leonardo, al contrario, aveva un approccio più freddo e obbiettivo, spirituale e ultraterreno. Altre opere presenti di Michelangelo sono “La Madonna di Manchester” (del 1497 circa), dipinto incompiuto a tempera su tavola, e “La deposizione di Cristo nel sepolcro” (1500-1501), altro dipinto a tempera e olio. Leonardo è rappresentato da “La Vergine delle Rocce” (del 1491-1499 e ripreso nel 1506-1508 circa), dipinto a olio su tavola; poi dal “Cartone di Sant’Anna” (1499-1500), un disegno a gessetto nero, biacca e sfumino su carta delle figure di Sant’Anna, la Madonna e San Giovannino. Di Raffaello invece ci saranno tre opere: la “Pala Ansidei” (1505), dipinto a olio su tavola di pioppo, “Santa Caterina d’Alessandria” (1507-1508), anch’esso dipinto su tavola e infine la “Madonna dei Garofani”, dipinto su tavola di tasso (1506-1507). Raffaello, con la Pala Ansidei, si costruì la nomea. L’influenza di Michelangelo è più consistente nelle altre due opere, dove l’artista ha interpretato la palpabile psicologia delle figure del Michelangelo nell’espressione di in un’ideale artistico più armonioso, mentre simultaneamente imparava da Leonardo. “Per un museo che solitamente non presenta sculture, è fantastico averne sotto mano una delle più importanti in Inghilterra. Soprattutto perché”, spiega Matthias Willen, curatore dei dipinti italiani del XVI secolo alla National, “arricchisce l’estetica del museo in perfetta armonia con le altre opere di questi tre giganti dell’arte occidentale europea. La scultura è fondamentale per lo sviluppo dell’arte visiva e il Tondo Taddei è un’ottima chiave interpretativa per capire sia l’evoluzione di Michelangelo come artista, il suo rigetto e la comprensione dell’esempio di Leonardo, sia l’approfondimento di uno stile di maggior espressione dinamica per il giovane Raffaello.” (rebecca moore\aise)
 
A NEW YORK IL DIRETTORE GENERALE PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO. LUIGI MARIA VIGNALI INCONTRA I RAPPRESENTANTI DELLA COMUNITÀ ITALIANA
 
ROMA – L’imprevisto forte aumento delle richieste di cittadinanza italiana negli Stati Uniti; la collaborazione con i Patronati; le prospettive di miglioramento dei servizi consolari; il sostegno ai media digitali anche in lingua inglese rivolti ai connazionali: questi i principali temi trattati dal direttore generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali, nel corso del suo incontro con i rappresentanti della numerosa e variegata comunità italiana di New York (Comites e CGIE). Dopo una prima riunione di lavoro nei rinnovati locali del Consolato Generale, Vignali ha poi incontrato alcuni esponenti della più recente presenza italiana a New York, dai quali ha potuto cogliere suggerimenti ed idee in termini di offerta consolare e reti di aggregazione, nonché comprendere ragioni e aspettative dei nuovi flussi di mobilità dall’Italia.(Inform)
 
DAI COMITES D’AUSTRALIA UN DOCUMENTO SULLA NUOVA POLITICA DEL GOVERNO AUSTRALIANO PER IL RILASCIO DEI VISTI
 
MELBOURNE – In risposta all’invito del Department of Immigration and Border Protection, i Comitati degli italiani all’estero in Australia hanno elaborato un documento in relazione ai recenti cambiamenti al sistema di rilascio dei visti da parte del Governo australiano. Tale elaborato è il frutto di una consultazione fra tutti i Comites presenti sul territorio ed è stato redatto con l’ausilio di consulenti locali, quali il professore associato Bruno Mascitelli (Swinburne University of Technology) e il dottor Riccardo Armillei (Deakin University), e vuole portare all’attenzione del Dipartimento dell’Immigrazione e Protezione dei Confini australiano alcune problematiche legate alla recente riforma del rilascio dei visti per stranieri. In particolare, si fa riferimento alla necessità di un maggiore interessamento e assistenza da parte delle autorità locali nei confronti di coloro che fanno domanda di visto, al talvolta eccessivo e ingiusto sfruttamento lavorativo degli immigrati temporanei, al riconoscimento delle qualifiche acquisite all’estero e alla promozione di una maggiore e più chiara informazione mirata a coloro che decidono di venire in Australia poiché spesso possiedono nozioni incorrette o hanno aspettative esageratamente ottimistiche. Il Presidente del Comites del Victoria e Tasmania Francesco Pascalis, ha dichiarato: “E’ decisamente importante migliorare il sistema di rilascio dei visti e, secondo noi dei Comites, questo può essere fatto a vantaggio di entrambe le parti: sia quella del Governo Federale, sia quella degli italiani che desiderano venire in Australia per motivi di lavoro. Con i punti da noi presentati in questo documento, speriamo di portare un contributo positivo all’avvio di politiche di immigrazione più efficienti e proficue per tutti. E’ importante incentivare l’arrivo di personale qualificato compatibile con le esigenze del mercato del lavoro australiano e, allo stesso tempo, valorizzare e tutelare gli italiani al fine di farli sentire parte integrante della comunità e non risorse a volte esposte allo sfruttamento. Inoltre, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti i Comites per il loro contributo: ciò rappresenta la dimostrazione del fatto che, se ci si impegna correttamente, ‘fare sistema’ è di per sé possibile con le strutture già presenti attualmente all’interno della comunità italiana”. (Inform)