I NUOVI PASSI DELLA RICERCA

10/04/2022 - Roma – focus/ aise - Prosegue il 5 aprile MoRe-ASI, "The MonthlyResearch Colloquia of ASI", il ciclo di seminari dall'alto profilo scientifico organizzati dall’Agenzia Spaziale Italana che coinvolge oratori afferenti

a prestigiosi istituti di ricerca e atenei stranieri e nazionali, è volta a porre l'attenzione sui principali temi che caratterizzano lo studio dell'Universo: dall'astrofisica spaziale all'astrofisica delle alte energie, dalla cosmologia all'astrobiologia, dall’Eliofisica alle scienze planetarie ed esoplanetarie. Lo scopo di MoRe-ASI è quello di tenere aggiornata la comunità nazionale e internazionale rispetto alle ricerche portate avanti nei diversi ambiti delle Scienze dello Spazio, e di incoraggiare eventuali collaborazioni interdisciplinari tra i diversi team di ricercatori, e all'interno delle diverse comunità scientifiche in generale. Tutti i seminari sono tenuti online. Il prossimo seminario MoRe-ASI sarà tenuto il 5 aprile, alle 16:00 CET, dal professor Avi Loeb (Harvard University) sul tema “The Galileo Project: In Search for Technological Interstellar Objects”. (focus/ aise continua a leggere )

LA VOCE DI NEW YORK: LA RINASCITA DELLO SPAGHETTI-WESTERN

New York - “Quando sono negli Stati Uniti mi sento italiano, quando sono in Italia mi sento americano. Non mi sento italo-americano; forse sarebbe meglio parlare di italiani-americani, se si potesse usare questo termine”. Con queste parole l’attore Jacopo Rampini, tra i protagonisti della serie spaghetti western That Dirty Black Bag, diretta da Mauro Aragoni, spiega a La Voce di New York i suoi sentimenti rispetto alle due nazioni in cui è cresciuto, Italia e America. Nel corso dell’intervista con il quotidiano online, che da anni riporta le notizie in lingua italiana e inglese a favore della foltissima comunità di italiani che popola la Grande mela - formata da oltre 93.500 persone – l’attore ha parlato anche del futuro di questo genere: “Escono parecchi western in America, adesso va di moda. Per quanto riguarda gli spaghetti-western invece è un tutt’altro mondo. Negli spaghetti-western c’è della comicità e c’è dello splatter. Secondo me il punto di forza di questa serie sta anche in questo elemento di throwback, questo tono nostalgico di qualcosa che è sparito, un po’ come questo genere italiano con un background americano”. Parlando invece dell’Italia, ha sottolineato come: “Vedere un regista così giovane che è riuscito a far venire in Puglia un team di attori e attrici famosi da tutto il mondo tramite una solida coproduzione è molto incoraggiante per il futuro dell’Italia, nel cinema e nella televisione. Abbiamo delle menti che sono capaci di fare cose straordinarie a livello internazionale e soprattutto così giovani. E rivedere questa cosa mi ha rilanciato nello scrivere una serie, per conto mio. Vedere come lui sia riuscito a prendere in mano il suo lavoro mi ha spinto a riprendere questo mio progetto. Mauro ha ispirato tanto e dato molta speranza, per il mio lavoro e l’industria italiana”. (NoveColonneATG)

ITALIANI, ITALIANI ALL'ESTERO - ECCIDIO NAZISTA AD UDINE - DAL FVG MESSAGGIO PRES. CONSIGLIO ZANIN NECESSITÀ DI IMPEGNARSI PER PACE E LIBERTÀ

"Non va mai data per scontata l'acquisizione della pace". È questo il messaggio che il presidente del Consiglio regionale del Fvg, Piero Mauro Zanin, ha lanciato in occasione del 77esimo anniversario dell'eccidio dei 29 patrioti trucidati dai nazifascisti nel cortile delle carceri di via Spalato a Udine. "Il significato di commemorazioni di questo tipo - ha evidenziato il presidente - è quello di esaltare il sacrificio di questi uomini morti per la libertà e per il senso di pace, dopo mesi di guerra fratricida e civile che è avvenuta anche nel nostro Friuli. L'aspetto più importante però, su cui dobbiamo meditare, visto quanto vissuto prima con la pandemia e ora con la guerra in Ucraina, è la necessità di tenere sempre alti questi valori, di non darli mai per scontati. Per evitare che questo avvenga oggigiorno, ma soprattutto in futuro, è necessario che a queste commemorazioni partecipino i ragazzi, a partire già dalle elementari, per conoscere la storia con i suoi drammi e i suoi successi, i fatti per poterli combattere in futuro. Se rimangono nell'ignoranza, infatti - ha concluso Zanin - rischiano di diventare preda di chi magari li vuole strumentalizzare anche per interessi economici e di supremazia". Durante la cerimonia, organizzata da Anpi Udine con la collaborazione del Comune di Udine, i fatti sono stati ricostruiti dal professor Fabio Verardo ricordando come, mentre gli Alleati cominciavano l'offensiva oltre la linea Gotica, il 9 aprile 1945, alle 5 del mattino, le SS radunarono i 29 partigiani, garibaldini e osovani, nel cortile del carcere udinese. Negando loro ogni conforto religioso, li divisero in tre gruppi e li falcidiarono sotto raffiche di mitraglia. Chi era rimasto ancora in vita fu finito a colpi di pistola. In loro memoria è stata deposta una corona d'alloro e sono intervenute le autorità presenti tra cui l'assessore all'Istruzione del Comune di Udine Elisabetta Marioni, la medaglia d'oro al valore militare Paola Del Din e il presidente di Anpi Udine Dino Spanghero. I vari discorsi, incluso quello di Zanin, sono stati intervallati dalle voci del Coro Popolare della Resistenza. "È importante - ha sottolineato Spanghero - che ogni anno ci ritroviamo qui per ricordare ma non solo: una cerimonia come questa ha senso solo se il messaggio che da essa proviene ha un'attualità al giorno d'oggi e penso che quello di pace che deriva da questi luoghi sia più che mai di attualità". Furono fucilati Angelo Adamo da Comiso, anni 30; Gio Batta Beccia da Ronchis, anni 21; Mario Bolognato da Firenze, anni 26; Umberto Bon da Manzano, anni 31; Matteo Bossa da Paesana, anni 19; Luigi Ciol da Teglio Veneto, anni 19; Giunio Coloricchio da Pozzuolo, anni 19; Luigi Coradazzi da Socchieve, anni 23; Francesco Del Vecchio da Barletta, anni 23; Giuseppe Favret da Azzano X, anni 18; Ovidio Favret da Azzano X, anni 21; Mario Foschiani da Udine, anni 32; Salvatore Genovese da Randazzo, anni 24; Giovanni Ghidina da Forni di Sotto, anni 41; Albino Gonano da Prato Carnico, anni 26; Luigi Grahrelj da Gorizia, anni 18; Elio Livoni da Buttrio, anni 25; Mario Modotti da Udine, anni 32; Valentino Monai da Amaro, anni 29; Antonio Morocutti da Treppo Carnico, anni 27; Leandro Nonini da Gemona, anni 29; Gino Nosella da Portogruaro, anni 20; Enrico Pascuttini da Spilimbergo, anni 20; Elio Polo da Forni di Sotto, anni 52; Arduino Potocco da Buttrio, anni 22; Enno Radina da Villasantina, anni 31; Benito Siniciali da Sesto al Reghena, anni 21; Giulio Tesolin da Fiume Veneto, anni 21; Napoleone Zompicchiatti da Manzano, anni 41. (10/04/2022-ITL/ITNET)

A VICENZA GIOVANI CERVELLI IN FUGA E DI ‘RITORNO’

Vicenza - Fuga di cervelli: la provincia di Vicenza è la seconda in Italia per tasso di emigrazione dei giovani verso l'estero. Secondo gli ultimi dati elaborati e pubblicati dall'Istat nelle scorse settimane che si riferiscono al 2020, questo tasso si attesta al 3,6 per mille. Al primo posto - scrive Il Giornale Di Vicenza nell’edizione del weekend - c' è Bolzano che arriva al 4 per mille. Il Vicentino condivide il podio con Mantova e Macerata che raggiungono lo stesso valore. Tradotto in numeri, solo nel primo anno di pandemia hanno lasciato la provincia berica 2.793 cittadini italiani di cui 1.296 di età compresa tra i 18 e i 38 anni. E sottolineare come il 2020 sia stato il primo anno di forti restrizioni agli spostamenti a causa del Covid non è secondario, perché non si assiste ad alcuna flessione dei numeri che restano costanti. La tendenza sembra essere inesorabile. Dal 2010, quando sono emigrati nel complesso 832 italiani, l'aumento è stato del 235 per cento. Ma - scrive Il Giornale Di Vicenza - i cervelli non si limitano a fuggire ma tornano a Vicenza, anche se con meno entusiasmo rispetto a quelli che se ne vanno. Analizzando sempre il periodo compreso tra il 2010 e il 2020, sono stati in tutto 6.273 gli italiani che hanno deciso di fare ritorno in patria e hanno scelto Vicenza. Sono stati 2.498 i cervelli di rientro nella fascia d' età ritenuta giovane. (NoveColonneATG)

PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - IL PATRONATO DEL FUTURO - IL CEPA - CENTRO PATRONATI ACLI, INAS CISL, INCA CGIL E ITAL UIL - PROMUOVE CONFRONTO CON LE ISTITUZIONI IL 12 APRILE A ROMA

Come sarà il patronato del futuro? A immaginare le risposte possibili ci penseranno i rappresentanti dei principali istituti che operano in questo ambito, i componenti del Centro Patronati (CePa), Acli, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil, martedì 12 aprile, a Roma, in un dialogo con alcuni dei più importanti interlocutori istituzionali. Su questi temi, oltre al Presidente pro del CePa. Gigi Petteni (Inas Cisl), i presidenti dei patronati Michele Pagliaro (Inca Cgil), Silvana Roseto (Ital Uil), Paolo Ricotti (Acli), si confronteranno con Vincenzo Caridi, direttore generale Inps, Andrea Tardiola, direttore Generale Inail, Angelo Fabio Marano, direttore per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero del Lavoro e Tommaso Nannicini, presidente della Commissione bicamerale controllo enti gestori previdenza e assistenza. “Il patronato è una grande comunità al servizio della collettività e dei nostri iscritti e porta avanti un ruolo sussidiario indispensabile che merita più attenzione da parte delle istituzioni”, aveva detto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, solo pochi mesi fa. Ora, forti anche di un’esperienza di prossimità fortissima durante la pandemia – gli uffici dei patronati non hanno mai chiuso e hanno continuato a far valere i diritti dei cittadini – bisogna guardare avanti: “Ogni giorno noi lavoriamo guardando avanti, per una tutela a 360° che vada incontro alle necessità emergenti delle persone, non solo per proteggere diritti già consolidati. Per questo ora serve un adeguamento di norme e risorse sulla base di una lettura prospettica e non retorica del nostro lavoro”, osserva il presidente pro tempore del CePa, Gigi Petteni. (10/04/2022-ITL/ITNET)