BALCANI SI ‘SVUOTANO’, CALANO GLI ABITANTI DA SKOPJE A SOFIA NUOVI CENSIMENTI, STUDI CONFERMANO RIDUZIONE DELLA POPOLAZIONE

(di Stefano Giantin) (ANSA) – BELGRADO, 08 GEN – Perdite importanti, senza sosta, che da anni minano alle basi ogni sforzo finalizzato ad uno sviluppo economico e sociale duraturo. Rischiano di diventare un “deserto”, i vicini Balcani, affossati dal doppio colpo della denatalità e soprattutto dell’emigrazione, in particolare dei più giovani.

È quanto suggeriscono varie tessere di un complicato puzzle che si stanno componendo in queste settimane. Tessere come quella, fondamentale, posta dal censimento in Bulgaria, che ha certificato un crollo dell’11% della popolazione negli ultimi dieci anni. Un altro censimento, quello nella vicina Macedonia del Nord, il primo a essere condotto nel Paese dal 2002 a oggi, ha confermato che il problema è diffuso, con i risultati provvisori hanno fatto sobbalzare le autorità di Skopje. Macedonia che, secondo i primi dati elaborati dall’Ufficio statistico nazionale, avrebbe oggi circa 1,8 milioni di abitanti, circa il 10% in meno rispetto a vent’anni fa, con 600mila macedoni che vivono oggi all’estero. Sono numeri – forse addirittura più bassi rispetto a quelli reali – che parlano di una vera e propria catastrofe demografica, perché i partiti sarebbero soprattutto giovani, mentre in patria le culle rimangono vuote e cresce il numero degli anziani. E la Macedonia è tutt’altro che un’eccezione. Anche nella vicina Romania, a differenza di Skopje già membro della Ue, la situazione legata all’emigrazione verso Paesi più ricchi ormai appare incontrollabile. Ne ha parlato l’Adevarul, quotidiano che ha citato “cifre drammatiche”, stime Onu che disegnano una Romania con poco meno di dodici milioni di abitanti nel 2100, sette in meno rispetto a oggi e la gran parte over 60. Stime che sono speculari a quelle della vicina Bulgaria, che nel 2100 potrebbe contare solo 3,5 milioni di abitanti, un vero e proprio collasso della popolazione. E poi, tornando ai Balcani extra-Ue, c’è l’Albania, terra d’emigrazione per eccellenza, che fra ottant’anni potrebbe ritrovarsi con solo 1,1 milioni di abitanti. D’altronde le tendenze sono, anche tra Tirana e Durazzo, inarrestabili. Sono stati 50mila gli albanesi che hanno ottenuto un permesso di soggiorno solo in Germania a partire dal 2018, con Berlino che sta ora per sorpassare Roma e Atene come meta d’emigrazione, hanno raccontato i media locali. E dal 2008 sono 800mila gli albanesi emigrati verso Paesi Ue. Ancor peggio ha fatto la Bosnia-Erzegovina, dove secondo dati riportati dai media di Sarajevo sarebbero addirittura 500mila le persone emigrate negli ultimi dieci anni, senza che sia “stata definita una politica” per arrestare l’esodo, ha stigmatizzato il demografo Aleksandar Cavic, che ha avvertito che il trend negativo è in accelerazione, con sempre più giovani che partono e sempre più vecchi e pensionati che rimangono da soli a casa. Ma tutti i Paesi della regione, Serbia, Montenegro, Kosovo e Croazia incluse, condividono tristemente simili destini. “Emigrazione della popolazione, in testa i giovani”, che non si fermerà, ha ammonito anche uno studio, di recente pubblicazione, dei ricercatori Tado Juric e Faruk Hadzic. Che hanno previsto e illustrato le conseguenze. Per i Balcani, si contrarrà, causa spopolamento, lo sviluppo economico a medio-lungo termine minando alle basi l’assetto sociale. Ma anche la Ue non può sorridere. Dato che nei decenni a venire dovrà fare i conti con una regione svuotata, impoverita e instabile, nel cortile di casa. (ANSA).

FONTE: https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/politica/2022/01/08/balcani-si-svuotano-calano-gli-abitanti-da-skopje-a-sofia_0b278750-efe6-438e-9020-ec388c83d675.html