UNGARO (IV): SERVIZI PER GLI ITALIANI A LONDRA AMPLIATI NEI PROSSIMI MESI

ROMA - “Con la pandemia e le relative norme di contenimento richieste dalle Autorità britanniche, il Consolato Generale italiano a Londra è stato costretto a ridurre la capacità di accoglienza del pubblico e quindi a ridurre i servizi consolari.

Una situazione che ha creato non pochi disagi ai cittadini AIRE soprattutto sul fronte del rinnovo dei passaporti. Molti semplicemente non riescono a mettersi in contatto con il Consolato o trovano disponibilità dopo molti mesi. Ma sono in arrivo buone notizie grazie al successo della campagna vaccinale nel Regno Unito che sta portando il paese fuori dall’emergenza e la graduale rimozione dei protocolli di sicurezza”. Ad affermarlo è stato in queste ore Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto in Europa. “Ho sentito negli ultimi giorni il Console Generale Marco Villani - ha rivelato Ungaro - che mi ha rassicurato che a breve saranno ampliati gli slot disponibili al pubblico per il rinnovo dei passaporti e ripristinato il servizio di prenotazione telefonico. È inoltre arrivato da pochi giorni nel Regno Unito il futuro console del nascente consolato di Manchester che dovrebbe aprire i battenti appena le condizioni di sicurezza relative alla pandemia lo consentiranno”, ha aggiunto ancora, prima di ringraziare il console e tutto il personale del consolato per “il grande lavoro che stanno facendo in condizioni davvero complesse, stretti tra la Brexit e la pandemia del Covid19, in quella che è ormai la più grande circoscrizione consolare italiana al mondo con oltre 700 mila connazionali”. Il Consolato d’Italia a Londra, infatti, rimane uno dei “consolati più produttivi al mondo con decine di migliaia di passaporti rilasciati ogni anno ed era infatti riuscito ad azzerare nei mesi scorsi l’arretrato accumulato negli anni immediatamente successivi al referendum sulla Brexit”. L’eletto all’estero ha poi assicurato di confidare “in una rapida ripresa del servizio, gli italiani all’estero non sono cittadini di serie B”. (aise)

EMIGRAZIONE, IL RUOLO DONNE NEL LIBRO “L’ESODO” DI CLAUDIO FALLETI

Roma - “In un secolo, tra il 1871 e il 1980, emigrarono 6,5 milioni di donne italiane. Generalmente si considerano le partenze femminili come semplici risposte alla chiamata di mariti e padri partiti in precedenza e oramai stabilitisi all’estero, rientranti pertanto nei casi di ricongiungimento familiare. Così, mogli e figlie partono per ricongiungersi con gli uomini di famiglia, assumendo dunque nella scelta un ruolo passivo di soggetti che non decidono in autonomia di emigrare e di trasferirsi all’estero in modo definitivo. Il fenomeno migratorio offre dunque scarsa visibilità e importanza al ruolo della donna, relegata all’interno dei meccanismi decisionali in una posizione esclusivamente secondaria”, sostiene Claudio Falleti nel libro dal titolo L’esodo. L’emigrazione italiana nelle Americhe dal 1861 (€ 13,00 – pag. 96). Il ruolo della donna nell’emigrazione è senz’altro passivo ma allo stesso tempo, continua Falleti “alcune tradizioni culturali italiane sopravvivono nelle Americhe soprattutto grazie alle donne che le hanno tramandate. Si pensi, ad esempio, alle tradizioni culinarie all’interno delle famiglie, alle feste religiose, che costituiscono fattori fondamentali all’affermazione del senso di appartenenza culturale e alla conservazione dell’identità. Nel bagaglio della migrante vi sono le sue tradizioni, le sue origini, il desiderio di rimanere radicata a un punto fermo, sia questo rappresentato dal ricordo del paese natale o piuttosto dall’orgoglio di essere italiana”. Claudio Falleti ne L’esodo. L’emigrazione italiana nelle Americhe dal 1861 ricostruisce fatti storici, politici ed economici e racconta le imprese di tanti italiani nel Nuovo Mondo: gli esploratori, gli esuli dei moti rivoluzionari, i migranti economici che coniarono il motto “il primo anno agricoltore, il secondo inquilino, il terzo proprietario”, anche se non sempre questa previsione si è avverata. Il libro si chiude con le risposte alle domande più frequenti poste dai discendenti di quegli italiani che oggi chiedono il riconoscimento della cittadinanza. Claudio Falleti (Alessandria, 1980), avvocato, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università del Piemonte Orientale con Menzione d’Onore discutendo la tesi Analisi dei flussi migratori e ripercussioni sul sistema economico nazionale. Esercita la professione tra Italia e Spagna ed è vicepresidente generale dell’Organizzazione mondiale degli avvocati oltre che Alto Commissario per la Repubblica Italiana. È stato insignito del Premio Quality Awards Asel 2018-Matera Capitale Europea della Cultura per essersi distinto in campo legale internazionale. (NoveColonneATG)

PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - BREXIT/SALUTE - PATRONATO INAS UK RICORDA: CON GLOBAL HEALTH INSURANCE CARD (GHIC) ACCESSO GRATUITO - O QUASI - AI SERVIZI SANITARI

La European Health Insurance Card (EHIC) o Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) ha permesso ai cittadini UE di accedere ai servizi sanitari, gratuitamente o a un costo ridotto." Lo sottolinea una nota del Patronato INAS CISL nel Regno Unito che fa presente: "Con il nuovo accordo Post Brexit sugli scambi e la cooperazione tra UE e Regno Unito si garantisce l'accesso reciproco all'assistenza sanitaria nei due Paesi. I cittadini dell'UE potranno continuare a utilizzare la tessera TEAM che è stata sostituita dalla nuova tessera sanitaria GHIC in seguito alla Brexit. "La nuova tessera GHIC, viene rilasciata dal 1 gennaio 2021, a tutti i cittadini regolarmente residenti nel Regno Unito che ne fanno richiesta. Tutti coloro, che sono in possesso della tessera sanitaria TEAM in corso di validità, non devono fare richiesta della tessera GHIC, però, fino alla scadenza. Se ci si reca in Regno Uniti per brevi periodi è necessario munirsi della tessera TEAM, in modo da avere una copertura sanitaria in caso di emergenza." Tuttavia, " È importante sapere che la tessera TEAM non copre l’assistenza sanitaria privata o un eventuale rimpatrio aereo sanitario." Nel caso in cui la tessera TEAM viene smarrita o rubata durante il soggiorno si dovrà contattare l'organizzazione competente del paese di origine per richiedere un certificato sostitutivo provvisorio." conclude il patronato INAS in UK.(03/03/2021-ITL/ITNET)

"MONTRÉAL À L’ITALIENNE"

MONTREAL - All'inizio del 20° secolo, una nuova ondata di immigrazione dall'Europa arrivò in Québec e a Montréal. Tra questi immigrati, migliaia di italiani arrivarono con le loro tradizioni, valori e costumi, formando una delle più antiche ed importanti comunità culturali di immigrati a Montréal. Per mostrare il suo importante contributo alla vita economica, sociale e culturale di Montréal, così come l'ingegnosità, il talento e la resilienza di questa comunità, il museo Pointe-à-Callière, grazie al supporto dell’Istituto Italiano di Cultura, presenta la mostra “Montréal à l’italienne”, in programma dal 10 marzo e sino al 9 gennaio 2022. La mostra si concentrerà sulla vita quotidiana dei primi immigrati italiani a Montréal e sull'evoluzione che questa comunità ha subito nel secolo scorso. Per questa mostra, sono soprattutto i montrealesi ad affidare a Pointe-à-Callière i loro tesori di famiglia; oggetti riportati dall'Italia o realizzati qui a ricordo della vita vissuta. Non mancheranno oggetti che ovviamente illustreranno le tradizioni culinarie, ma rappresentano anche aziende emblematiche, eventi importanti o membri della comunità che si sono distinti nell'arte, negli affari o nello sport. Fotografie storiche, documenti audiovisivi e documenti d'archivio scandiranno i momenti salienti, a volte molto toccanti, vissuti dalle prime generazioni di immigrati. Il Museo ha realizzato una mostra che incontra gli italo-montrealesi, che mette le persone al centro della storia e che si traduce nel notevole contributo dei membri della comunità alla vita di Montréal. Grazie a proiezioni, audiovisive e produzioni teatrali, questa mostra vi immergerà nel cuore delle loro azioni e dei loro risultati in tutti i campi. Soprattutto, questa mostra porterà i visitatori in luoghi che hanno definito e ancora contraddistinguono questa comunità, come il lavoro sulle ferrovie e nel settore delle costruzioni, i caffè, come luogo privilegiato di socializzazione, la casa e le sue tradizioni culinarie e la chiesa come luogo di incontro. (aise)

IL PERSONAGGIO / ARTURO DI MODICA: L’ARTISTA SICILIANO CHE CONQUISTO’ NEW YORK

Roma - Intraprendente, audace e talentuoso. Arturo Di Modica, artista siciliano di fama internazionale, è stato questo e molto altro ancora. Diventato celebre in tutto il mondo per la sua opera più famosa “Charing Bull”, una scultura di più di 3 tonnellate realizzata in bronzo nel 1989, a New York, Arturo ha rappresentato e simboleggia ancora oggi una vera e propria eccellenza italiana, nonché un professionista unico nel suo genere. Una mente brillante, creativa e anche un po’ folle, venuta a mancare lo scorso 19 febbraio, tra gli affetti della sua città natale, dopo una lunga malattia. Nato nel gennaio del 1941 a Vittoria, in provincia di Ragusa, lo scultore nel 1973 si trasferì in America, a New York, nel quartiere di Soho, dopo aver studiato presso l’Accademia di Belle Arti a Firenze. Una carriera imprevedibile che fece subito parlare di sé, come quando nel 1977, in un blitz notturno al Rockfeller Center di New York, decise di lasciare per strada 60 tonnellate di sculture di marmo, allarmando l’intera città. Sebbene già in quell’occasione il nome di Arturo cominciò a girare tra i giornali di tutto il mondo, fu nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1989 che entrò a tutti gli effetti nella storia della metropoli americana e di tutto il mondo. Il possente Toro di Wall Street, installato dallo stesso scultore di fronte alla borsa di New York, non solo fu l’ennesima operazione rivoluzionaria e spettacolare dell’artista, ma divenne negli anni tra i monumenti più visitati della città. Simbolo di augurio e di buon auspicio della forza economica e delle finanze americane, in un grave momento di crisi dopo il crollo del 1987, la possente creatura di bronzo continua ancora oggi a rappresentare un forte segno di speranza per la borsa newyorkese, a pochi passi dalla sua storica sede, attualmente collocata presso il Bowling Green Park. L’opera, costata circa 360.000 dollari, venne realizzata interamente a spese dello stesso artista e installata abusivamente, senza alcuna autorizzazione da parte dell’amministrazione pubblica cittadina. Negli anni a seguire il genio dello scultore raggiunse anche l’altro lato del globo. Nel maggio del 2010 Arturo Di Modica realizzò a Shangai una scultura simile alla controparte americana, il “Bund Bull”: un’opera raffigurante un toro più giovane di quello installato a New York, simbolo della grande forza ed energia dell’economia cinese. Negli ultimi anni, tornato nella sua città di nascita in Sicilia, Arturo aveva cominciato a lavorare ad un ultimo grande progetto, i “Cavalli dell’Ippari”: una scultura alta più di 27 metri, una coppia di cavalli posti in Piazza Italia, a Vittoria. Un’opera incompiuta, divenuta un importante monumento in ricordo della vita del celebre artista, della sua sensibilità e del suo grande talento. (NoveColonneATG)