IL FUMETTO SULLA STORIA DELL’IMMIGRAZIONE ITALIANA IN BELGIO NELLE SCUOLE DI MONS

BRUXELLES - Il Consiglio Comunale di Mons, in Belgio, ha deliberato che verrà distribuita una copia del fumetto realizzato dal Comites di Bruxelles, Brabante e Fiandrein, “Una Storia Importante, 70 anni di immigrazione italiana in Belgio e oltre”,

a 1100 studenti delle scuole elementari della città. Il fumetto, promosso, finanziato e supportato dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, è stato realizzato in collaborazione con Antonio Cossu, illustratore di origine sarda residente in Belgio. Quest’opera si propone di raccontare la lunga e tormentata storia dell’immigrazione italiana in Belgio a un pubblico giovane, molto spesso non consapevole dei sacrifici fatti dagli italiani migrati all’estero in cerca di fortuna. La volontà del Comites belga di distribuire gratuitamente il fumetto nelle scuole, risponde proprio a questa esigenza. Un’opera inedita e originale, la cui creazione è stata guidata dal Presidente dell’InterComItEs Belgio, Raffaele Napolitano, che ha fortemente voluto coltivare un’azione che rappresentasse un ponte tra chi arrivò in Belgio nel secondo dopoguerra e le nuove generazioni, compresa quella della nuova emigrazione: “è importante conservare la memoria dei nostri antenati e trasmetterla alle generazioni più giovani che rappresentano il futuro, per non dimenticare i sacrifici fatti e lo spirito di comunità che ha sempre contraddistinto noi italiani”. L’opera è disponibile in francese e in italiano e, secondo quanto riferisce il Comites, vuole continuare la sua azione di sensibilizzazione e approfondimento storico attraverso la sua distribuzione nelle scuole di altre città belghe. (aise)

AL VIA LO SPORTELLO DIGITALE UNICO

ROMA – Dal 12 dicembre 2020, il portale Your Europe diventa lo Sportello Digitale Unico, il punto di riferimento a disposizione di cittadini e imprese europei per accedere online a informazioni aggiornate e facilmente comprensibili nella lingua nazionale di ciascun Paese, essere reindirizzati ai servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni, ricevere aiuto attraverso i diversi centri di assistenza. Lo Sportello Digitale Unico è una delle iniziative più importanti per migliorare il mercato unico europeo favorendo una maggiore mobilità per cittadini ed imprese ed è significativo – rileva la nota diffusa in proposito dal Dipartimento per le Politiche europee – che venga lanciato in questo momento storico così critico. Per le pubbliche amministrazioni lo Sportello rappresenta anche uno strumento per comunicare con gli utenti con un linguaggio meno burocratico, più chiaro e semplificato. E questo rappresenta un valore aggiunto anche in termini di maggiore efficienza e tempestività. Grazie allo Sportello Digitale Unico sarà più facile trovare informazioni sulle norme europee e nazionali applicabili a diversi eventi personali o professionali quali ad esempio i viaggi, il pensionamento, l’istruzione, l’occupazione, l’assistenza sanitaria. In caso di difficoltà o dubbi su queste norme, si potrà accedere anche ai servizi di assistenza e di risoluzione dei problemi. Tra due anni inoltre saranno online anche le informazioni di competenza delle autorità locali mentre dal 12 dicembre 2023 una serie di servizi – come l’immatricolazione di un’auto, la richiesta di una borsa di studio o di prestazioni pensionistiche – saranno accessibili interamente online, senza più bisogno di ricorrere ai documenti cartacei. In Italia, lo Sportello Digitale Unico coinvolge ben 19 siti web e sei centri di assistenza e il Dipartimento per le Politiche Europee assicura il raccordo delle amministrazioni nazionali interessate con la Commissione europea. Nel Dipartimento, opera anche il Centro di assistenza per il riconoscimento delle qualifiche professionali. (Inform)

SHOPPING DI NATALE CON CARTA DI CREDITO

Roma - Per lo shopping di Natale un acquisto su tre è pagato dagli italiani con la moneta elettronica spinta dalle preoccupazioni per il contagio da Covid e dalle ultime misure varate per favorire l’uso di bancomat e carte di credito. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Deloitte sulle tendenze del Natale 2020, in riferimento all’avvio per la prima volta in Italia dell’operazione cashback. Nonostante l’emergenza per Natale – sottolinea la Coldiretti – il 62% degli italiani ha dichiarato di considerare i negozi fisici come la principale meta per lo shopping natalizio a fronte di un 38% che predilige l’online. In particolare – continua la Coldiretti – lo shopping nei negozi è considerato migliore per le categorie di prodotto più discrezionali che richiedono maggiore attenzione nella selezione e anche un servizio di consulenza. Stiamo parlando – precisa la Coldiretti – di enogastronomia (84%), personal luxury goods (75%) e home décor e mobili (72%). Da segnalare- continua la Coldiretti – che il 32% dei consumatori dichiara di essere orientato a cercare soluzioni che consentano maggiore sicurezza, comodità e flessibilità, come acquistare online e ritirare in negozio con la finalità di diminuire le visite e riducendo conseguentemente gli affollamenti. Una modalità che si sta diffondendo in modo trasversale in tutti i settori compreso l’alimentare soprattutto nei confronti di fornitori di fiducia. Per il cibo si registra quest’anno in realtà una polarizzazione nei comportamenti di acquisto con la ricerca di prodotti del territorio da prendere direttamente dal produttore nei mercati o nelle fattorie degli agricoltori di Campagna Amica dove spesso – continua la Coldiretti – si realizzano show cooking degli agrichef per aiutare la riscoperta delle ricette natalizie della tradizione. Una scelta – conclude la Coldiretti – sostenuta dalla preferenza accordata all’acquisto di prodotti locali e Made in Italy anche per aiutare l’economia nazionale e garantire maggiori opportunità di lavoro a sostegno della ripresa in un momento di grande difficoltà. (NoveColonneATG)

IMU ALL’ESTERO/ GARAVINI (IV) CONSEGNA LE FIRME DEL COMITES ZURIGO ALLA PRESIDENTE CASELLATI

ROMA - “È meritevole l’impegno che il Comites di Zurigo ha profuso sul tema dell'Imu per i connazionali Aire”. Così Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta in Europa ricordando “l’importante raccolta firme” con cui il Comites “in piena pandemia è riuscito a coinvolgere centinaia di residenti italiani in Svizzera”. Proprio la senatrice ha consegnato personalmente le firme alla presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, con l’obiettivo, spiega, “di sensibilizzare il Parlamento sulla reintroduzione dell’esenzione per quegli italiani che, pur vivendo in un altro Paese, mantengono vivo il legame con il nostro Paese e possiedono ancora qui il loro immobile”. “Si tratta – conclude – di una misura della quale gioverebbe l’intero Paese, perché permetterebbe di coltivare quel circuito virtuoso anche dal punto di vista economico e turistico che gli italiani all’estero innescano nei confronti del loro Comune di origine”. (aise)

UNIMORE SEMPRE DI PIÙ INTERNAZIONALE, NUOVI ACCORDI CON ATENEI STRANIERI

Cresce la proiezione internazionale dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che proprio in questi giorni sta partecipando ad una serie di importanti appuntamenti ed eventi fieristici, tutti in forma virtuale, che la pongono in contatto con studentesse e studenti extra UE e realtà accademiche straniere, dai quali stanno scaturendo importanti accordi quadro, come quelli che hanno portato recentemente alla sottoscrizione di collaborazioni con 6 delle più prestigiose istituzioni universitarie israeliane. L’ultimo in ordine di tempo – si legge sul sito dell’ateneo - è quello stretto con l'Academic College di Tel Aviv Yaffo (Israele), che fa seguito agli accordi quadro già sottoscritti con Ben Gourion University of Negev, Gordon Academic College of Education, Hebrew University of Jerusalem, Beit Berl College e Bar Ilan University, tutti quanti rinomati istituti di alta formazione israeliani. Lo stretto legame avviato con il Paese medio-orientale è la conseguenza di una Roadshow virtuale, che si è tenuta nel mese di settembre, tra Atenei italiani e israeliani, cui Unimore ha potuto partecipare. La prima edizione di questo appuntamento, in versione virtuale a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia da COVID-19, si è tenuto il 7 e 8 settembre scorso per iniziativa dell’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv, in collaborazione con il Council for Higher Education (CHE) israeliano. L’obiettivo degli enti promotori era di far conoscere alle istituzioni di istruzione superiore israeliane le opportunità di collaborazione in campo didattico, per la mobilità e per la ricerca tra i due Paesi, stimolando la nascita di nuovi partenariati e favorire le relazioni fra istituzioni di Alta Formazione italiane e israeliane.“Gli scambi accademici e la collaborazione in moltissimi campi della ricerca tra Italia e Israele sono di lunga data e proficui, ma – spiega il Prof. Alessandro Capra, Delegato del Rettore Unimore alla Internazionalizzazione - c’è ancora un grande potenziale da sfruttare, grazie alla complementarità dei sistemi economici dei due Paesi e all’Accordo bilaterale per la collaborazione nella ricerca e sviluppo nei settori industriale, scientifico e tecnologico. Tale potenziale può realizzarsi con un ampliamento degli scambi di studenti/esse e di staff accademico ma anche con l’istituzione di corsi di laurea magistrale e di dottorato a doppio titolo”. A ciascuna edizione annuale partecipano 10-12 atenei italiani a rotazione, scelti in base a distribuzione geografica, livello di internazionalizzazione, offerta didattica in lingua inglese, esistenza di accordi con controparti israeliane. La manifestazione ha consentito, oltre alle presentazioni dei due sistemi universitari e degli atenei italiani, lo svolgimento di incontri bilaterali per uno scambio diretto su possibili partnership didattiche e di ricerca e un momento di dibattito tra i delegati per l’internazionalizzazione di alcune delle università partecipanti sulle odierne sfide per l’istruzione superiore in un contesto internazionale. (NoveColonneATG)

SINDACATI ITALIANI NEL MONDO - EUROPA - VISENTINI (SEGR.GEN.CES): CON SURE SOSTEGNO 42 MILIONI LAVORATORI MA IN 7 STATI UE LAVORATORI AUTONOMI E NO STANDARD SENZA SOSTEGNO

"Un quarto degli Stati membri ha fornito un sostegno al reddito minimo o nullo per i lavoratori autonomi o precari durante la crisi Covid, nonostante l'UE abbia messo a disposizione fondi per tale sostegno. Le misure di sostegno al reddito e al lavoro, realizzate con l'aiuto del programma SURE da 100 milioni di euro dell'UE, hanno sostenuto 42 milioni di lavoratori nel pieno della crisi a maggio. La Commissione Europea ha dichiarato esplicitamente che i prestiti d'emergenza "aiuteranno gli Stati membri a coprire i costi direttamente legati al finanziamento dei programmi nazionali di lavoro a tempo ridotto e altre misure simili ... in particolare per i lavoratori autonomi". Ma i lavoratori non standard sono stati lasciati senza sostegno sufficiente in sette Stati membri: Bulgaria, Croazia, Cipro: non hanno incluso il sostegno ai lavoratori autonomi nella richiesta di fondi SURE. Germania: i lavoratori subordinati e autonomi non hanno accesso alle indennità di lavoro a tempo ridotto né alle indennità di disoccupazione. Ungheria: indennità solo per i lavoratori autonomi nel settore della ristorazione e del turismo. Italia: indennità una tantum di 2-3 mesi durante la prima ondata per i lavoratori autonomi, stagionali e atipici. Durante la seconda ondata, solo categorie limitate di lavoratori vengono supportate in un minor numero di settori. La maggior parte dei lavoratori autonomi, stagionali e non standard non riceve alcun sostegno. Spagna: Non includeva il sostegno ai lavoratori autonomi nella richiesta di fondi SURE. I contratti a tempo determinato, i lavoratori domestici, i lavoratori atipici e i lavoratori autonomi non sono coperti da alcuna compensazione di reddito né sussidi, ad eccezione del settore turistico. Le informazioni sono state raccolte dalle affiliate nazionali della CES e sono incluse in un nuovo briefing sulle misure adottate per proteggere i posti di lavoro e i redditi durante la pandemia. La CES e le associazioni europee dei datori di lavoro hanno inviato una lettera congiunta ai ministri delle finanze dell'UE e alla Commissione europea per chiedere di colmare le lacune a sostegno dei lavoratori non standard. Il segretario generale della CES Luca Visentini è intervenuto affermando: “Milioni di posti di lavoro sono stati salvati durante la pandemia grazie a programmi di lavoro a breve termine vinti dai sindacati, ma troppi lavoratori hanno visto peggiorare la loro condizione a causa delle lacune lasciate nel sostegno. “Quest'anno molti lavoratori autonomi e precari sono stati lasciati con un sostegno finanziario minimo o nullo, il che è completamente inutile quando l'UE ha offerto denaro agli Stati membri specificamente per aiutare questi lavoratori. “Queste lacune nel sostegno hanno contribuito all'aumento della disoccupazione nell'UE di 2 milioni nell'ultimo anno, con i giovani e le donne le più colpite. "I regimi di lavoro a tempo ridotto devono essere estesi fino a una reale ripresa economica, non solo nella durata ma anche nella portata, in modo che coprano i lavoratori autonomi e precari in tutti i paesi".(14/12/2020 -ITL/ITNET)