SCALABRINIANE: L’EMERGENZA COVID NON FERMA LE TRAGEDIE DEL MEDITERRANEO

ROMA – “L’ennesima tragedia nel Mediterraneo con 6 migranti morti è l’ennesimo segnale dato ai Governi d’Europa e del Mondo che le crisi del pianeta non si sono fermate per l’emergenza Covid e che è opportuno intervenire.

E’ grazie alle Ong che sono stati salvati in 100 e l’impegno di Open Arms è stato provvidenziale ed essenziale”. A parlare è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane. “I volontari impegnati nelle organizzazioni non governative in tutto il Mediterraneo si confermano fondamentali – spiega suor Neusa – Bambini, donne, uomini in cerca di speranza fanno di tutto per fuggire dalle loro condizioni di crisi, miseria, dove sono vittime di violenza. In un momento critico per la loro vita trovano donne e uomini che hanno scelto di essere loro accanto. Questa è una delle espressioni più alte e belle della solidarietà e della misericordia. Preghiamo per le vittime, ennesime persone condannate a un tormento terreno per un reato commesso, quello di sognare”. (Migrantes online/Inform)

“LA NOTTE PORTA LA SCIENZA!”: IL CNR PER LA NOTTE DEI RICERCATORI

ROMA - Il Consiglio nazionale delle ricerche anche quest’anno partecipa alla Notte europea dei ricercatori, manifestazione che si terrà domani, venerdì 27 novembre. L’evento, indetto dalla Commissione Europea ha lo scopo di sensibilizzare la società ai temi e alle professioni legate alla ricerca scientifica. Il Cnr, con la sua rete di istituti diffusi in tutta Italia, propone in modalità online laboratori, proiezioni, esperimenti, spettacoli, talk e conferenze. Coinvolte anche Torino, Genova, La Spezia, Bologna, Modena, Livorno, Pisa, Roma, Napoli, Pozzuoli, Avellino, Bari, Lecce, Tito Scalo, Lamezia Terme, Rende, Catania, Palermo. L’intero programma del Cnr disponibile a questo link. (aise)

IRPINIA, IL CGIE RICORDA GLI EMIGRATI CHE SCOMMETTONO SULLE ORIGINI

Roma - “Sono trascorsi 40 anni dal terremoto che devastò l’Irpinia e le aree delle regioni limitrofe. Ripensare quel periodo riporta in molti connazionali all’estero l’angoscia di un’epoca vissuta tra il bisogno di lasciar un mondo senza speranza di futuro e il richiamo alle origini per partecipare alla ricostruzione di un territorio, che doveva continuare a forgiare la propria cultura per trasmettere abitudini, storie e modi di vivere unici”. Lo afferma Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero. “In quattro anni l’Italia era stata scossa da terremoti - ricorda Schiavone -: prima il Friuli, successivamente l’Irpinia. Stesso dolore, stessi patemi ma due risposte diverse attraversate dalla solidarietà nazionale e dagli interventi della protezione civile. In un breve periodo l’Italia si era ritrovata in ginocchio a curarsi le ferite e si rialzò con due diversità velocità. Da una parte l’efficienza, dall’altra la lungaggine della ricostruzione, che spinse l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, a raggiungere immediatamente i luoghi della tragedia per affermare la presenza dello Stato e delle istituzioni. Non si trattava di episodi sismici casuali ma del reiterarsi di fenomeni abitudinari che fanno dell’Italia un paese che vive in simbiosi con i terremoti. Dopo l’Irpina si sono verificati altri terremoti, alcuni con identiche intensità distruttive che hanno colpito la città de L’Aquila e le regioni del centro Italia. E ancora oggi persistono i problemi causati da abusi nello sfruttamento edilizio del suolo”. “A tanti anni di distanza ricordare il terremoto dell’Irpina da parte del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero vuole essere una proiezione a ritroso di fotogrammi in bianco e nero rimasti indelebili nella memoria di associazioni e di organizzazioni italiane e straniere che si mobilitarono con uno straordinario slancio di solidarietà, che coinvolse famiglie, amministrazioni e singoli cittadini accorsi in quei piccoli comuni arroccati sulle montagne e distrutti dall’impeto funesto di una forza distruttiva. Guardare a ritroso ci aiuta a pensare e constatare come da quelle rovine siano nati figli migliori e apprezzare il sacrificio di molti emigrati, che nonostante la tragedia hanno continuato a scommettere sulle loro origini, sui loro luoghi natii senza recidere i legami con quel mondo che oggi guarda al futuro con occhi diversi”, conclude Schiavone. (NoveColonneATG)

OSSERVATORIO INPS SUGLI STRANIERI CON I DATI 2019: 3.304.583 SONO LAVORATORI ATTIVI, 252.276 PENSIONATI E 259.495 PERCETTORI DI PRESTAZIONI A SOSTEGNO DEL REDDITO

ROMA – Per la prima volta l’Inps pubblica un osservatorio sugli stranieri distinti tra non comunitari, se in possesso di regolare permesso di soggiorno, e comunitari se nati in un Paese estero dell’UE. Nell’anno 2019 sono 3.816.354 i cittadini stranieri, comunitari e non, rilevati nella banca dati dell’Inps, di cui 3.304.583 (86,6%) sono lavoratori attivi, 252.276 (6,6%) pensionati e 259.495 (6,8%) percettori di prestazioni a sostegno del reddito. Il 67,7%, pari a 2.583.886 stranieri, proviene da Paesi extra UE, 305.875 (8,0%) da Paesi UE15 e 926.593 (24,3%) da altri Paesi UE. L’analisi dei dati per Paese di provenienza rileva, in proporzione, la presenza di 756.217 Romeni, che rappresentano il 19,8% di tutti gli stranieri regolarmente presenti in Italia; seguono Albanesi (343.923, 9,0%), Marocchini (286.835, 7,5%), Cinesi (217.945, 5,7%), Ucraini (175.997, 4,6%) e Filippini (124.411, 3,3%). Tra i cittadini stranieri prevale il genere maschile (55,2%), soprattutto tra pakistani (95,2%), bengalesi (94,4%), egiziani (93,2%), senegalesi (85,9%) e indiani (82,6%). Le donne prevalgono invece tra i cittadini provenienti da Ucraina (81,1%), Moldova (68,1%), Perù (60,2%) e Filippine (58,2%). Per quanto riguarda l’età i non comunitari sono generalmente più giovani: il 46,5% ha meno di 39 anni contro il 36,9% degli stranieri UE; il 44,7% ha tra i 40 e i 59 anni (50,3% UE) e solo l’8,7% ha più di 60 anni (12,8% UE). Il 60,8% degli stranieri in Italia nel 2019 risiede o lavora in Italia settentrionale, il 24,1% in Italia centrale e il 15,1% in Italia meridionale e Isole. Al nord e al centro prevalgono gli stranieri provenienti da Paesi extra UE rispetto agli stranieri provenienti dai Paesi UE (rispettivamente 70,8% e 65,6%), al sud il divario tra le due aree di provenienza è meno marcato con gli stranieri extra UE regolari sotto il 60% (58,6%). Rispetto alla popolazione residente, al nord l’incidenza straniera regolare è di 8,7 su 100 residenti, al centro 7,7, al sud e isole 2,8. Tra i lavoratori stranieri i lavoratori dipendenti sono 2.836.998, con una retribuzione media annua di 13.770,93 €., di questi 2.002.034 lavorano nel settore privato non agricolo (r.m.a. 16.182,19 €), 300.555 nel settore agricolo (r.m.a. 7.304,25 €), mentre i domestici sono 534.409 (r.m.a. 8.374,63 €). I pensionati sono 252.276, con un importo medio annuo pari a 10.278,02 €: il 49,9% (125.820) ha una prestazione assistenziale, mentre coloro che percepiscono una pensione di tipo previdenziale sono 89.306 (il 35,4%); 15.471 (6,1%) sono i titolari di pensioni indennitarie e 21.679 (8,6%) titolari di due o più pensioni. (Inform)

ACCOMPAGNARE GLI ITALIANI ALL’ESTERO NELLA TRANSIZIONE VERSO LO SPID: GARAVINI (IV) INTERROGA DI MAIO

ROMA - La Farnesina, in coordinamento con il Dipartimento per la trasformazione digitale, potrebbe “prevedere un periodo di transizione nel quale sia ancora possibile per gli italiani all'estero accedere ai servizi consolari, anche nel caso in cui siano sprovvisti di un'identità digitale”, coinvolgendo anche i patronati. È una delle richieste contenute nella interrogazione che Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta in Europa, indirizza al Ministro degli esteri Luigi Di Maio. “Il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione è stato avviato con la legge 7 agosto 2015, n. 124, dal Governo pro tempore Renzi, ed è stato ripreso dai successivi governi con l'obiettivo meritorio di rendere la pubblica amministrazione più efficiente ed accessibile, continuando a procedere nell'implementazione anche nei mesi di lockdown”, si legge nella premessa. “La digitalizzazione dei servizi pubblici ha opportunamente coinvolto anche gli italiani iscritti all'AIRE, attraverso, ad esempio, l'erogazione all'estero della CIE, la carta di identità elettronica, prevista dal decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, come pure una serie di altri servizi attraverso il portale dei servizi consolari del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale "Fast IT"; allo stesso tempo, però, l'utilizzo della CIE, e, analogamente, l'utilizzo dello "SPID" o della firma digitale, come presupposto vincolante per la fruizione di servizi pubblici in via telematica, rischia di pregiudicarne l'esercizio, a causa dell'incapacità di numerosi connazionali di farvi ricorso”. “Documenti elettronici e identità digitali, infatti, non sono ancora diffusi capillarmente presso i connazionali all'estero”, informa la senatrice. “Molti di loro non hanno dimestichezza nell'uso di servizi digitali, a causa delle carenti competenze in ambito telematico o a seguito della mancanza delle necessarie dotazioni tecnologiche” ma “un numero sempre maggiore di servizi dedicati agli italiani nel mondo a breve termine sarà accessibile solamente attraverso autenticazione digitale”. Ad esempio, “a partire dal 28 febbraio 2021, il portale "Fast IT", con il quale ci si può iscrivere all'AIRE, od il portale "Prenota on line ", che serve a prenotare un appuntamento presso gli uffici consolari, potranno essere accessibili esclusivamente con SPID o con la carta di identità elettronica”. Per questo, Garavini chiede di sapere “se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, in coordinamento con il Dipartimento per la trasformazione digitale, prevedere un periodo di transizione nel quale sia ancora possibile per gli italiani all'estero accedere ai servizi consolari, anche nel caso in cui siano sprovvisti di un'identità digitale; se non ritenga a tal fine opportuno ricorrere all'ausilio della rete dei patronati, enti già consolidati nell'assistenza agli italiani nel mondo, per tutti i servizi di carattere anagrafico, fiscale, burocratico e amministrativo” e “se non ritenga opportuno stilare al più presto una convenzione tra il Ministero e i patronati per l'erogazione dei servizi di assistenza agli iscritti all'AIRE, avente ad oggetto lo svolgimento di pratiche consolari o anagrafiche che comportino l'impiego di un'identità digitale o il ricorso a uno sportello di identity provider, attribuendo altresì loro il legittimo riconoscimento per l'attività svolta”. (aise)

SCHIAVONE (CGIE): RIFORMARE LA RETE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

Roma - “Anche i 18 parlamentari eletti all’estero sono intervenuti chiedendo interventi diretti al governo ma, nell’ambito delle migrazioni italiane all’estero, c’è ancora bisogno di un profondo rinnovamento, di riforme che adeguino gli aspetti legislativi a quella che è la realtà delle comunità degli italiani all’estero”. Così il segretario generale del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, Michele Schiavone, il 20 novembre nel corso della presentazione del volume del Centro Altreitalie “Il mondo si allontana? Il Covid-19 e le nuove migrazioni italiane”. “L’emergenza sanitaria di per sé ha messo in luce le fragilità del sistema Italia in rapporto alle comunità dei propri cittadini residenti in giro per il mondo – ha spiegato – Questa situazione, che dura da più di 8 mesi, è emersa in tutta la sua virulenza, riportando alla luce le criticità che riguardano l’organizzazione del mondo degli italiani all’estero”. Ma è stato proprio “in questi mesi di difficoltà che è emerso il senso della responsabilità e della solidarietà, anche con interventi spontanei”. Il segretario generale del Cgie ha ammesso che “non ci saremmo mai immaginati questa situazione. Il nostro paese ha però bisogno di riorganizzare le proprie reti” per “riportare gli italiani all’estero invisibili al centro della cittadinanza”. (NoveColonneATG)