IL CGIE RICORDA LA TRAGEDIA DI MATTMARK

Roma - Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ricorda la tragedia di Mattmark, un villaggio situato nelle alpi svizzere del cantone vallese, dove il 30 agosto del 1965 persero la vita 88 lavoratori, tra questi 56 italiani:

“Sono trascorsi cinquantacinque anni da quel dramma, che si consumò ai piedi del ghiacciaio Allalin, dal quale si staccò un enorme blocco di materiale composto di neve, ghiaccio e rocce per scendere a valle e terminare la sua caduta sul cantiere dove alloggiavano e lavorano diverse centinaia di operai: donne e uomini. Era quello –si legge in una nota del Cgie - il periodo delle costruzioni di grandi opere pubbliche. La diga di Mattmark sarebbe stata la più grande costruzione di un bacino per produrre energia elettrica efornire corrente a numerosi comuni svizzeri. Quindi avrebbe contribuito a generare ricchezza, sviluppo, progresso e civilizzazione. Quelle opere sono il lascito di una generazione di uomini e donne che sapevano di contribuire al futuro e allo sviluppo sociale ed economico di interi territori, società e famiglie. La gratitudine non verrà meno, neanche a distanza di anni, verso coloro che con grandi sacrifici hanno creato le condizioni per modernizzare e rendere meno duri i tempi della vita”. “I nostri emigranti sono stati pionieri di numerose storie straordinarie, memorabili e di successo che, in particolare a Mattmark come a Marcinelle e altrove nel mondo, purtroppo hanno dato un tributo in termini di vite umane. Nella commemorazione del 55esimo anniversario della tragedia di Mattmark a loro e alle loro famiglie, ai figli dei nostri connazionali emigrati, è rivolto il nostro pensiero e la nostra gratitudine” conclude la nota firmata da Michele Schiavone, Segretario Generale Cgie (NoveColonneATG)

REFERENDUM IN SVIZZERA: LA FCLIS PER UN “NO” CONVINTO ALL’INIZIATIVA PER LA “LIMITAZIONE” DELL’IMMIGRAZIONE

ZURIGO - “L'obiettivo della cosiddetta “iniziativa per la limitazione”, promossa dall'Unione democratica di centro (UDC) in Svizzera, in votazione il prossimo 27 settembre, è semplice e dichiarato: la Svizzera deve poter tornare a gestire autonomamente la politica immigratoria, e, a tal fine, va abrogato l’accordo sulla libera circolazione delle persone con l'Unione Europea. Nessun margine per la confusione. Contrariamente a quanto accaduto il 9 febbraio del 2014 (con 1.463.554 sì e 1.444.552 no, gli svizzeri avevano approvato l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”) nessun potrà dire di non essersi reso conto di quale sia la posta in gioco”. A dirlo è la Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera, commentando sulla propria newsletter l’imminente Referendum in terra elvetica riguardo l’immigrazione, che cambierebbe il sistema inficiando anche sugli italiani residenti nel paese. “Non è un caso che il Consiglio federale, tutte le forze politiche (eccezion fatta ovviamente per l’Udc e la Lega dei ticinesi) e la gran parte del mondo economico si siano dichiarati contrari all’iniziativa. Tutti, indistintamente, ne sono consapevoli: in discussione ci sono gli equilibri che regolano i rapporti fra la Confederazione e l’Unione europea. Perché, checché se ne dica, affossando l’accordo sulla libera circolazione delle persone - per via della cosiddetta, e inequivocabilmente esplicita, clausola ghigliottina - si affossano anche gli altri accordi bilaterali, che sin qui, con non poco beneficio, hanno consentito alla Svizzera, in un contesto irrimediabilmente interdipendente, di non restare isolata nel bel mezzo dell’Europa”. Una prospettiva, quest’ultima, “decisamente inaccettabile da un Paese che vede oltre il 50% delle proprie esportazioni approdare negli stati dell’Ue. Questa è la prosa che racconta di una votazione sul cui esito si può tentare l’azzardo di un pronostico. Perché a definirlo saranno soprattutto degli interessi molto materiali: direttamente o indirettamente economici, direttamente o indirettamente influenzati dal/ e influenzanti il/mercato del lavoro. È con questa consapevolezza che, fedeli alla storia di un movimento che la forza degli ideali l’ha espressa nel proprio nome, non accantoniamo la poesia di chi vorrebbe che a trionfare fossero ragioni di civiltà: quelle che solitamente mettono al centro l’uomo (Mensch), che ritengono che libertà e uguaglianza siano privilegi da condividere”. “Nel caso specifico - conclude la Fclis -, interessi materiali e ragioni ideali convergono: il prossimo 27 settembre all’Iniziativa per la limitazione si vota NO”. (aise)

REFERENDUM, GARAVINI (IV): RIFORMA? NO, CONTENTINO PER L’ANTIPOLITICA

Roma - "C‘è chi definisce il taglio dei parlamentari una riforma epocale. Di epocale ha solo la diminuzione della democrazia. Si tagliano in maniera lineare i parlamentari eletti senza considerare la proporzionalità con gli elettori da rappresentare. Così facendo, si penalizza fortemente la rappresentanza dei diritti, soprattutto in alcuni territori. Diventiamo il Paese in Europa con il maggiore divario tra eletti ed elettori. Tutto questo per ottenere un risparmio che equivale a un caffè all’anno per ogni italiano”. Lo dichiara la Senatrice Laura Garavini, Vicepresidente Commissione Esteri e Vicepresidente vicaria Gruppo Italia Viva-Psi. “Diminuire i parlamentari senza riparametrare la rappresentanza vuol dire indebolire la democrazia, non aumentarla. Vuol dire dare un contentino facile all’antipolitica. In sintesi, fare populismo”. (NoveColonneATG)

RICERCA E INNOVAZIONE: L'UE PREMIA 53 GIOVANI ITALIANI

BRUXELLES - La Commissione Europea ha annunciato poco fa che ben 53 giovani ricercatori italiani all’inizio della loro carriera sono i vincitori del concorso del Consiglio europeo della ricerca. Nell'ambito del programma di ricerca e innovazione dell'UE, Horizon 2020, le sovvenzioni aiuteranno i ricercatori a realizzare progetti innovativi in diverse discipline scientifiche: dalla ricerca sulla salute all'adattamento ai cambiamenti climatici, dalle nanoplastiche alla musicalità comunicativa. “Con le sovvenzioni del Consiglio europeo della ricerca, l'UE sta sfruttando il talento e la curiosità di alcune delle migliori giovani menti d'Europa - ha spiegato Mariya Gabriel, Commissaria per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù -. Le loro idee sono destinate a aprire nuove strade e individuare metodi alternativi per affrontare le sfide urgenti nei settori della salute, dell'energia, delle tecnologie digitali, e oltre. La nostra ambizione di affrontare efficacemente le crisi attuali e future dipende dalla nostra forte volontà di supportare ininterrottamente e sempre più la ricerca di alto livello alle frontiere della nostra conoscenza”. I progetti che verranno condotti in Italia saranno 20, distribuiti in 14 università e centri di ricerca. Permetteranno la creazione di nuovi posti di lavoro per borsisti post-dottorato, dottorandi e altro personale presso le istituzioni ospitanti. E permetteranno anche il tanto auspicato rientro in patria di ricercatori italiani come Michele Tamagnone che dall’Harvard University si trasferirà alla Fondazione istituto italiano di tecnologia con una ricerca sull’ingegneria quantistica per dispositivi optoelettronici. A livello europeo, il concorso ha riguardato 436 ricercatori valutati come vincenti tra 3.272 proposte, con un investimento totale di €677 milioni di euro. (aise)

LA FIEI SOSTIENE LE RAGIONI DEL NO ALLA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI

ROMA – La Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione (Fiei) interviene sul referendum costituzionale del 20 e 21 settembre segnalando il suo sostegno alle ragioni del no alla riforma che riduce il numero dei parlamentari. In particolare la Fiei sottolinea la sua contrarietà alla riduzione del numero dei parlamentari eletti all’estero “in un contesto di grande crescita delle nostre collettività emigrate: in 15 anni si è passati dai 3 milioni ai 6,2 milioni di italiani all’estero (dati Anagrafe Consolare), mentre la popolazione residente in Italia continua a diminuire, come confermato dall’ultimo rapporto demografico dell’Istat 2019”. “A fronte del raddoppio della presenza all’estero, la riforma costituzionale ha ridotto di un terzo la componente parlamentare dell’estero – segnala la Fiei, ritenendo che tale riduzione arrechi “un vulnus al principio costituzionale della parità di voto tra cittadini a prescindere dalla loro residenza: i 5,4 milioni all’estero (dati Aire) avranno 4 senatori; il Trentino-Alto Adige, con un milione di residenti, ne avrà 6”. Inoltre la Federazione ribadisce come “la decisione di non rinviare la scadenza referendaria nel contesto di pandemia che affligge ancora molti paesi comporterà gravi difficoltà nell’organizzazione del voto di oltre un milione e mezzo di elettori nelle Americhe, in Africa e Australia” e ritiene la “campagna di informazione verso tutte le nostre comunità all’estero insufficiente”. (Inform)

PESCHERECCI SICILIANI SEQUESTRATI DALLA LIBIA: FLAI CGIL CHIEDE AI GOVERNI REGIONALE E NAZIONALE AVVIINO INTERLOCUZIONE CON EUROPA PER RISOLVERE QUESTIONE E METTERE FINE A SITUAZIONI COME QUESTE

https://www.cgilsicilia.it/wp-content/uploads/2020/09/peschereccio_siciliano.jpgPalermo 3 set- Sul sequestro da parte delle autorità libiche di due imbarcazioni da pesca delle marinerie di Mazara del Vallo e Ragusa interviene la Flai Cgil Sicilia auspicando “una rapida soluzione per questa crisi diplomatica e politica. Chiediamo al Governo regionale e a quello nazionale – scrivono in una nota Filippo Romeo , segretario regionale Flai responsabile per il settore pesca e Giovanni Di Dia, segretario generale della Flai-Cgil di Trapani- di avviare una interlocuzione con le istituzioni europee per mettere fine a questa situazione di grave incertezza che vede protagonisti, loro malgrado, lavoratori che pagano lo scotto della grande instabilità politica dell’ intera area”. I due esponenti della Flai esprimono parole di condanna per “questo ennesimo atto di forza da parte delle forze militari libiche- affermano- nei confronti di lavoratori armati solo delle difficoltà che incontrano ogni giorno per mantenere le proprie famiglie. Lavoratori. Aggiungono i due sindacalisti- che negli anni si sono contraddistinti per la loro azione umanitaria nei confronti di tanti profughi che nel Mediterraneo vedono una via per sfuggire dalle loro condizioni di disagio”. 2020 dac