MUSEO REGIONALE DELL'EMIGRAZIONE DEI PIEMONTESI NEL MONDO ·

Molti emigrati piemontesi, in Argentina, investirono sulla terra. L'acquisto di un terreno era uno degli obiettivi principali, se non la ragione alla base del viaggio.

Essendo esperti nella coltivazione della vite, i contadini piemontesi, cercarono di sviluppare tale attività, ma per poterlo fare escogitarono un piccolo trucco. Si portavano in valigia le talee di vite per poterle poi coltivare nel nuovo paese. Alcuni, facevano un buco nella patata, inserivano la talea, la mettevano dentro un baule (al buio) e poi se la portavano dall'altra parte dell'oceano. Naturalmente, tali coltivazioni ebbero successo grazie anche al clima: quando in Italia è inverno, in Argentina è estate. La fotografia che vedete sotto ritrae una famiglia di agricoltori piemontese in Argentina, nel 1913.

GUIDARE UN’IMPRESA OGGI: DA CNA 4 INCONTRI ONLINE PER ESSERE COMPETITIVI

ROMA - Una bussola per orientarsi nei mari agitati, dal covid e non solo. “Guidare un’impresa oggi” è il tema dei quattro incontri online organizzati dalla CNA di Roma in collaborazione con l’Università Tor Vergata, in programma dal 25 giugno al 16 luglio. “In momenti di turbolenza, navigare a vista può essere molto pericoloso. Il contesto cambia rapidamente, aprendo rischi e opportunità. Le imprese hanno bisogno di comprendere, adattarsi e re-indirizzarsi”, riflette Cna. “Se le grandi imprese hanno più mezzi per farlo, sono anche più pesanti e lente ad affrontare il cambiamento. Le PMI possono essere più agili, ma per aver successo devono dotarsi di strumenti e capacità per guidare nella turbolenza: visione, strategia, leadership, gestione del cambiamento. Non sono doti naturali di un imprenditore, né approcci complessi adatti solo alle grandi imprese. Sono strumenti, semplici ma rigorosi, dalla grande potenzialità, che ciascuno piccolo imprenditore-manager di un'impresa moderna dovrebbe avere nel suo bagaglio”. Per questo, CNA di Roma ha organizzato un percorso formativo di quattro webinar per approfondire l'utilizzo di questi strumenti. Gli incontri saranno tenuti da Vittorio Cesarotti, Professore e Direttore EMBA dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Tutti inizieranno online alle 17.30. Si comincia il 25 giugno con “Capire il contesto esterno e come essere competitivi”; si prosegue il 2 luglio con “Formulare e sviluppare la strategia”; il 7 luglio con “Condurre la strategia nel quotidiano” e si chiude il 16 luglio con “L'imprenditore, gli stakeholder e i dipendenti”. Tutte le informazioni su modalità e costi sono disponibili qui: http://www.cnaroma.it/guidare-un%E2%80%99impresa-oggi-4-incontri-online-essere-competitivi#block-webform-block-current. (aise)

WEB SERIE DI 9COLONNE: DA “CARTOLINE DALL’ALTRA ITALIA” A “STUDY-IN-ITALY”

(NoveColonneATG) Roma – “Cartoline dall’altra Italia – L’Italia nel futuro” è la web serie realizzata da 9Colonne, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, che punta i riflettori sul mondo della ricerca e sul contributo dei nostri connazionali all’estero. La serie “Cartoline dall’altra Italia” continua così il suo viaggio alla scoperta del mondo della nuova emigrazione: riallaccia i contatti con i connazionali che hanno deciso di provare un’esperienza all’estero, mantenendo con le loro testimonianze quel filo indivisibile che li lega all’Italia. Le videointerviste sono visibili sul sito 9colonne.it o sul canale Youtube di Nove Colonne e su tutto il circuito del Maeci. Per rivedere tutte le puntate: http://9colonne.it/category/1109/l-italia-nel-futuro È possibile pubblicare online gratuitamente i contenuti della web serie. La riproduzione è consentita citando la fonte. Sul sito di 9colonne anche le puntate della serie Study in Italy che potete rivedere a questo link: https://www.9colonne.it/category/1110/study-in-italy. La serie racconta la storia di giovani studenti stranieri che hanno scelto di studiare nel nostro Paese.

IN BRASILE, OGNI MINUTO 25 MALATI IN PIÙ DI COVID. UNA CATASTROFE FIRMATA BOLSONARO

Ogni minuto di ieri, ci sono stati venticinque malati di Covid in più, per un totale di 37.278. Il record assoluto da quando è cominciata la pandemia in Brasile, il 25 febbraio. Nelle ultime 24 ore, inoltre, le vittime sono state 1.388, per un totale di oltre 45mila. Sono questi gli ultimi dati del consorzio di ricerca indipendente creato dai principali media nazionali. Cifre un po’ superiori rispetto al bollettino del ministero della Salute che parla di 34.918 casi e 1.282 decessi. In ogni caso, di questo passo, entro la fine della settimana il Paese supererà il milione di contagi. E il ritmo non accenna a rallentare. Anzi, al contrario, sembra condannato ad incrementarsi ulteriormente secondo gli esperti poiché al picco sembrano mancare ancora diverse settimane. Il Gigante del sud è in ginocchio a causa del coronavirus. Eppure, su impulso del presidente Jair Bolsonaro, uno dopo l’altro, gli Stati cominciano a uscire dal lockdown, incluso Rio de Janeiro, quello con il tasso di letalità più elevato: il 10 per cento, quasi il doppio rispetto alla media nazionale, con quasi 8mila morti confermati e altri 1.163 sospetti. Da due giorni, anche nella regione carioca hanno riaperto i battenti i centri commerciali, ristoranti, bar e centri sportivi. Con buona pace dei medici che denunciano il collasso del sistema sanitario. Altro punto critico sono l’Amazzonia che sfiora ormai i 200mila casi, con più di 8.300 vittime, in base ai dati della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam). Di questi, 249 sono indigeni: ben 75 dei 305 popoli nativi sono stati colpiti dall’infezione. E i numeri sono ovviamente sottostimati data la scarsità di test. Il Consiglio indigenista missionario – organismo della Conferenza episcopale brasiliana – ha denunciato con preoccupazione l’incremento del contagio nei villaggi indios del sud-est del Pará, dove i malati sono centinaia e centinaia. A preoccupare, in particolare, i popoli Suruí Aikewara, Assurini e Xikrin, non lontane dalla ferrovia del Carajás dell’azienda Vale, nel cui stabilimento, nel municipio di Parauapebas, c’è stata un’esplosione del virus. I Suruí devono, al contempo, affrontare un’emergenza alimentare, poiché l’epidemia ha impedito loro di svolgere i normali lavori, soprattutto la preparazione della farina di manioca, da cui traggono il sostentamento. «Ora dipendono dai rifornimenti di cibo, ma questi arrivano con il contagocce», ha affermato suor Zélia Maria Batista, delle religiose catechiste francescane. Il Covid, inoltre, ha raggiunto anche la remota frontiera del Pará con il Suriname, dove vivono due popoli in isolamento volontario. Secondo fonti locali, il focolaio sarebbe stata la base militare aerea del villaggio di Missão Tiriyó. by Raiawadunia Lucia Capuzzi per AVVENIRE

SEMINARIO GIOVANI PALERMO: IL RESOCONTO VIDEO DELL’EVENTO

(NoveColonneATG) Roma - Dal 16 al 19 aprile 2019 si è tenuto a Palermo il Seminario dei giovani italiani nel mondo, per iniziativa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). Un momento di incontro e un’occasione per creare una rete di giovani italiani nel mondo. In questo video la voce dei protagonisti e i momenti più emozionanti della manifestazione. Ecco il link: https://www.youtube.com/watch?time_continue=4&v=avw5Cl--FjQ

È possibile pubblicare online gratuitamente il video. La riproduzione è consentita citando la fonte.

MIGRANTI: CGIL, BASTA MORTI PER SFRUTTAMENTO E IPOCRISIA, CAMBIARE POLITICHE IMMIGRAZIONE

Roma – “La morte di Mohamed, il ragazzo senegalese di 37 anni bruciato questa mattina nell’incendio di Borgo Mezzanone, così come quella di Adnan, il sarto pakistano ucciso a Caltanissetta mercoledì scorso per aver aiutato i suoi colleghi a denunciare la condizione di sfruttamento lavorativo, o, ancora, quella di Joban, il giovane bracciante indiano che ha deciso di togliersi la vita nell’Agro pontino perché non sopportava più la vita da schiavo che era costretto a condurre, sono l’evidenza di un dramma quotidiano che continua a ripetersi nel nostro Paese e che non può risolversi senza un cambiamento strutturale delle politiche sull’immigrazione e sul riconoscimento dei diritti delle persone”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra. “Ogni giorno – prosegue – la cronaca ci consegna notizie di sfruttamento, di diritti negati, di illegalità diffusa. Ad oggi queste persone smettono di essere invisibili solo quando muoiono”. “Quante altre morti dobbiamo contare – chiede il dirigente sindacale – per capire definitivamente che serve regolarizzare la loro posizione fuori dal ricatto dei caporali e datori di lavoro, che occorre garantire loro un alloggio dignitoso che non sia una trappola mortale, che vanno garantite loro sicurezza e salute, i valori più importanti da preservare nella vita di ciascuno?”. “Basta ipocrisie, a tutte le Istituzioni – conclude Massafra – diciamo che dobbiamo esprimere il coraggio che serve per cambiare la disciplina sull’immigrazione e fermare questa strage”.