L’IRA DEGLI EMIGRATI SARDI: DITECI COME TORNARE

Roma - "Non siamo turisti, vogliamo ritornare a casa. E la Sardegna è la nostra casa". A pochi giorni dalla riapertura di porti e aeroporti, cresce la preoccupazione di tanti sardi emigrati per lavoro.

Certo, molti hanno scelto di rifarsi una vita fuori dai confini regionali. E tanti altri sono sardi di seconda o terza generazione, che nell'Isola custodiscono comunque l'origine e un forte senso di appartenenza. E, non di rado, una famiglia che li aspetta per trascorrere insieme qualche giorno di vacanza. "Le richieste sono sempre più pressanti, non sappiamo più cosa rispondere. Abbiamo bisogno di capire ora cosa accadrà dopo il 3 giugno". Serafina Mascia, presidente della Fasi (Federazione associazioni sarde in Italia), non nasconde una certa apprensione davanti ad uno scenario che ad oggi appare ancora molto incerto: "Prima il passaporto sanitario, poi i test sierologici e ora l' autocertificazione”. Intanto - si legge il 27 maggio su L'Unione Sarda -, l'unica certezza per ora sono le disdette: "Attraverso l'Eurotarget viaggi, centro servizi Fasi, abbiamo registrato un calo dell'80% delle prenotazioni rispetto allo scorso anno". Nato grazie alle battaglie degli emigrati sardi per la continuità territoriale, il servizio da anni consente ai sardi e alle loro famiglie di rientrare nella propria terra con tariffe agevolate, attraverso un sistema di convenzioni. Agevolazioni riservate anche agli "amici della Sardegna" tesserati nei circoli dell' associazione, spiega Serafina Mascia: Così, dopo la lettera inviata al presidente della Regione Christian Solinas, la settimana scorsa, la Fasi è ancora in attesa di risposte che possano garantire agli emigrati di rientrare in Sardegna. (NoveColonneATG)

GIORNATA ONU PEACEKEEPERS: L'ITALIA CELEBRA IL RUOLO DELLE DONNE

ROMA - L'Italia riafferma il suo impegno in seno alle Nazioni Unite per la pace e la sicurezza internazionali in occasione della 18ª Giornata Internazionale dei peacekeepers delle Nazioni Unite. Istituita nel 2003, la giornata rende omaggio alla dedizione e allo spirito di sacrificio del personale impegnato nelle missioni di pace dell’ONU. Quest’anno la Giornata Internazionale dei peacekeepers è dedicata al ruolo delle donne nelle operazioni di pace, in coincidenza con il 20° anniversario della Risoluzione 1325 "Donne Pace e Sicurezza", Risoluzione che mira a rafforzare il ruolo delle donne nei processi di pace. Il nostro Paese, uno dei principali contributori al bilancio del peacekeeping ONU nonché il primo contributore di Caschi Blu tra i Paesi Occidentali, è fortemente convinto della validità delle missioni di pace e crede fermamente nel valore aggiunto del personale femminile. I caschi blu donne hanno mostrato una eccezionale capacità nel mitigare le tensioni nelle aree di conflitto, promuovere i diritti umani, proteggere la popolazione civile creando rapporti di fiducia con le categorie più deboli, spesso principali vittime della violenza nei conflitti. L’Italia vanta inoltre una tradizione di lunga data nella promozione dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment femminile, dedicando sforzi e risorse significativi per promuovere la partecipazione delle donne nei processi di pace e di mediazione internazionale. (aise)

IL COVID, LA PAURA E UN UNICO DESIDERIO: CONOSCERE LA MADRE DOPO 60 ANNI

Roma - “Lisa è ancora in isolamento nella sua casa in Florida. Il Covid-19 – scrive il 26 maggio Il Corriere di Bologna - ha cercato di minarne una salute che fin da piccola le ha dato problemi. Lei resiste, ma ha avuto paura e ancora ce l'ha. Di essere all' improvviso costretta a lasciare troppe cose a metà. Una più delle altre. Riabbracciare quella madre che nel '56, senza avere la forza, il coraggio o la possibilità di crescerla, questo non lo sa, l'ha affidata all'istituto "Illegittimi" di Parma. Dove una coppia americana l'ha presa per mano a due anni e portata negli States su un aereo Pan-Am. “Voglio vedere dove sono nata, i luoghi delle mie origini. Se ci fosse l'opportunità di conoscere la mia famiglia biologica, se fossero aperti a piantare un seme di amicizia, sarei felice di piantarlo con loro. Ma non voglio forzare la mano”. Accompagnata dall'associazione Italiadoption, ha inoltrato richiesta al Tribunale per i minorenni di Bologna, che attraverso rogatoria internazionale ha acquisito la testimonianza raccolta dal consolato a Miami. Capendo l' urgenza della situazione il presidente Giuseppe Spadaro assieme ai colleghi onorari Daniele Stumpo e Antonella Allegrini, ha organizzato le ricerche della madre biologica, che risulta ancora viva. (NoveColonneATG)

“PERTO DAS ESTRELAS”: SU TELEPACE TRENTO IN ONDA DOCUMENTARIO SULLA RELIGIOSITÀ DEGLI EMIGRATI TRENTINI TRENTO -

“Perto das estrelas” (Vicino alle stelle) è un libro di oltre quattrocento pagine curato dal Circolo trentino di Garibaldi nel Rio Grande do Sul in Brasile. Il sottotitolo è “Registrazione della memoria architettonico-religiosa nell’antica colonia Conde d’Eu”, vale a dire una delle aree nelle quali si insediarono anche gli emigrati trentini verso la fine del 1800. Il valore del libro va ben oltre quello della pur preziosa catalogazione di chiese, cappelle, capitelli e grotte devozionali, costruiti fra il 1875 e il 1959 dagli emigrati di origine italiana che hanno colonizzato la Serra Gaucha. Accanto alle numerose informazioni frutto di un accurato lavoro di ricerca su documenti e fonti orali, il libro offre infatti una testimonianza della profonda religiosità che ha animato e sostenuto gli emigrati arrivati in quella zona. L’Associazione Trentini nel Mondo ha prodotto un video che presenta il libro e i suoi artefici, attraverso immagini e interviste girate a Garibaldi: riprese, montaggio e regia del video sono di Maurizio Tomasi, giornalista, direttore responsabile del periodico dell’Associazione, già autore di altri filmati sulle comunità trentine nel mondo. Il video, della durata di quindici minuti, finora inedito, andrà in onda su Telepace Trento (canale 601) sabato 30 maggio alle 14.05 e alle 20.05 e domenica alle 17.35. (aise)

I TRE GOVERNATORI DEL TIROLO, DEL TRENTINO E DELL’ALTO ADIGE CHIEDONO L’APERTURA DEL BRENNERO ENTRO IL 15 GIUGNO

TRENTO – I tre governatori dell‘Euregio – il presidente di turno Günther Platter (Tirolo) assieme ai colleghi Maurizio Fugatti (Trentino) e Arno Kompatscher (Alto Adige) – chiedono una rapida riapertura del confine del Brennero. “L’apertura deve avvenire al più tardi entro il 15 giugno”, ha detto Günther Platter, in conclusione dell’incontro che si è svolto in videoconferenza. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: “L’incontro dei presidenti dell’Euregio ha sancito l’importanza del transito dei veicoli al confine del Brennero. Il tema – ha continuato Fugatti – sta a cuore anche al presidente Platter, che ringraziamo per l’importante lavoro di coordinamento che sta portando avanti e anche di pressione sul governo austriaco. La sua azione è necessaria affinché si capiscano quali sono i rischi per i nostri territori di fronte ad un fermo del traffico austriaco diretto verso il Trentino, l’Alto Adige e, più in generale, l’Italia. In maniera coerente, come Regioni dell’Euregio, abbiamo fatto squadra affinché questa problematica trovi una soluzione”. Nel corso delle videoconferenza, i tre presidenti hanno concordato circa la richiesta, rivolta al governo italiano, di assicurare la mobilità e la libertà di movimento nei tre territori. Se i numeri dell’infezione lo consentono, ciò può avvenire, sempre secondo Platter, prima possibile: “Dobbiamo adottare decisioni politiche sulla base di dati e fatti reali”. Il presidente Platter ha concluso, ritenendo “plausibile un simile atteggiamento anche da parte del governo austriaco”. (Inform)