BERLINO MAGAZINE: IDEE PER RIGENERARE L’ITALIA

Berlino – Stefano Carpani, classe 1978, milanese di nascita, ma a Berlino da 6 anni, è tra gli iniziatori del progetto “La prossima generazione”, una piattaforma dove raccogliere idee per ragionare su come possa cambiare l’Italia,

i cui obiettivi sono riportati da “Berlino Magazine”, organo di informazione di riferimento per gli italiani che vivono nella capitale tedesca. “Attraversiamo un momento epocale, decisivo. Il Covid-19 si è abbattuto sulle nostre vite richiedendo a tutti un forte senso di responsabilità e appartenenza ad una sola comunità di destino. Nessuno può farcela da solo. Nel quadro globale, in un’Europa indebolita, il nostro Paese si trova in grande difficoltà perché paga i ritardi del passato. Terminata l’epidemia l’Italia dovrà essere unire tutte le forze per un nuovo miracolo economico e una grande rigenerazione sociale e culturale. Il fattore tempo è decisivo: davanti a noi c’è un’occasione unica. È fondamentale definire subito obiettivi, soluzioni e processi. Ma non basta definire il cosa fare. Conteranno anche il come e il perché fare”. (NoveColonne ATG)

ARIA D’ITALIA: PAOLO LONGO E FAUSTA SPERANZA PROTAGONISTI DEI PROSSIMI PODCAST DELL’IIC DI LISBONA

LISBONA - “Aria d’Italia”, il podcast sulla cultura italiana ideato dall’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e condotto dal giornalista Marcello Sacco, continua la sua programmazione e dedica le prossime due puntate ai giornalisti italiani Paolo Longo e Fausta Speranza. Nella quarta puntata, che andrà in onda giovedì 21 maggio, Paolo Longo, a lungo corrispondente della Rai prima da New York, poi da Pechino, parlerà del ruolo di USA e Cina nella gestione dell'attuale crisi sanitaria mondiale. La quinta puntata, che verrà trasmessa giovedì 28 maggio, avrà come protagonista Fausta Speranza, esperta di politica internazionale per Radio Vaticana e L'Osservatore Romano, che parlerà del mondo che abbiamo dimenticato proprio a causa di questa crisi sanitaria, che ha relegato molte notizie importanti nelle ultime pagine, dal Messico allo Yemen. È possibile ascoltare i podcast sul canale Youtube dell’IIC Lisbona, sul sito istituzionale e sulle pagine social (Facebook, Instagram e Twitter) dell’Istituto. (aise)

SERENI: DA PONZA IL MESSAGGIO PER UNA FORTE INTEGRAZIONE EUROPEA

Roma - “La bellissima isola di Ponza, insieme a Ventotene, grazie al Manifesto di Altiero Spinelli, rappresenta un simbolo molto importante nella costruzione dell’Integrazione europea, angoli preziosi del Mediterraneo in cui è nata un’idea forte, un pilastro che ha segnato e segna la storia del nostro continente”. Lo ha dichiarato la Vice Ministra Marina Sereni, il 13 maggio aprendo i lavori del webinar promosso dalla Rete Italiana per il Dialogo Euro mediterraneo, che introduce la “Ponza Prima-Med Initiative” sull’ambiente, i cambiamenti climatici, l'economia circolare e il cibo, anche in considerazione dell’impatto della pandemia di Covid-19 sull’area. “Ci apprestiamo a festeggiare il 25/o anniversario della Dichiarazione di Barcellona - ha aggiunto Sereni - grazie alla quale le sponde del Mediterraneo hanno potuto in questi decenni avvicinarsi. Ora più che mai è il momento di lavorare per un futuro comune, condiviso e migliore nelle relazioni tra i Paesi che si affacciano su questo mare”. “L’attuale momento che ci obbliga a osservare una distanza fisica tra di noi - ha proseguito la Vice Ministra - deve essere l’occasione per riflettere e renderci ancora più consapevoli di quanto l’interdipendenza globale e regionale sia fattore ineludibile nelle relazioni internazionali. Un’interdipendenza che per l’Europa deve sempre più diventare un investimento strategico verso il Mediterraneo allargato e l’Africa: salute, green economy, lotta al cambiamento climatico, sicurezza alimentare, cultura, debbono diventare i cardini di una agenda positiva comune alle due sponde del Mediterraneo”. (NoveColonne ATG)

UNGARO (IV): TENERE ANCORA ALTA L’ATTENZIONE VERSO L’AUTORITARISMO DI ORBAN

ROMA - “Conosciamo bene come reagisca male Orban verso l’opposizione politica, spesso con abusi indegni per un paese democratico”. A tal ragione il deputato di Italia Viva eletto in Europa, Massimo Ungaro, ha lanciato nei giorni scorsi ancora una volta l’allarme sulla crisi politica in Ungheria, dove il presidente Viktor Orban “pare pronto a far terminare lo stato di emergena, votato sine die dal Parlamento Ungherese, entro fine maggio”. L’eletto all’estero, oltre all’allarme, ha chiesto dunque all’Italia e all’Europa di continuare ad attenzionare la situazione in Ungheria e alla “deriva autoritaria del Governo Orban”, puntanto il dito al poco rispetto, a suo avviso, “dei valori democratici che i Trattati comunitari indicano come fondamentali per il nostro vivere civile, nonostante il Coronavirus, e in caso di inottemperanza agli stessi si blocchino i sostegni economici al alla repubblica magiara, come già chiesto a inizio aprile”. (aise)

IL CONSIGLIERE DEL CGIE GIUSEPPE STABILE SEGNALA LE RICHIESTE DI RIMPATRIO DI ITALIANI FERMI ALLE ISOLE CANARIE

BARCELLONA – Il consigliere del Cgie per la Spagna e il Portogallo Giuseppe Stabile segnala come vi siano ancora richieste da parte di connazionali di poter rientrare in Italia, in particolare dalle Isole Canarie. “Nell’esercizio delle funzioni di consigliere Cgie, tenuto conto dell’attuale crisi scaturita dalla pandemia e delle misure governative di contenimento adottate – dove il Maeci ha voluto sottolineare l’impegno di sostegno al rientro di nostri connazionali in Italia – ho segnalato ai vertici del mio organismo di appartenenza le richieste a tutt’oggi di connazionali temporaneamente bloccati in Spagna, e segnatamente nell’Arcipelago delle Isole Canarie, alcuni dei quali con necessità legate a motivi gravi di salute e che non sempre hanno raggiunto lo scopo – afferma Stabile. “Una sinergia fattiva di collaborazione tra gli organi di rappresentanza degli Italiani all’estero (Cgie, Comites, associazioni, ecc.) e la componente diplomatico-consolare, in particolare quella presente sul territorio, è fondamentale per garantire tutela ed assistenza – aggiunge il consigliere del Cgie, sottolineando il suo impegno nel mettere in campo la più ampia collaborazione possibile. (Inform)

LAVORO - COVID-19 / IN ITALIA 8 MILIONI DI LAVORATORI COINVOLTI NELLO SMART WORKING - LADINI (CGIL): "NO ALLA SUA PERMANENZA. NEL LAVORO LE RELAZIONI SONO UTILI. VA REGOLAMENTATO" PER LE DONNE PIU' COMPLESSA, ALIENANTE.

Durante il lockdown si stimano siano stati più di 8 milioni i lavoratori e le lavoratrici, che hanno svolto la loro attività da remoto; prima dell'emergenza sanitaria erano 500mila. E' quanto emerge dalla prima indagine sullo smart working, promossa dall'Area politiche di genere della Cgil e realizzata con la Fondazione Di Vittorio,che è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa sulla piattaforma del sindacato Collettiva.it. L'indagine, condotta attraverso un questionario, ha coinvolto un campione di 6.170 persone, di cui la quasi totalità (94%) composta da dipendenti titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato; di questi il 66% del settore privato e il 34% del settore pubblico. La stragrande maggioranza di chi ha risposto al questionario ha dichiarato di essere "precipitato" nel lavoro smart nella fase di avvio delle misure di contenimento del virus; e, quindi, considerata l'emergenza in cui è precipitato il nostro Paese, "non è stato accompagnato da una adeguata riflessione sull'organizzazione del lavoro, sugli spazi, sul lavorare per obiettivi, in gruppo, né un'adeguata preparazione". Per Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, "lo smart working nella contrattazione non deve diventare una modalità di lavoro permanente" e va "regolamentato". "Nel lavoro, le relazioni sono utili non soltanto sotto il profilo umano - ha detto nel suo intervento -, ma lo sono anche per il funzionamento della stessa impresa e la creatività". Bisogna "fissare i limiti orari, giornalieri, settimanali". Per il segretario generale della Cgil, il trattamento economico e normativo non deve essere inferiore a quello di chi svolge la stessa mansione nel luogo di lavoro; quindi, deve essere previsto il "diritto alla disconnessione" e "la dotazione tecnologica deve essere adeguata". Sotto il profilo di genere, lo studio rileva che lo smart working per le donne è una modalità di lavoro più pesante, complicata, alienante e stressante; mentre per gli uomini risulta essere "più stimolante e soddisfacente". "E' sbagliato pensare che lo smart working sia uno strumento di conciliazione o condivisione per il lavoro di cura della casa", ha sottolineato Susanna Camusso, responsabile dell'Area Politiche di genere della Cgil. "La cura della casa - ha spiegato illustrando i dati -, non viene condivisa mai, raramente, solo a volte, per il 68,3% delle donne intervistate; va un po' meglio per la cura dei figli, anche se il 46% del campione dice che non viene condivisa mai, raramente o a volte".(18/05/2020-ITL/ITNET)