IL RESPONSABILE DEL DIPARTIMENTO ITALIANI NEL MONDO DEL PD LUCIANO VECCHI SUL DECRETO “CURA ITALIA”

ROMA – Il responsabile del Dipartimento Italiani nel mondo del Partito democratico, Luciano Vecchi

segnala in una nota alcune proposte per il sostegno dei connazionali che vivono e lavorano al’estero accolte dalla Commissione Bilancio del Senato nell’ambito dell’esame del decreto “Cura Italia”. Tali proposte, formulate dai senatori Alessandro Alfieri e Francesco Giacobbe (Pd, ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide), di concerto con lo stesso Dipartimento del Pd, e da altri esponenti della maggioranza di Governo, riguardano in particolare – segnala Vecchi – “uno stanziamento aggiuntivo di 4 milioni di euro per l’assistenza ai cittadini all’estero in condizioni di indigenza o di necessità, e di un milione per la tutela della sicurezza dei cittadini presenti all’estero in condizioni di emergenza”. “È stato poi approvato un Ordine del Giorno del Partito Democratico con cui si chiede al Governo di riconoscere ai lavoratori italiani frontalieri, laddove non siano già tutelati dal paese in cui lavorano, l’accesso all’indennità di malattia, agli ammortizzatori sociali e ai congedi parentali, alle stesse condizioni riconosciute ai lavoratori impiegati nel territorio nazionale – aggiunge il responsabile del Pd, sottolineando “un primo ma significativo insieme di interventi che devono cercare di tutelare al meglio i nostri connazionali in questa difficile fase storica”. “Stiamo lavorando – ha concluso Vecchi – con l’insieme delle Rappresentanze degli italiani nel Mondo affinché, anche con i prossimi provvedimenti legislativi, si cerchi di dare risposte concrete a coloro che sono in difficoltà e si valorizzino nel contempo le nostre comunità all’estero nell’opera di promozione del nostro Paese e della sua economia”. (Inform)

FASE 2 DA META’ MAGGIO? CAUTELA ISS: NON DOBBIAMO MOLLARE

Roma - Per il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli il 16 maggio potrebbe essere una data plausibile per l’inizio della ‘fase 2’, quella dell’inizio di un graduale allentamento delle restrizioni. Al ministero della Salute però, pur in un clima di soffuso ottimismo, si mantiene una certa cautela e non ci si sbilancia: premettendo il 3 aprile che “le date sulle riaperture e le chiusure spettano esclusivamente al decisore politico, naturalmente ascoltati gli esperti”, come fa il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro conferma il trend di diminuzione dei contagi, ma spiega che “non c’è nessuna zona del Paese in cui non circoli il virus: il problema è la diversa intensità, il che fa sì che dobbiamo mantenere alta l’attenzione”. E con lui Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Iss, per il quale “dobbiamo essere molto cauti sui modelli: abbiamo dei segnali cautamente positivi che ci dicono che la trasmissione sta diminuendo nelle zone più colpite e la curva si sta appiattendo, ma bisogna essere molto cauti, perché un virus non ci mette niente a riprendere la circolazione appena le misure si allentano”. Facendo il punto della situazione, Brusaferro spiega che l’età mediana dei contagiati si conferma di 62 anni, e si conferma anche la maggiore incidenza sugli uomini: le donne tra i deceduti sono il 30% e mantengono un’età media più alta, a parità del numero di patologie, questa è una cosa che andrà analizzata. “La letalità – sottolinea - risente del fatto che si selezionano per il tampone solo persone contagiate con sintomi”. Le misure prese al momento stanno funzionando, e questo si nota soprattutto del diffondersi molto lento dell’epidemia al centro Sud: “Siamo moderatamente ottimisti e contenti per il fatto che al Sud la diffusione sia stata limitata, non per una sorta di maggiore resistenza genetica ma semplicemente per il distanziamento sociale attivato, questo sia chiaro – spiega Rezza - senza di quello, oggi ci sarebbe tante Codogno anche al Sud, quindi non dobbiamo mollare”. Se avessimo lasciato scorrazzare il virus liberamente, continua il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Iss, “forse oggi avremmo già concluso l’epidemia ma avremmo lasciato sul terreno gravissimi danni: non è il modo migliore per creare l’immunità di gregge, abbiamo preferito appiattire la curva. Prima o poi ci sarà un riavvio, magari graduale, delle attività produttive: quello che ci sentiamo di dire è che bisogna aumentare di molto il controllo sul territorio, rintracciando subito i casi”. (NoveColonneATG)

UNGARO (IV): GOVERNO CHIEDA AGLI USA DI SOSPENDERE SANZIONI ALL’IRAN

ROMA - “Alcune emergenze globali possono essere un’occasione per superare barriere ideologiche e rivalità tra paesi. Finora non è stato il caso del nuovo Coronavirus: l’ostilità tra l’amministrazione Trump negli Stati Uniti e l’Iran non ha sortito alcuna tregua, malgrado i danni che la pandemia ha causato in entrambi i Paesi”. Queste le parole del deputato di Italia Viva, Massimo Ungaro, in una nota diramata oggi in un cui chiede al Governo Italiano, assieme al collega di Italia Viva Gennaro Migliore, di “sensibilizzare l’Amministrazione Trump affinché all'Iran possa essere concesso di importare materiale sanitario e attrezzature per curare il proprio popolo”. “Washington - continua l’eletta all’estero - mantiene le sanzioni contro l’Iran che peraltro impediscono a Teheran di importare liberamente attrezzature mediche nonostante la sanità non rientri nell'ambito dell’embargo”. “Il problema - spiega Ungaro - è che le aziende straniere temono le rappresaglie statunitensi e non corrono il rischio di aiutare l’Iran ad affrontare la crisi sanitaria che interessa l’intero pianeta. Inoltre il Coronavirus non guarda a nazionalità, lingua o frontiera, deve essere sconfitto ovunque. È quindi un interesse del pianeta permettere all’Iran di usare tutti i mezzi possibili ed essere aiutato a combattere il COVID19”. (aise)

CGIE: STIMATI 100MILA RIENTRI, REDDITO DI EMERGENZA PER GLI EMIGRATI

Roma - “Per i rientri di cittadini italiani iscritti all’Aire nei prossimi 3 – 4 mesi si stimano circa 100.000 rientri da tutto il mondo, in una composizione per paese analoga a quella rilevabile dai dati Istat di espatri degli ultimi 3 anni”. Lo afferma il Consiglio generale degli italiani all’estero, chiedendo al governo italiano interventi a favore degli italiani all’estero che saranno costretti a rientrare in Italia. Nella fattispecie la stima fatta “è basata sulla possibilità che vi sia una maggiore propensione al rientro da parte dei connazionali di più recente emigrazione trasferitesi negli ultimi 3-5 anni e non ancora definitivamente integrati nel tessuto socioculturale dei paesi di arrivo” fa sapere il Cgie. Si tratta di italiani residenti all’estero in forma stabile: “per molti di loro sono plausibili i rischi di un rimpatrio forzato causato dalla chiusura di piccole e medie imprese o di autonomi, nello specifico di lavoratori interinali con qualificati profili professionali, di occupati nella filiera della gastronomia e ristorazione italiana, di manodopera stagionale e dei frontalieri”, prosegue il Cgie sottolineando che “per questa categoria di cittadini residenti stabilmente all’estero se saranno costretti a rientrare in Italia, il nostro Paese dovrebbe prendere in considerazione, a livello nazionale, la loro integrazione nel mondo del lavoro con un intervento normativo da inserire nel piano della ripresa e dello sviluppo del nostro Paese, favorendo politiche attive al lavoro”. Perciò il CGIE ritiene “essenziale estendere (non aggiungere) a questi soggetti, compresi i frontalieri, rientrati in Italia per la perdita del lavoro, le indennità previste per le lavoratrici e i lavoratori italiani nelle misure contenute nei DL 9 e 18 di marzo 2020”. (NoveColonneATG)

SONDAGGI: L’EUROPA CROLLA NELLA FIDUCIA DEGLI ITALIANI. GERMANIA NEMICO NUMERO UNO – DI NICOLA CORDA

ROMA - “L’Unione europea può perdere l’Italia, scriveva solo due giorni fa un editoriale del Financial Times. Certo, con un punto interrogativo che rimandava alla necessità di “interventi coraggiosi” senza i quali avranno la meglio i sentimenti di “tradimento” che sposterebbero l’asse politica del Paese a favore dei partiti come la Lega da sempre ostili all’Unione”. Come scrive Nicola Corda in un articolo pubblicato sul portale di informazione in lingua italiana di Bruxelles Eunews.it, “Termometro confermato dai sondaggi di questi giorni, l’ultimo di questi, compiuto dall’Istituto SWG di Trieste che registra un crollo della fiducia degli italiani passati da un 42% del 2019 al 27% di questi giorni. Scarso affidamento che si riflette su tutte le istituzioni europee, Commissione e Banca centrale europea. E se l’Europa non è più il porto sicuro, gli italiani spostano le loro attenzioni su altri player per future alleanze internazionali. Tra molte sorprese, forse condizionate anche dagli aiuti che arrivano nell’ambito dell’emergenza sanitaria, al primo posto c’è la Cina. La preferisce oltre un terzo degli intervistati, seguiti dal 30% che guarda invece a occidente verso gli Stati Uniti. Si tratta di indirizzi trasversali tra elettori sostenitori della maggioranza di governo e quelli di centrodestra. Il calo di fiducia verso Bruxelles appare condizionato dalla trattativa di questi giorni sugli Eurobond e il Mes, al punto che per gli italiani il nemico numero uno è diventata la Germania. Secondo una rilevazione della società EumetraMR, il 70% delle persone ne ha un’opinione molto sfavorevole e accusa i tedeschi di essere i principali responsabili della rigidità dell’UE e di voler approfittare della situazione per mettere le mani sulle aziende italiane”. (EUNEWS - aise)

MCI COLONIA: LA COMUNITÀ ITALIANA NON È SOLA COLONIA (Germania)

– La Comunità Italiana di Colonia non è “sola in questi tempi difficili”. La Mci è costantemente in contatto con i parrocchiani italiani attraverso il sito della Mci, Facebook, Instagram e i circuiti WhatsApp con i i gruppi parrocchiali. “Cerchiamo – dice a migrantesonline.it, padre Adam Nyk – di essere molto attivi sulla nostra pagina Facebook. Pubblichiamo regolarmente video delle celebrazioni fatte da noi sacerdoti in italiano. Non abbiamo uno streaming della Santa Messa perché ci sono abbastanza offerte in italiano e quindi i nostri parrocchiani hanno diverse opzioni per seguire le Sante Messe. Tuttavia abbiamo deciso di mettere sul Facebook sempre domenica mattina un piccolo sermone sul vangelo del giorno che noi padri registriamo e poi appositamente adattiamo”. Si posso trovare video sull’adorazione dei sacerdoti e le preghiere del mattino. La Mci di Colonia invita a seguire sul sito della diocesi di Colonia dove si possono trovare tutte le informazioni principali e le disposizioni della arcidiocesi e tutte le notizie ufficiali, nonché informazioni sulle attività della Chiesa. Le informazioni vengono anche tradotte da una collaboratrice pastorale, in modo che “i nostri parrocchiani, anche quelli più anziani siano sempre aggiornati. Cerchiamo anche di sintetizzare le informazioni pertinenti alla nostra realtà, come i rapporti sulla situazione presente e di tenere informati i nostri parrocchiani”.(Migrantes Online/Inform)