IL QUADRATO DELLE TUTELE: INCA SI PREPARA A FESTEGGIARE I SUOI 75 ANNI DI ATTIVITÀ

ROMA - “Il Quadrato delle tutele” è lo slogan scelto dall’Inca per celebrare il suo 75° anniversario. Il 19 febbraio, alle 10.30, presso la sede nazionale della Confederazione,

in Corso d’Italia 25 a Roma, nella Sala Santi, verranno presentate le iniziative territoriali con Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e Michele Pagliaro, presidente Inca. Risale all’11 febbraio 1945 la decisione della Segreteria della Cgil, composta da Achille Grandi, Oreste Lizzadri, Aladino Bibolotti, di costituire l’Istituto Nazionale Confederale di Assistenza (I.N.C.A) e di chiedere al Ministero dell’Industria, Lavoro e Commercio il suo riconoscimento giuridico. Atto che sarebbe stato approvato due anni dopo con il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, n. 804, del 29 luglio 1947. “Quella data segna l’inizio di un percorso di tutela individuale in favore delle lavoratrici e dei lavoratori per favorirne l’emancipazione e una nuova cultura dei diritti, trasformando per sempre le loro coscienze”, ricorda l’Inca che “con la sua attività di assistenza, ha accompagnato questo processo fornendo un contributo decisivo per rendere concretamente esigibili i diritti previdenziali e socio assistenziali che, nel corso del tempo, si sono andati definendo con leggi di riforma, ancora oggi fondamentali: il diritto alla pensione, alla tutela contro gli infortuni e le malattie professionali, alla maternità e a tutto ciò che compone il welfare universale e solidaristico”. Qualche numero. Nel 2019 l’Inca ha aperto 3.184.367 pratiche, con un aumento percentuale dell’attività complessiva del 10,4%: 1.478.891 riguardano la previdenza; 194.431 il riconoscimento di prestazioni Inail per infortunati e tecnopatici; 501.635 le indennità di disoccupazione e mobilità di lavoratori agricoli e non; 299.393 gli Assegni al nucleo familiare per dipendenti e pensionati; 124.043 richieste di riconoscimento dello stato di handicap grave o di inidoneità al servizio; infine 585.974 pratiche sono state aperte per prestazioni pensionistiche di diversa natura e di welfare. (aise)

STRASBURGO BOCCIA IL JOBS ACT: VIOLA LA CARTA SOCIALE EUROPEA

Bruxelles - L'11 febbraio, il Comitato del Consiglio d’Europa, presieduto dal professor Giuseppe Palmisano, ordinario di Diritto internazionale a Roma Tre ed ex direttore dell’Istituto di Studi Giuridici Internazionali del CNR, ha ritenuto che gli articoli 3, 4, 9 e 10 del Decreto legislativo 23/2015 (il cosiddetto Jobs Act) violino i principi dell’articolo 24 della Carta sociale europea, un trattato del Consiglio d’Europa, firmato il 18 ottobre 1961 a Torino e rivisto nel 1996. Composto da 15 membri indipendenti e imparziali, il Comitato aveva ricevuto una denuncia della CGIL il 16 Ottobre 2017. Il sindacato, allora guidato da Susanna Camusso, sosteneva nell’esposto che la norma italiana costituisse una violazione del diritto alla protezione in caso di cessazione del rapporto di lavoro, come previsto della Carta sociale europea, perché il meccanismo di compensazione contenuto nel decreto non consente alle vittime di licenziamenti illeciti di ottenere - attraverso il procedimento giudiziario nazionale - un risarcimento che sia al contempo adeguato a coprire i danni subiti e dissuasivo per i datori di lavoro. Dopo aver esaminato i vari punti della denuncia e gli interventi della Confederazione Europea dei Sindacati e del governo francese - confrontato a un problema simile dopo un esposto del sindacato francese CGT - il Comitato ha ritenuto che né i rimedi giuridici alternativi legati a un risarcimento superiore, né il meccanismo di conciliazione, rispettino, in caso di licenziamento senza un valido motivo, i principi dell'articolo 24 della Carta. Statuendo con 11 voti a favore e 3 contro, l’organo del Consiglio d’Europa ha quindi trasmesso la decisione al Comitato dei Ministri, perché adotti una specifica risoluzione in merito. (NoveColonneATG)

DIRITTI DEI CITTADINI - INFORMAZIONE PLURALISTA - I VERDI ANNUNCIANO: NOI ESPULSI DA INFORMAZIONE TELEVISIVA: MULTA AGCOM ALLA RAI."

"La multa dell'Agcom nei confronti della RAI per aver accertato il mancato rispetto da parte della rete pubblica 'dei principi di indipendenza, imparzialitàe pluralismo', riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche' è sacrosanta ed è quanto abbiamo denunciato in più riprese con nostri esposti, l'ultimo dei quali del 18 dicembre con un aggiornamento del 16 gennaio, in cui, dati dell'Osservatorio di Pavia alla mano, denunciavamo l'espulsione dei Verdi dal sistema informativo televisivo, in particolar modo da parte della RAI." Lo dichiarano in una nota i coportavoce dei Verdi Elena Grandi e Matteo Badiali "Avevamo evidenziato - proseguono - che nel mese di novembre, in campagna elettorale per le Regionali dell'Emilia Romagna, nei programmi della rete pubblica Salvini aveva occupato gli spazi extra TG per ben 9 ore e 40 minuti, la Meloni per 6 ore e 16 minuti, Di Maio per 5 ore e 26 minuti, Calenda per 4 ore e 27 minuti, Renzi per 3 ore e 7 minuti e i Verdi in totale per soli 8 minuti." affermano Elena Grandi e Matteo Badiali, che concludono: "Ora pretendiamo che l'AGCOM, oltre alla sanzione, obblighi la RAI al riequilibrio dell'informazione con la fine del black out informativo nei confronti dei Verdi e gli ambientalisti che sta gravemente danneggiando la possibilità di informare i cittadini italiani sulle nostre iniziative e proposte politiche e programmatiche". Nel frattempo Gian Paolo Manzella (PD), sottosegretario al MISE interviene sulla vicenda stigmatizzando l'accaduto: "“Dispiace che la Rai, la maggiore industria culturale del Paese, viva un momento così. Oggi l’ennesimo gravissimo colpo con la sanzione Agcom da 1,5 milioni di euro per la violazione del contratto di servizio relativa agli obblighi di imparzialità, pluralismo, trasparenza, indipendenza del servizio pubblico. È necessario prendere atto con tutta la serietà possibile di questa situazione”. Così Gian Paolo Manzella, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, alla notizia della sanzione Agcom di 1,5 milioni di euro comminata oggi alla Rai per la violazione del contratto di servizio." (14/02/2020-ITL/ITNET)

ROMA: AL VIMINALE LA PRIMA RIUNIONE DEL “TAVOLO INTEGRAZIONE”

ROMA – Si è svolta a Roma presso il Viminale la prima riunione del “Tavolo Integrazione”, alla presenza del viceministro dell’Interno Matteo Mauri. All’ordine del giorno, l’aggiornamento del ‘Piano nazionale integrazione’, alla luce dei nuovi obiettivi da raggiungere, degli ambiti da potenziare e dell’individuazione delle priorità di intervento. Il Piano Nazionale Integrazione nasce per dotare il sistema di specifiche linee di indirizzo in materia di integrazione, con l’obiettivo principale di permettere di uscire dalla dimensione dell’assistenza per arrivare a una vera autonomia personale. La riunione è stata introdotta coordinata dal prefetto Michele Di Bari e conclusa dal viceministro Matteo Mauri. Erano presenti al tavolo i rappresentanti dei ministeri del Lavoro, Esteri, Salute, Politiche sociali, Politiche agricole, Istruzione, Università, e rappresentanti del dipartimento Pari opportunità, dipartimento Pubblica Sicurezza, Conferenza delle Regioni, Anci, Upi, Commissione nazionale per il diritto di asilo, Unhcr. Il viceministro Mauri durante il suo intervento ha sottolineato l’importanza della scelta del ministro Lamorgese di “riconvocare il Tavolo Integrazione dopo due anni dalla sua ultima riunione. Scelta che testimonia la volontà lavorare con pragmatismo e senza demagogia per risolvere concretamente tutte le difficoltà e le complicazioni che riguardano la gestione del nostro sistema di accoglienza”. “Per avere – ha aggiunto Mauri – un modello di accoglienza e di integrazione che funzioni bene, bisogna prevedere interventi specializzati, mirati e di qualità. E noi stiamo lavorando su questi aspetti. È anche in questo modo che potremo garantire più sicurezza a tutti, affrontando i problemi con serietà e responsabilità, senza inutile propaganda”. (Inform)

LA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849: A MONACO APPUNTAMENTO CON LA STORIA GRAZIE A “RINASCITA”

MONACO - In occasione della "Giornata Mondiale della Giustizia Sociale", l’associazione “Rinascita”, presieduta a Monaco di Baviera da Sandra Cartacci, propone l’incontro “La Repubblica Romana del 1849”. Appuntamento il 20 febbraio, dalle 19.00 all’EineWeltHaus (stanza 211/212, secondo piano) con un incontro tra narrazione e multimedialità dedicato alla brevissima ed entusiasmante esperienza della Repubblica Romana, che, nel 1849, seppe raccogliere la "meglio gioventù" dell'Italia risorgimentale e si diede una costituzione ancora oggi tra le più moderne mai scritte. (aise)

EMIGRAZIONE, IL DOC “NON FAR RUMORE” IN ANTEPRIMA NAZIONALE IN SVIZZERA

Roma – Il 16 febbraio alle 17.00 verrà proiettato, in anteprima nazionale in Svizzera, il docufilm di Rai3 «Non far rumore. La storia dimenticata dei bambini nascosti», sottotitolato in tedesco. La proiezione si terrà al Filmpodium di Zurigo. L’iniziativa, promossa dall’Associazione campana «Francesco De Sanctis» di Zurigo con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Zurigo, vedrà tra gli altri la partecipazione dei protagonisti del docufilm, dell’autrice Alessandra Rossi e del regista Mario Maellaro. Dopo la proiezione, seguirà un dibattito, coordinato dal giornalista del Tagesanzeiger Sandro Benini, con la partecipazione del prof. Sandro Cattacin dell’Università di Ginevra, di Alessandra Rossi e Mario Maellaro. (NoveColonneATG)