DONNE, IN SENATO PDL BIPARTISAN PER PROROGARE QUOTE ROSA IN CDA

Roma - È stato presentato il 6 marzo in Senato un disegno di legge firmato sia dalla maggioranza che dall’opposizione per prorogare la legge del 2011 che istituiva le quote rosa all’interno degli organi delle società quotate in Borsa:

la legge prevede il raddoppio da tre a sei mandati per le cosiddette quote rosa nei Cda delle società quotate. Il provvedimento replica un ddl analogo presentato alla Camera e dovrebbe essere assegnato alla Commissione finanze, dove c’è già depositata un’altra proposta di legge presentata dalla senatrice della Lega Cinzia Bonfrisco. “Sono profondamente contraria alle quote rosa, ma devo ammettere che sono necessarie per affermare un principio elementare” ha detto la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini, mentre la collega del Pd Valeria Fedeli ha indicato l’obiettivo di arrivare all’approvazione entro le Europee e il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci ha indicato l’obiettivo di calendarizzare la proposta in aula “velocemente”. Nel 2010 le donne rappresentavano solo il 6 per cento dei componenti dei consigli di amministrazione delle società quotate, uno dei tre peggiori dati di tutti i Paesi membri dell’Unione Europea. Nel 2018 la percentuale è aumentata al 33,5 per cento. Non solo, ma l’ingresso delle nuove amministratrici, oltre che rispondere ad un principio basilare di equità di genere, ha contribuito a modificare altre caratteristiche dei cda, riducendo l’età media, aumentando il livello medio di istruzione, la diversità in termini di età e il background professionale: questi i risultati raggiunti dalla legge che porta le firme delle deputate Lella Golfo (Forza Italia) e Alessia Mosca (Pd), che le proposte presentate in Parlamento vogliono mantenere e rafforzare. (NoveColonneATG)

8 MARZO: DONNE PREMIATE A SCUOLA MA PENALIZZATE AL LAVORO

Roma - Il mondo della scuola e dell’università riconosce appieno i loro meriti, ma quello del lavoro continua a discriminarle. E’ il quadro che emerge in vista dell’8 marzo, festa della donna, dalle ultime indagini dei consorzi AlmaDiploma (tra istituti scolastici) e AlmaLaurea (tra università) che permettono di fotografare le performance formative e professionali delle donne, dalla scuola superiore all’università fino al mercato del lavoro. Il Rapporto 2018 sul Profilo dei Diplomati mostra che oltre un terzo delle femmine alla scuola media inferiore ottiene un voto d’esame pari 9 su 10 (percentuale pari a uno su quattro tra i maschi). E quando arrivano sui banchi delle superiori, che siano quelli di un liceo, un tecnico o un professionale, raggiungono ottimi risultati. Il Rapporto mostra che tra i laureati del 2017, dove è nettamente più elevata la presenza della componente femminile (59,2%), la quota delle donne che si laureano in corso è pari al 53,1% (è 48,2% per gli uomini) con un voto medio di laurea uguale a 103,5 su 110 (è 101,6 per gli uomini). Il Rapporto 2018 sulla Condizione occupazionale dei laureati registra però ancora una volta significative e persistenti disuguaglianze di genere. Tra i laureati magistrali biennali, a cinque anni dal conseguimento del titolo, le differenze di genere si confermano significative e pari a 6,4 punti percentuali in termini occupazionali: il tasso di occupazione è pari all’84,6% per le donne e al 91% per gli uomini. A cinque anni dal titolo di laurea i contratti alle dipendenze a tempo indeterminato sono una prerogativa tutta maschile, riguardando sei uomini su dieci (una su due è invece la percentuale tra le donne). (NoveColonneATG)

FRIULANI ALL’ESTERO: LA REGIONE INCONTRA LE ASSOCIAZIONI UDINE -

"La Regione è impegnata a sostenere gli eventi e le progettualità promosse dalle associazioni dei corregionali all'estero per una sempre più proficua rete di relazioni che rafforzi i legami tra il Friuli Venezia Giulia, i suoi emigrati e i loro discendenti". Lo ha ribadito l'assessore alle Autonomie locali e corregionali all'estero del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, che ieri a Udine ha incontrato i rappresentanti delle associazioni riconosciute, ovvero Ente Friuli nel Mondo, Associazione Giuliani nel Mondo, Associazione Lavoratori Emigrati dal Friuli Venezia Giulia (ALEF), Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti di Pordenone (EFASCE), Ente Regionale Acli per i problemi dei Lavoratori Emigrati (ERAPLE), Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia (UES - Slovenci po Svetu). "Cercheremo per quanto possibile di recuperare risorse aggiuntive a copertura dei bandi nella prossima manovra di assestamento - ha affermato Roberti -, al contempo gli uffici stanno già lavorando per colmare i disagi nell'erogazione dei fondi, dovuti al fatto che stiamo attraversando un periodo transitorio dopo l'entrata in vigore a metà gennaio del nuovo regolamento sulla disciplina degli interventi regionali in materia di corregionali all'estero e rimpatriati". L'incontro è stato utile anche a raccogliere alcune osservazioni delle associazioni su aspetti tecnici del bando stesso che potrebbero comportare difficoltà amministrative nell'elaborazione dei progetti. "Anche su questo ho dato piena disponibilità a portare quanto prima in Commissione i correttivi necessari a semplificare l'iter per la richiesta dei contributi, così che ci sia maggior chiarezza sia per le associazioni che per gli uffici che eseguono le istruttorie, eliminando ogni dubbio interpretativo sulla norma" ha confermato l'assessore. (aise)

GIORNATA MONDIALE DELLA DONNA/ MARINA CAROBBIO: RESTA ANCORA MOLTO DA FARE

BERNA - “L’otto marzo, la giornata internazionale delle donne, è il momento per ricordare sia le conquiste sociali e politiche che abbiamo ottenuto noi donne negli ultimi decenni, ma anche tutti quei ambiti in cui resta ancora molto da fare per raggiungere l’effettiva parità”. Ne è convinta Marina Carobbio, prima rappresentante del socialismo ticinese e della Svizzera italiana a diventare Presidente del Consiglio Nazionale, carica a cui è stata chiamata nel novembre dello scorso anno. “Uno di questi ambiti è la scelta professionale, dove purtroppo ci sono ancora forti stereotipi che influenzano la decisione delle giovani persone”. Proprio per questo motivo la Carobbio ha voluto organizzare l’evento che si è svolto oggi nella sala del Consiglio nazionale e durante il quale sono intervenute donne attive in ambiti diverse e di regioni linguistiche diverse. Evento che ella stessa ha aperto con un bel discorso sia in italiano che in tedesco sul percorso delle donne in Svizzera per il raggiungimento dei diritti acquisiti in questi ultimi 50 anni. Un evento, quello di oggi, che si inserisce in una serie di iniziative che Marina Carobbio sta portando avanti nel suo ruolo di presidente del Consiglio nazionale e che precede la manifestazione con un corteo a Bellinzona, in programma domani. Provenendo da una minoranza linguistica e culturale qual è la Svizzera italiana, Marina Carobbio pensa di “poter essere la persona adatta per far da ponte non solo tra le diverse regioni linguistiche svizzere, ma anche tra le variegate componenti che vi risiedono”. La Svizzera “ha più che mai bisogno di esprimere solidarietà e apertura, ma anche di coesione sociale. Il mio percorso personale, politico e professionale è caratterizzato proprio dall’impegno su questi fronti”. La “Giornata Mondiale della Donna” è stata celebrata per la prima volta il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti, su invito del Partito Socialista Americano, che aveva designato questa data in memoria dello sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi che nel 1908. La Svizzera, con Austria, Danimarca e Germania, fu nel 1911 tra le prime nazioni europee a celebrare la “Giornata”, per sostenere rivendicazioni salariali, diritto di voto e di esercizio di pubbliche funzioni e l’eliminazione delle discriminazioni, con la partecipazione più di un milione di persone, tra uomini e donne. (aise)

L’EUROPA DEI TALENTI. MIGRAZIONI QUALIFICATE DENTRO E FUORI L’UNIONE EUROPEA” ALLA PRESENTAZIONE, IL 15 MARZO A ROMA, INTERVERRÀ LA VICE MINISTRA DEGLI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE EMANUELA DEL RE

ROMA – “L’Europa dei talenti. Migrazioni qualificate dentro e fuori l’Unione Europea”. E’ il titolo del volume che raccoglie una ricerca realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos e dall’ Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e che sarà presentata il 15 marzo a Roma . All’incontro – che si terrà presso l’Auditorium di Via Rieti 13, dalle ore 16 – interverrà Emanuela Del Re, vice ministra per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale. Dopo gli indirizzi di saluto di Tiziano Treu, presidente del Cnel, e di Paolo De Nardis, presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”,la ricerca sarà illustrata da Antonio Ricci (Centro Studi e Ricerche Idos) e Benedetto Coccia (Istituto di Studi Politici “S. Pio V”). Alla presentazione del volume interverranno: Rando Devole, sociologo esperto di migrazioni; Luigi Gaffuri, professore dell’Università dell’Aquila; Mehret Tewolde, direttore esecutivo dell'Iabw dell'associazione Le Réseau. Le conclusioni saranno affidate a Emanuela Claudia Del Re, vice ministra per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale. Coordinerà l’incontro Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos. A ogni partecipante sarà distribuita una copia gratuita del volume. (Inform)

8 MARZO, INAS CISL: ANCHE LE PENSIONI PARLANO DI DISPARITÀ PETTENI: PER LE DONNE LA PENSIONE È LA METÀ DI QUELLA DEGLI UOMINI

ROMA –“L’81% delle donne chiede all’Inps il congedo parentale per prendersi cura dei figli: nella maggior parte dei casi sono le mamme a farsi carico dei bisogni dei più piccoli, a restare a casa dal lavoro per il tempo che serve. Questo dato sarebbe già sufficiente a inquadrare la condizione delle donne in Italia nel 2019: la distribuzione dei compiti di cura in famiglia resta appannaggio femminile, nonostante un trend che, negli ultimi anni, vede un aumento delle richieste di permessi da parte dei papà”. Così Gigi Petteni, presidente dell’Inas Cisl. Una riflessione che emerge dall’analisi dei dati sui dipendenti del settore privato fatta dal patronato della Cisl, che opera da sempre nel campo dell’assistenza e della tutela previdenziale. “Anche se gli uomini iniziano a farsi carico delle incombenze che riguardano i figli, chiedendo più spesso i permessi previsti per seguirli, il ruolo delle donne in questo ambito è ancora molto legato a schemi ‘tradizionali’”, dice Petteni. “Ma è quando si parla di pensioni che le disparità di genere emergono in maniera eclatante: nel 2018, l’Inps ha gestito quasi 18 milioni di trattamenti pensionistici, più di 10 milioni per le donne. L’importo medio della pensione di una donna è quasi la metà di quello degli uomini. Il 70% delle donne che prende la pensione riceve tra 500 euro e 900 euro ogni mese, mentre gli importi più alti vanno,nella maggior parte dei casi, agli uomini: tra coloro che prendono oltre 5.000 euro di assegno pensionistico, solo il 6% sono donne”. “Questa enorme disparità, che riscontriamo anche nei dati relativi alla nostra attività quotidiana, è indice di una serie di fenomeni più ampi: è vero che l’occupazione femminile in Italia ha raggiunto il 49%, ma siamo ancora penultimi in Europa, con stipendi ben lontani da quelli degli uomini e carriere discontinue, che letteralmente ‘si infrangono’ contro gli impegni dettati dalla maternità, dalla cura della famiglia e dei componenti più anziani e dalle incombenze domestiche”, sottolinea il presidente dell’Inas. “Mancanza di servizi di welfare strutturati, di ulteriori interventi a sostegno della famiglia e della parità salariale e scarsa attenzione alle esigenze di cura di un Paese che invecchia sempre di più sono fattori che descrivono alla perfezione quanta strada dobbiamo ancora fare per annullare le disparità di genere”, conclude Petteni.(Inform)