VENEZUELA, UNA CRISI CHE COINVOLGE ANCHE 100MILA ITALIANI

Caracas - Il Venezuela è travolto da una durissima recessione economica e in pieno braccio di ferro tra il presidente chavista Nicolás Maduro e quello autoproclamato Juan Guaidó.

Il 23 gennaio, infatti, Guaidó, leader dell’Assemblea nazionale, si è autoproclamato presidente pro tempore del Paese, sfidando la leadership di Maduro. Un Paese allo stremo in cui vivono oltre 100mila italiani e numerosi italo-discendenti, molti di loro costretti ad abbandonare il Paese. Una situazione seguita “con preoccupazione” anche dal Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie). Il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, assicura: “Seguiamo da sempre la nostra Comunità presente in quel Paese, che per anni è stato un qualificato partner commerciale dell’Italia ed ha ospitato diverse, numerose famiglie e imprese italiane, le quali hanno contribuito al suo sviluppo e progresso”. In Venezuela “vivono ancora oltre 100mila italiani e numerosi italo-discendenti - ricorda il segretario generale del Cgie -. I nostri governi, che si sono succeduti, si sono spesi con interventi umanitari mirati in particolare a sostegno della nostra Comunità”. È degli ultimi giorni, infatti, la notizia dell’arrivo di una nave della Marina italiana che ha trasportato medicine destinate agli italiani. Il Consiglio generale degli italiani all’estero “riconosce al ministero degli Affari esteri la perseveranza e l’impegno profusi per la realizzazione del ‘programma di donazione di medicinali a favore dei cittadini italiani in Venezuela’, che grazie ai servizi offerti dall’Ambasciata italiana a Caracas, dai Consolati di Caracas e di Maracaibo, dai Comites, dalle associazioni e dai volontari, metterà i nostri connazionali in condizione di ricevere gli aiuti essenziali per superare questo difficile momento”. (NoveColonneATG)

NUOVE ADESIONI PER LA PETIZIONE CONTRO LA RIDUZIONE DEGLI ELETTI ALL’ESTERO

Roma – Aumentano le adesioni per la petizione contro la riduzione dei parlamentari eletti all'estero, sottoscritta al 31 gennaio da oltre 3.400 persone. “Continuano ad arrivare nuove adesioni al nostro appello contro il taglio della rappresentanza estera. Una mobilitazione così numerosa ed eterogenea, con firme provenienti da ogni angolo del mondo e dai settori più vari della cultura, della scienza e dell'imprenditoria, conferma l’importanza della nostra iniziativa”, ha dichiarato il professor Vito Francesco Gironda, promotore della petizione. “La petizione 'Tuteliamo la voce e i diritti degli italiani all'estero' è nata come reazione a una riforma che nasce già monca, perché priva del giusto riconoscimento verso il principio di rappresentanza – prosegue Gironda - L'intento dell'attuale maggioranza di ridurre drasticamente il numero dei parlamentari eletti all'estero, proprio nel momento in cui gli italiani nel mondo invece aumentano, porterebbe a uno squilibrio tra l’elevato numero di elettori all’estero e gli eletti. Desidero quindi ringraziare i tanti sottoscrittori che stanno mettendo il loro nome al servizio di questa battaglia. E invitare nuovamente quanti ancora non l'abbiano fatto a firmare l'appello, pubblicato sulla piattaforma change.org. Non ci fermiamo. Il nostro obiettivo è fare togliere questa riduzione dalla riforma costituzionale proposta dal Governo Conte”. (NoveColonneATG)

SICUREZZA SOCIALE - REDDITO MINIMO IN EUROPA : IL CASO ITALIANO. INIZIATIVA PROMOSSA DA CNEL E AREL SUGLI STRUMENTI DI CONTRASTO ALLA POVERTA'

Dall'inizio della crisi del 2008, il tasso di povertà nei paesi dell'UE è salito in maniera esplosiva. Nonostante la ripresa economica degli ultimi anni esso rimane a livelli preoccupanti nella maggior parte degli Stati membri e in considerazione della fase di transizione che caratterizza il diffondersi dell’economia digitale, i temi del sostegno al reddito e del contrasto alla disoccupazione rappresenteranno sempre di più una sfida cruciale per i nostri sistemi economici e sociali. Tra il 2007 e il 2014 il numero di disoccupati da più di un anno è raddoppiato passando a 12,1 mln (di cui 9,5 nella zona euro). Il 61 % di queste persone è senza lavoro da almeno due anni. Secondo la Commissione europea ogni anno un disoccupato su cinque entra nel novero delle persone non attive. Ciò comporta un grave rischio di povertà e di esclusione sociale per i disoccupati e le loro famiglie. Molti paesi europei si sono dotati da anni di strumenti universali di contrasto alla povertà e alla disoccupazione e da pochi giorni anche il nostro Paese ha adottato uno strumento denominato reddito di cittadinanza. In questo contesto, l’adozione di misure comuni per tutti i paesi UE rappresenta un’ipotesi che merita molta attenzione. Il seminario che il CNEL ha organizzato in collaborazione con l’AREL vuole essere un momento di approfondimento sul tema del reddito minimo come misura di protezione sociale con particolare riguardo alle esperienze europee, nonché l’occasione per una prima riflessione sull’introduzione del reddito di cittadinanza nel nostro ordinamento. Prendono parte il Pres. del CNEL Tiziano Treu, il Presidente del CESE Luca Iahier, la prof. Elena Granaglia (UNI Roma Tre) Emanuele RANCI ORTIGOSA, Direttore scientifico dell’Istituto di ricerca sociale (IRS). Interverranno Gianna Fracassi , vice Presidente del CNEL, Marianna Madia, già Ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione.(01/02/2019-ITL/ITNET)

IMMIGRAZIONE NEL MONDO - AUSTRALIA - MENTRE IL GOVERNO FEDERALE MORRISON VUOL RIDURRE INGRESSI ANNUALI, MARSHALL (SA) CHIEDE DI INCENTIVARE ARRIVI IN DAMAs"

Il premier del South Australia Steven Marshall ha lanciato un appello al Primo Ministro Scott Morrison richiedendo politiche migratorie che permettano l'accesso di un maggior numero di migranti qualificati nelle aree rurali d'Australia. Scott Morrison, primo ministro da maggio 2018 intende ridurre il numero di nuovi immigrati permanenti in Australia. Si parla di circa 30.000 unità in meno. Ma Steven Marshall ha chiesto a Morrison di considerare l'opportunità di un ampliamento degli accordi sulle aree di migrazione, Designated Area Migration Agreements (DAMAs), prima di prendere un provvedimento di questo tipo. Il motivo addotto da Marshall : la necessità di avere migrazione qualificata per le necessità dei territori. Su questa linea la proposta di maggiori incentivi per gli studenti esteri impiegati annualmente in uno Stato come quello del SA dal quale la popolazione locale tende ad emigrare, per cui ha estrema necessità di lavoratori. D'altra parte le quote di immigrazione previste in questi ultimi anni rimangono talvolta insoddisfatte.(01/02/2019-ITL/ITNET)