È questo il titolo di un progetto finanziato da programma Socrates Grundtvig, che ha voluto affrontare l’emigrazione su base storica e sociale. Una interessante ricerca promossa dall’associazione Nimrod asbl, capofila del progetto ed alla quale hanno partecipato l’Associazione dei Portoghesi emigrati in Europa (APEB), l’associazione Communauté hellenique de Bruxelles, l’Aquilone ASBL aderente all’USEF, l’associacion Sevillana de Emigrantes Retornados (ASER), l’USEF di Saint Nicolas in Belgio, l’USEF Direzione Generale, l’Associacao de reencontro dos emigrantes (ARE), il Groupe d’études de l’Histoire de l’Immigragration dell’Université Libre de Bruxelles, l’Université Aristote di Tessalonica, l’Universitat Rovina e Virgili di Tarragona, il politecnico di Milano, l’Escola Superior de Educacao de Portalegre.

Un progetto che si è dato quale primo obiettivo quello di ricostruire la storia dell’immigrazione in Belgio, partendo dai paesi di origine fino a seguire il flusso in quella che fu punto di riferimento per parecchi flussi migratori diretti per lo più verso l’industria carbonifera Belga. Oggi, che cade il sessantesimo anniversario dai famosi accordi italo belga che sono passati sotto il nome di accordo del carbone, assume maggiore valenza storica un lavoro come quello a cui l’USEF ha partecipato con tre distinte unità operative : l’USEF di Saint Nicolas, l’Aquilone, l’USEF di Palermo. Scopo primario è quello di ricostruire una storia caduta nell’oblio, che invece a nostro parere va ripresa e fatta conoscere alle giovani generazioni che ignorano quello che successe dopo la seconda guerra mondiale, avvenimenti che cambiarono la vita a milioni di persone e che cambiarono la storia e lo sviluppo di migliaia di paesi.

 

Partendo da questo obiettivo, il programma ha messo assieme oltre settanta storie di vita, che sono servite non solo a ricostruire singole vicende di individui o di persone, ma anche, cosa più interessante, realtà sociali ed economiche, che hanno determinato lo spopolamento di migliaia di Comuni delle zone più povere delle nazioni prese a campione di studio: la Sicilia (Italia) il Portogallo, la Spagna, la Grecia, il Brasile.

Il lavoro, che ha visto parecchie riunioni plenarie dei vari Enti coinvolti, ha avuto la durata di circa due anni, durante i quali, parecchie persone sono state coinvolte sia nel lavoro di ricerca vera e propria, sia nel lavoro di trattamento degli elementi acquisiti, per renderli fruibili a tutti coloro che volessero pigliarne conoscenza.


Totò Augello in Belgio con i giovani dell’USEF durante una recente visita.

 

“Memoires d’Europe”, è uno dei tanti tentativi messi in atto per ricostruire alla fine un aspetto importante della storia di questa nostra Europa che non è solo stata teatro di guerre sanguinose, ma anche terra di grandi spostamenti di persone, di flussi che negli anni cinquanta hanno assunto il carattere di un vero e proprio esodo, che si è ripetuto in viarie parti del continente Europeo, che a coinvolto intere regioni povere, dove la gente è stata costretta ad emigrare.

Esodo, che in maniera inconsapevole, ha dato origine ad una nazione europea, che è cresciuta nel tempo, che ha avuto parecchie tappe, prima di segno economico: la comunità del carbone e dell’acciaio (CECA), poi di segno sempre più politico e sociale, fino ad arrivare ai giorni nostri, quando il processo di unità europea, che oggi subisce una battuta d’arresto, ha certamente fatto passi da giganti e gli emigrati hanno saputo certamente fare la propria parte, spesso più costante ed attiva di quella delle vicende politiche.

Oggi, a sessanta anni dagli accordi italo belga sul carbone e sui fluissi di manodopera, a cinquanta anni dalla tragedia di Marcinelle, che segnò una svolta nella politica dell’emigrazione, raccogliere queste elementi di conoscenza che affrontano il dramma umano da parecchi punti di vista e da parecchie realtà economiche, è certamente un lavoro ben fatto al quale siamo felici di avere partecipato e di avere dato il nostro contributo di esperienza e di conoscenza.