Diversa e, per molti aspetti, nuova l’attività per gli emigrati all’estero che si è svolta recentemente a Boston, con il concorso anche dell’Usef, dove si sono fatti degli interessanti incontri tra alcune università di prestigio e le università siciliane di Messina, Palermo e Catania

 

In questi ultimi anni si sono fatti esperimenti per nuove politiche regionali per l’emigrazione, dando vita, per esempio, al progetto ITENETS che è oggi ad uno stadio avanzato di realizzazione, e coinvolge nuovi soggetti istituzionali ed associativi.

Il rapporto con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) comincia a delinearsi meglio, ma il vero passo in avanti si è concretizzato con la visita a Boston e con gli accordi firmati in quella città. Premesso che l’unico strumento valido per canalizzare questo nuovo impegno dell’Assessorato Regionale al Lavoro alla formazione professionale ed Emigrazione restano le Università Siciliane, destinatarie e nello stesso tempo artefici del nuovo progetto di parternariato, sembra opportuno sottolineare il fatto che da Boston parte il nuovo metodo di intendere il collegamento stabile con le comunità italiane all’estero.

Un metodo che mette in campo sinergie importanti come le Università, appunto, le Associazioni regionali che si occupano di emigrazione, le Associazioni all’estero che l’emigrazione l’hanno vissuta e la vivono tutt’ora sulla propria pelle, il Dipartimento del Lavoro ed Emigrazione e quello della Formazione Professionale dell’Assessorato, tutte entità presenti nella delegazione che ha concretizzato l’iniziativa che si è svolta a Boston.

Gli interlocutori localizzati nella grande e famosa città Americana, la UMASS University, la Bryant University e il Massachussetts Institute of Teconology (MIT), danno il senso del salto di qualità che si vuole fare non solo nel qualificare l’intervento in materia di emigrazione, ma di cambiare completamente il senso dell’intervento stesso. Certo, se da un canto è bene tenere in piedi vecchie e collaudate provvidenze come il turismo sociale, le colonie, il campeggio, le attività culturali, la nuova realtà ci suggerisce di dedicare maggiore attenzione alle giovani generazioni se le si vuole tenere ancora legate all’Italia.

 

Per altro, il crescente interesse verso l’Italia da parte delle nostre comunità all’estero, nonché l’interesse dell’Italia e nel caso specifico della Sicilia in direzione dei siciliani all’estero, suggeriscono un impegno che si dia obiettivi e metodi diversi.

Per questo le università, dove è possibile trovare i giovani che si vogliono raggiungere, dove è auspicabile trovare esperienze e competenze nuove, dove risulta interessante organizzare scambi e master anche post laurea, per rendere patrimonio comune le competenze e le esperienze citate.

Da qui il coinvolgimento del dipartimento della Formazione Professionale ed un maggiore ed articolato coinvolgimento del dipartimento Lavoro ed Emigrazione, nell’intento, assieme alle università, di dare una svolta alla politica dell’intervento regionale, di disegnare e mettere in campo una serie di interventi nuovi diretti ai giovani, agli intellettuali, ai ricercatori; da qui la possibilità per le associazioni di ritagliarsi un ruolo nuovo che ne riqualifichi l’intervento. * Direttore dell’Assessorato al Lavoro della Regione Siciliana


Uno scorcio di Palazzo delle Aquile, sede del Municipio di Palermo.