È passato tanto di quel tempo, che a volte, vien fatto di dimenticare che si tratta di un organismo previsto da una legge della Regione Sicilia. Mi riferisco alla “vita”, si fa per dire, della Consulta regionale dell’emigrazione, che è una di quelle, come definirla Cosa? Organismo? Istituzione? Non è facile trovare il nome di una cosa, che per scelta politica non esiste, è nata appunto morta. E’ infatti dal 1997 o 1998 che non opera più il Comitato Direttivo della Consulta, mentre è dal 1995, data dell’insediamento dell’ultima consulta, assessore l’On. Giuseppe Drago, che la Consulta non si riunisce. Scaduta quella insediata nel 1995, il nuovo decreto di nomina della Consulta ha visto la luce a marzo del 2000, assessore al ramo l’on. Nino Papania, durante il Governo di centro sinistra guidato dall’on. Angelo Capodicasa. Quel decreto, registrato ad agosto del 2000, ha data alla luce solo dei nati morti. Altro non sono, a nostro parere, infatti, tutti coloro che in virtù di quel decreto sono stati chiamati a fare parte della Consulta. Infatti, cosa rappresentano i 25 emigrati allora nominati? E i sette esperti? I rappresentanti delle associazioni e dei patronati? È una domanda che ci facciamo da anni ed alla quale non siamo riusciti a dare una risposta. Rappresenta qualche cosa o qualcuno, se non se stesso, una persona che, nominata da un assessore in carica, non è mai stato insediato come vuole la legge ed è stato completamente dimenticato dalla politica? |
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Meno che mai rappresenta qualche cosa o qualcuno, chi, senza alcuna previsione di legge, è stato nominato sul campo consultore o rappresentante da questo o quell’onorevole, che ha inteso in questo modo soddisfare la richiesta di qualche amico, pensando di potere aggirare la legge o addirittura ignorandola del tutto. E sì che parecchie sono state le sollecitazioni che le Associazioni hanno fatto agli assessori pro tempore: Papania, Briguglio, Stancanelli, Scalia. Ma non si sono visti risultati in merito. Paradossalmente, ad un aumentato attivismo nel campo dei siciliani all’estero, non è corrisposto un utilizzo corretto sia della legge che delle istituzioni e degli organismi dalla stessa previsti: la consulta regionale, il direttivo della consulta, lo stesso singolo consultore. |
Statua a Piazza Pretoria, Palermo. |
Il tutto, in un poco celato tentativo di accrescere da un lato la discrezionalità dell’Assessore del momento e dall’altro nel tentativo purtroppo riuscito di togliere agli organismi preposti il diritto e la facoltà di proposta sui programmi e sugli interventi, la facoltà di proposta sulle modifiche legislative e così via. L’altro nato morto, è il giornale dell’Assessorato ”Qui Sicilia”. Aprendo il sito dell’Assessorato al lavoro ed all’emigrazione, aprendo il link dedicato all’emigrazione per quanto attiene alla rivista “Qui Sicilia”, sono riportati gli ultimi numeri: n° 10 ott.-dic. 1998; n° 11 gen.-mar. 1999; apr.-giug. 1999. L’ultimo numero, che come si vede risale a circa sette anni fa, data in cui si è fermata la fonte di informazione ufficiale dell’Assessorato in materia di emigrazione, di immigrazione, rivolta ai siciliani all’estero ed agli immigrati in Sicilia. Da allora è calato il silenzio, anche se ogni anno sono state inserite le somme e poi non sono state spese. Sette anni di silenzio, interrotte solo dal lavoro fatto da due testate molto conosciute ed apprezzate all’estero ed in Sicilia. Una è queste è il nostro giornale che non ha mai smesso di fare il suo lavoro e l’altro è il giornale di Sicilia Mondo. Giornali che hanno cercato di colmare il gap di informazione che esiste tra le comunità dei siciliani all’estero Ultimamente, con un proprio decreto, il muro dei silenzio viene rotto dall’On. Francesco Scoma, che ha nominato un comitato di redazione ed un Direttore del giornale. Si sono fatte diverse riunione del comitato, si è deciso di rivitalizzare la rivista lasciando lo stesso nome e mettendola su internet, senza evitare di fare anche la copia cartacea, si è anche stabilito di fare un supplente periodico monotematico. Pur avendo presentato il materiale per i primi due numeri, lo stesso non è mai stato pubblicato né nella forma cartacea, né nella forma telematica, perché ad oggi, non è stata fatta ancora la iscrizione al tribunale della testata. Due cadaveri quindi, che pesano nella conduzione corretta ed organica di una politica dell’emigrazione, due cadaveri di cui i siciliani all’estero ci chiedono conto, ma non siamo più in grado di fornire una risposta. Come spiegare perché da un decennio siamo senza Consulta? Oppure come spiegare che sul sito continua a fare bella mostra di se il n° 12 della rivista “Qui Sicilia”, che risale al 1999, come se il tempo si fosse fermato a quella data? L’elenco della domande potrebbe ancora continuare. Ad esempio: che fine hanno fatto tutti i disegni di legge che affrontavano la tematica dell’immigrazione presentati sia dai partiti di destra che da quelli di sinistra, visto che la Sicilia resta tra le pochissime regioni che ad oggi non hanno legiferato in materia? Oppure, che fine hanno fatto tutti i disegni di legge di modifica della legge 55/80 e 38/84 presentati in tutti questi anni? L’elenco potrebbe ancora essere allungato, ma preferisco chiuderlo qui, non senza riflettere sul fatto, che le associazioni regionali hanno anche la loro parte di colpa, per non avere saputo insistere più di tanto, per non avere avuto la forza o la volontà di mettersi assieme per rivendicare con fermezza la soluzione di tali problemi, fino ad arrivare ad una conclusione accettabile. Io credo che è ora di mettersi assieme e di tornare alla carica della politica, per porre fine ad un vuoto inspiegabile e per pervenire alla soluzione positiva dei superiori interrogativi. Saremo capaci di farlo? Il tempo ci darà la risposta giusta. |