PALERMO
Arrivano finalmente i finanziamenti della 5a annualità per riprendere il lavoro di integrazione in direzione degli immigrati. Il nostro centro polivalente da tempo era in attesa della decisione sulle somme spettanti in base all’Art. 45 del DLg 286/98. Finalmente ha avuto l’assegnazione delle somme ai vari enti compresa l’USEF. Certo siamo di fronte ad una decisione che non tiene conto della continuità dei servizi offerti per soddisfare le richieste dei tanti che hanno presentato istanza anche per la prima volta, certamente a scapito della qualità del servizio. Per quanto ci riguarda, per il quinto anno consecutivo, portiamo avanti servizi utili come i corsi di doposcuola per i bambini che hanno difficoltà di lingua e che si riflette sul grado di inserimento nel sistema scolastico. Sono circa trenta i ragazzini che frequentano i nostri corsi e sarebbero anche di più se non fossimo stati costretti a chiudere le iscrizioni, per non formare classi troppo affollate. Attualmente i ragazzi sono divisi in due fasce: elementare e media, mentre è partito anche il corso di alfabetizzazione per adulti. Novità abbiamo introdotto nello sportello per i rapporti con la Questura, dove abbiamo aggiunto un’altra persona che affianca quella che in passato ha portato avanti questa attività. Questa l’attività del centro polivalente, che per altro, anche in assenza di finanziamenti non ha sospeso mai le proprie attività, poiché gli immigrati sempre più numerosi si rivolgono alle nostre strutture per risolvere le loro complesse problematiche.
CALTANISSETTA
Gli esperimenti fatti in passato, hanno dimostrato che mettere gli studenti in condizione di prendere atto di quello che accade sul proprio territorio aumenta la capacità di tolleranza della società, ma anche la capacità di accettare il diverso, di porsi di fronte ad una società sempre più varia sia per il colore della pelle che per la quantità di cultura che si intrecciano e si contaminano a vicenda, arricchendosi reciprocamente. È quanto è avvenuto con i ragazzi dell’Istituto Magistrale “Regina Margherita” che negli anni passati hanno voluto fare presso la nostra struttura degli stages in questo senso. Anche per l’anno in corso, dando per altro seguito ad un protocollo d’intesa tra USEF ed Istituto Scolastico, un gruppo di studenti inizia a fare uno stages nel corso del quale prenderà atto di cosa è l’USEF e di quello che fa attraverso tutte le sue strutture organizzative sia in direzione dei siciliani all’estero, che in direzione degli immigrati che scelgono la nostra terra come loro residenza. Lo stage prevede una parte di attività pratica all’interno del nostro centro e due incontri con i dirigenti dell’USEF che parleranno delle complesse problematiche sia degli emigrati che degli immigrati. Una serie di incontri con rappresentanti delle comunità, che parleranno della loro cultura, della loro storia, delle loro abitudini, delle loro istituzioni. Il tutto, nel tentativo di fare sì che si guardi agli immigrati come soggetti portatori di cultura, di valori umani, sociali e politici.
L’EMIGRAZIONE A SCUOLA
Non è certo ignorando il problema che si può dire che l’emigrazione è finita. Da tempo ormai, flussi continui di giovani diplomati e laureati, disoccupati comuni, hanno ripreso a portare ad andare via dalla Sicilia, sia per una sistemazione al nord (insegnamento, corpi di polizia, esercito volontario etc.) sia per trasferirsi all’estero alla ricerca di una soluzione ai propri problemi esistenziali. Quella che invece è diminuita è la tensione o, se si vuole, l’attenzione verso questa fascia di popolazione che si ingrossa sempre più e di cui si parla sempre meno o se ne parla come di una cosa che non ci appartiene, come di un problema lontano nel tempo. Eppure parecchi comuni fanno la festa dell’emigrato in estate, o fanno alcune iniziative in direzione dei tanti che rientrano per le vacanze estive. Comuni e Province fanno sempre più numerose visite all’estero per visitare le proprie comunità. Basta forse solo questo, per sentirsi moralmente a posto? Basta ignorare il problema per arrivare alla conclusione che non esiste? O è ora di riparlare del dramma dell’emigrazione, tutta l’emigrazione sia in entrata che in uscita, nelle scuole, perché diventi motivo di riflessione e di conoscenza, perché non vadano persi tanti sacrifici fatti dalla nostra gente in un periodo di oltre un secolo di spostamenti, di partenze, di ritorni e di ripartente? Noi crediamo a questa seconda ipotesi di lavoro e ci muoveremo di conseguenza, mettendo in piedi progetti che ci permetteranno di entrare nelle scuole e di parlare di queste problematiche.
CONVEGNO SUI MUSEI
Credo che il primo museo sia stato quello delle Isole Eolie, che parla della storia degli eoliani sparsi per il mondo. Un accresciuto interesse da parte di Amministrazioni Comunali più sensibili al problema o più colpiti dal dramma dell’emigrazione, cominciato a dare vita ad una serie di musei, oggi in tutto sette o otto, all’interno dei quali, in mancanza di un museo regionale che se ne faccia carico, si possono riscontrare testimonianze di tanta gente che è partita dalla fine dell’ottocento ad oggi. L’USEF non poteva e non può sottovalutare quanto sta avvenendo è già avvenuto in giro per il mondo : vedi il Museo di Ellis Island nel Stati Uniti, i vari musei nati in Belgio, in Francia, in altre realtà dove le nostre comunità sono state determinanti per la crescita di quelle società gli stessi musei nati al nord e nel centro dell’Italia, che ricostruiscono la storia di tanta gente, la diaspora di un popolo sparso per il mondo. Per sottolineare e mettere in evidenza questo aspetto positivo dei musei, la nostra associazione ha programmato un convegno sulla rete museale in Sicilia, che si svolgerà nel mese di gennaio. Al convegno, la cui relazione scientifica sarà affidata al Professore Marcello Isaija dell’Università di Messina, pensiamo di invitare i direttori di vari musei della memoria, sparsi per il mondo, per mettere assieme documenti e testimonianze, nel tentativo, speriamo positivo, di avviare la ricostruzione di una storia che appartiene a tutti.