Lo sviluppo sostenibile al centro del nuovo Fondo europeo per la pesca
La Commissione europea ha accolto favorevolmente la decisione presa dal Consiglio dei ministri della pesca di adottare il regolamento sul Fondo europeo per la pesca (FEP), da essa proposto nel luglio 2004. Questo Fondo, che dal 1° gennaio 2007 sostituirà l’attuale Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP), è stato concepito in modo da garantire lo sviluppo sostenibile del settore europeo della pesca e dell’acquacoltura. Il Consiglio ha adottato la maggior parte delle proposte chiave presentate dalla Commissione europea. Il risultato è un fondo che sosterrà il settore nel processo di adattamento volto a rendere la flotta maggiormente competitiva e che promuoverà misure destinate alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente. Il FEP aiuterà, inoltre, le comunità di pescatori più duramente colpite dai cambiamenti a diversificare le proprie attività economiche. Le misure volte a permettere che il settore continui ad accedere alla manodopera qualificata di cui ha bisogno beneficeranno di un sostegno rafforzato. Il FEP sarà dotato di un bilancio globale di circa 3,8 miliardi di euro per un periodo di sette anni. Tutti i rami del settore potranno beneficiare di un aiuto finanziario: le attività di pesca marittime e continentali, le imprese acquicole, le organizzazioni di produttori, il settore della trasformazione e della commercializzazione come pure le zone di pesca.

 

Le nuove misure adottate contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi chiave della politica comune della pesca approvati nel quadro della riforma del 2002, inclusi quelli relativi alla soppressione degli aiuti pubblici che in passato hanno contribuito ad aumentare la capacità di pesca. Il nuovo Fondo si articolerà attorno a cinque priorità fondamentali: 1. aiutare la flotta ad adattare la capacità e lo sforzo di pesca alle risorse alieutiche disponibili; 2. sostenere i vari rami del settore; 3. fornire un aiuto alle organizzazioni che rappresentano l’interesse collettivo del settore; 4. favorire lo sviluppo sostenibile delle zone dipendenti dalla pesca; 5. fornire un’assistenza tecnica agli Stati membri per facilitare la fornitura di aiuto.

La ripartizione dei fondi tra i diversi assi prioritari spetterà agli Stati membri. Benché molte misure attualmente previste dallo SFOP continuino nell’ambito del nuovo Fondo, verrà anche introdotta una nuova serie di meccanismi innovativi per rispondere all’evoluzione delle necessità del settore. Si tratterà, in particolare, di misure volte ad accompagnare l’attuazione dei piani di ricostituzione e ad incoraggiare l’adozione di metodi di pesca più selettivi, parallelamente al finanziamento di strategie locali a favore dello sviluppo sostenibile nelle zone di pesca.

Il nuovo fondo prevede un aiuto rafforzato per le attività di pesca continentali e l’acquacoltura rispettosa dell’ambiente. Gli Stati membri potranno, inoltre, beneficiare di modalità di attuazione semplificate e di una maggiore flessibilità nell’applicazione dei criteri di ammissibilità, che potranno, così, essere più facilmente adeguati alle esigenze delle industrie nazionali. In futuro, gli Stati membri saranno tenuti ad elaborare un piano strategico nazionale per tutto il settore della pesca e l’integrità dell’aiuto sarà trasmessa tramite un programma nazionale FEP unico e non, come spesso accadeva in passato, tramite una varietà di programmi differenti.

 

Il regolamento contiene una serie di misure e modifiche introdotte nel corso del processo di adozione da parte del Consiglio e, in particolare: - un aiuto alla sostituzione dei motori per ragioni di sicurezza e di efficienza dei consumi, purché la forza motrice delle navi interessate resti equivalente o venga ridotta, in funzione delle dimensioni e del tipo di navi; - un aiuto rafforzato e compensazioni in caso di cessazione temporanea o definitiva delle attività di pesca, ora estesi anche ai casi di destinazione delle navi ad attività diverse dalla pesca o alla realizzazione di scogliere artificiali, alla chiusura di industrie della pesca per ragioni di sanità pubblica o a causa di un’elevata concentrazione di novellame o di riproduttori; - un aiuto al settore dell’acquacoltura, della trasformazione e della commercializzazione, che includa tra i beneficiari anche le imprese di medie dimensioni e qualche grande impresa, benché la priorità debba ancora essere accordata alle piccole e microimprese. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il seguente sito: http://ec.europa.eu/comm/fisheries/newscorner/press/inf06_30_en.htm
Pesca a “Traina” con seppia viva.

 

• L’UE lancia un piano d’azione per le foreste.

La Commissione europea ha lanciato un piano d’azione per le foreste che, auspica, sosterrà e promuoverà la gestione sostenibile delle foreste e il loro ruolo multifunzionale. Gli obiettivi principali del piano sono migliorare la competitività a lungo termine del settore forestale, migliorare e tutelare l’ambiente, migliorare la qualità di vita e favorire il coordinamento e la comunicazione. Il piano d’azione per le foreste avrà una durata quinquennale (2007- 2011) e la ricerca è considerata componente essenziale del piano. Gran parte delle azioni di ricerca possono trovare fondamento nella sezione relativa al miglioramento della competitività del settore.

Infatti, la Commissione europea, nella Comunicazione relativa al piano d’azione per le foreste, si impegna a continuare a finanziare la ricerca e lo sviluppo tecnologico nel campo della selvicoltura mediante il Settimo programma quadro per la ricerca (7PQ) e afferma che continuerà a stimolare lo sviluppo della piattaforma tecnologica della filiera forestale. L’importanza della ricerca per il successo del piano emerge anche nella sezione sull’utilizzo della biomassa forestale per la produzione di energia; anche la ricerca sull’utilizzo delle risorse forestali per la termogenerazione, la refrigerazione, l’elettricità ed i combustibili è tra le tematiche affrontate dal 7PQ. La Commissione europea studierà, inoltre, la possibilità di istituire un forum scientifico comunitario delle foreste per intensificare i contatti tra il mondo scientifico ed il mondo politico. È possibile scaricare il piano d’azione dell’UE per le foreste al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/agriculture/fore/action_plan/index_en.htm


La riforma del settore viti-vinicolo europeo

La Commissaria all’agricoltura e allo sviluppo rurale, Mariann Fischer- Boel, ha adottato una piattaforma sulla quale basare i colloqui che porteranno alla riforma del settore viti-vinicolo europeo, un settore chiave dell’economia europea, italiana e siciliana, ma che si trova al momento in uno stato di crisi. Come sottolineato nel rapporto, il settore viti-vinicolo europeo si trova a fare i conti con la sua carenza di competitività, che ha portato ad un calo nei consumi dei vini autoctoni, un aumento nel numero di vini importati e una sovrapproduzione, il cui smaltimento costa mezzo milione di euro l’anno. Una delle cause principali di questi problemi è senza dubbio la farraginosa normativa europea vigente in materia, che limita la competitività senza favorire abbastanza la qualità.

 

Questa piattaforma, messa a punto dalla Commissaria Fischer-Boel, consiste in una riforma profonda del sistema, che abolirà del tutto alcuni aiuti, come quelli per il mosto d’uva, che si sono rilevati inefficienti all’esame del tempo, e ne istituirà altri che promettono di dare nuovo slancio a questo settore, dove, comunque, l’Europa (e l’Italia seconda solo alla Francia) continua a primeggiare nonostante questa crisi.

 


Filari di vite al tempo della vendemmia.

 

Una dalle riforme auspicate dalla Fischer-Boel riguarda la normativa che regola il sistema di etichettature, che secondo il parere della Commissaria danese, è troppo rigido e non lascia la necessaria libertà ai viticoltori, viste soprattutto le diversità presenti tra i diversi produttori europei (ad esempio, in Germania, la “qualità” conta di più della provenienza, mentre in Italia, il fattore geografico è il più importante), e mondiali, molti dei quali hanno persino creato zone geografiche inesistenti proprio per poterne usufruire sull’etichetta. La piattaforma messa a punto dalla Commissione europea tratta anche il problema dell’arricchimento del vino, proponendo un netto taglio rispetto alle norme adesso in vigore.

La commissaria parla di un tetto di arricchimento al 2%, tranne che nella zona C (la zona di appartenenza italiana), dove sarà, invece, dell’1%, per rilanciare la ricerca, stimolare pratiche enologiche diversificate e tentare di eliminare la sovrapproduzione, che così tanti problemi ha creato al mercato viti-vinicolo europeo. Nel 2005, l’Unione europea ha destinato 1.269 milioni di euro al finanziamento dell’OCM vino e la Commissione europea non intende ridurre questa cifra dopo la riforma. Questa proposta è stata accolta tiepidamente da Confragricoltura, che ha fatto sapere di ritenere questa bozza di riforma inadeguata al potenziale viti-vinicolo europeo, ma più caldamente da vari Europarlamentari, che si sono detti contenti del lavoro svolto dalla Fischer-Boel.

La Sicilia è una delle Regioni europee con il più alto patrimonio vitivinicolo e una delle Regioni che sta vivendo un boom in questo settore, per la quale, quindi, la riforma della Commissione europea potrebbe essere una questione vitale. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare i seguenti siti: http://ec.europa.eu/commission_barroso/fischer-boel/220606_it.pdf http://ec.europa.eu/agriculture/capreform/wine/index_en.htm