Assieme al caldo estivo, tutti i paesi della Sicilia centrale e delle tre province più depresse dove l’emigrazione ha inciso a man bassa, Enna, Agrigento e Caltanissetta, sono arrivati a frotte gli emigrati desiderosi di passare alcuni giorni al proprio paese. Paesi che tornano a popolarsi e ad animarsi di nuova, improvvisa e gioiosa vita, piena di rumori, di espressioni dette in tutte le lingue o sparate in un dialetto misto a lingua estera, che ha certamente un suo fascino particolare, anche se induce alla riflessione sulla quantità di strade battute dalla nostra gente che si è sparpagliata in tutte le direzioni del mondo. Accade così, che inavvertitamente in un paesino si senta dire yes o qui o ia indifferentemente, che i nuovi dialetti si incrociano e si confrontano ai tavoli di un bar o dentro un ristorante o alla processione del Santo Patrono. Vita intensa, ma effimera; vita gioiosa ma senza nascondere a volte la tristezza che si legge negli occhi, la volontà di pensare al presente tralasciando per il momento il quotidiano che li aspetta nei nuovi paesi di residenza.

Macchine con targhe di diverso colore e nazionalità si incrociano per le strade che ne rimangono piene, incasinate, ma vive, vive di una vitalità e di una vita cui si attaccano tanto quelli che sono di ”passaggio” quanto i residenti che sanno che tra breve torneranno alla normalità, al silenzio, alla noia di lunghe giornate di inverno durante le quali solo poco persone si incontrano per le strade. Una iniezione di vitalità e di sostegno alle economie locali, una parentesi che ricorda i tempi in cui i paesi erano pieni di gente, prima del grande esodo degli anni cinquanta, quando a frotte si partiva per i paesi del nord Europa, a lavorare nelle miniere di ferro e di carbone della Francia o in quelle di carbone del Belgio e della Germania o presso i grossi impianti di siderurgia.

Si animano i vicoli, il centro storico, vecchie case riaprono i battenti per accogliere in uno sia gli ospiti temporanei che i necessari lavori di manutenzione. Si riempiono i mercatini rionali o settimanali, dove la gente si muove spinta dal flusso, dove grande è il vocio, lo scambio di saluti festosi ad alta voce, le domande tipo: “quando sei arrivato?”, seguita subito dopo da quella: “quando te ne vai?”. Le strade dove abitualmente si passeggia sono piene di giovani e di ragazze alla ricerca di esperienze nuove, di nuove amicizie, che spesso durano più di una semplice estate. I tavoli dei bar sono affollati di persone che vengono servite da camerieri stagionali che si danno da fare correndo tra un tavolo e l’altro.

 

I comuni all’interno o a margine della tradizionale festa del patrono che generalmente cade nei periodi estivi o all’interno dei programmi di animazione estiva, “feste dell’emigrato” o “incontri con gli emigrati”, per dare il segnale che quella parte della popolazione non è stata dimenticata, rientra sempre nelle programmazioni del comune: Programmi di animazione estiva, dicevamo, che servono a divertire ed a distrarre la gente, conferendo quell’aria di festa alle calde giornate estive o alle fresche serate che invitano a stare seduti fuori, a godersi il fresco della sera, dopo l’afa del giorno che si è appena spento.

Rumori, rumori di vita, rumori di tempo che fugge, rumore che vuole coprire pensieri non sempre allegri o problemi che spesso turbano la normale serenità della vacanza. Ora, torna il silenzio, finita la folla si torna ad essere soli ed in pochi, si torna alle normali occupazioni , al silenzio, alle serate davanti la TV o con gli amici abituali davanti ad un bicchiere di vino o ad un caffè.


Momento di una manifestazione estiva a Montedoro.
La “felice buriana” è passata, l’emigrato torna tra le piogge e le brume dell’Europa del Nord o del Nord Italia, il residente torna alla monotonia della normalità, alle riflessioni che lasciano le esperienze dell’estate, gli incontri appena fatti, gli impegni presi, le promesse scambiate, che poi si debbono scontrare con la realtà di tutti i giorni, con il silenzio che è ritornato e che copre ricordi e speranze, nostalgie e nuovi progetti abbozzati. L’appuntamento è alla prossima estate, quando ognuno ricomincerà a vivere dopo un letargo di mesi.