Sulla questione del Ponte la direzione dell’USEF si è riunita ed ha assunto la posizione che presentiamo di seguito.

Il Governo Prodi, a seguito di un esame delle priorità tra le opere pubbliche da finanziare e cantierare nei prossimi mesi, alla luce del buco finanziario lasciato dal Governo Berlusconi, che proprio in questo settore ammonta a circa 150 miliardi di euro rispetto agli impegni assunti, ha escluso tra queste il ponte sullo stretto di Messina. Per vari motivi, su questa opera si concentra l’interesse del mondo dell’emigrazione e per questo motivo, l’USEF ritiene di dovere assumere una sua posizione sull’argomento.

Affermiamo subito che la nostra organizzazione è favorevole alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, in quanto struttura utile ad un migliore collegamento con il Paese e con l’Europa nonché infrastruttura capace di realizzare una inversione di tendenza per quanto attiene l’intero sistema dei trasporti della Sicilia, oggi in completo abbandono a partire dalla ferrovia, al sistema stradale a quello del trasporto aereo a quello portuale. Il Ponte certamente produrrebbe imput validi alla modernizzazione ed allo sviluppo del sistema dei trasporti di Sicilia e Calabria e catalizzerebbe l’attenzione verso la Sicilia ed il Mezzogiorno dell’imprenditoria nazionale ed europea. Per questo motivo, riteniamo che il Governo Prodi debba ritornare sulle sue valutazioni di opera utile ma non prioritaria per quanto attiene al ponte sulle Stretto di Messina, inserendolo fra le opere prioritarie, valutandone seriamente la possibilità di finanziamento.

Nel frattempo, mentre assumiamo questa posizione di favore verso la costruzione del Ponte sullo Stretto, non possiamo associarci alla campagna di propaganda che su questo argomento portano avanti esponenti della vecchia maggioranza di centro destra ed il Presidente della Regione Sicilia On. Cuffaro. Certo è che la vecchia maggioranza poteva fare di più mentre era al governo per finanziare questa ed altre opere invece di annunziare inizi di lavori senza finanziamenti fino al buco di 150 miliardi circa di euro.

Una maggiore coerenza da parte di chi è stato ed è al potere, aiuterebbe tutti a lavorare con concretezza sia per la legittima aspirazione di costruire il ponte, senza che gli ambientalisti si mettano di traverso, sia per sviluppare l’intero sistema viario e dei trasporti in Sicilia, dando al popolo risposte credibili e concrete. Ciò detto, riteniamo sia sbagliato contrapporre al ponte la priorità di un intervento sul sistema dei trasporti della Sicilia, per arrivare poi alla costruzione del ponte, anche perché l’esperienza ci ha ampiamente dimostrato che la politica dei due tempi fino ad ora ci ha portato a non avere il ponte e ad assistere al progressivo degrado di tutto il sistema dei trasporti della Regione, che in questo modo viene esclusa da ogni programma di intervento a detrimento dell’intero sviluppo economico.