Riflessioni di medio termine sulla organizzazione e gli obiettivi di lavoro da qua al nostro prossimo congresso. Considerazioni dopo il 1° voto degli Italiani all’Estero per il Parlamento Italiano | |
L’Emigrazione Siciliana che l’USEF rappresenta oggi all’inizio nel nuovo millennio è profondamente cambiata da quella che conosciamo e di cui, nel bene e nel male, ci siamo sempre occupati: Governi Regionali, ARS, politici. Sindacati, Associazioni, Forze produttive. Gli anni finali del secolo scorso e questi pochi del nuovo millennio sono stati traumatizzanti. Hanno portato rotture di affermati equilibri internazionali e nazionali, conflitti sociali tra Nord e Sud del mondo e all’interno degli stati, rotture e diversità in orientamenti culturali ritenuti consolidati ed universalmente accettati, richieste nuove sulla qualità di vita civile e sociale, nuovi bisogni collettivi e singoli ed esigenze di rappresentanza e di partecipazione originali, problemi di relazioni culturali, economiche, sociali e politiche nuovi e, a volte, non comprensibili e con estrema difficoltà accettati come la teoria della guerra preventiva postulata dalla attuale presidenza americana. Basta ricordare alcuni avvenimenti per rendersi conto di queste rotture e diversità: la caduta del muro di Berlino nell’89; la crisi dei rapporti Nord-Sud nel mondo ed il grande fenomeno migratorio che sta investendo l’Italia, l’Europa, gli Stati Uniti e l’Australia; il problema palestinese, i rapporti politici conflittuali nell’intero Medioriente, la guerra in Iraq e le sue conseguenze, il deterioramento dei rapporti tra le grandi civiltà islamiche e cristiane; il terrorismo come fenomeno endemico. E, ancora, vanno sottolineati i grandi nodi, vecchi e nuovi, e le scelte che investono la gestione complessiva della natura, della vita civile, delle risorse, dell’economia e della politica dell’intero pianeta: l’ambiente; la globalizzazione; la divisione del lavoro e del mercato internazionale e l’affermarsi del modello industriale cinese ed indiano; la introduzione di sempre nuove tecnologie e l’uso delle scoperte della ricerca; la distribuzione e l’approvigionamento delle risorse naturali a cominciare dal petrolio. Questo breve elenco esemplificativo dà il senso dei problemi che stanno investendo la vita di tutti i popoli e governi della terra, dalle diversità delle scelte portate avanti dai vari stati nazionali e, al loro interno, dalle varie comunità ed aggregazioni sociali. È dentro questo groviglio di novità e di diversità che l’Usef lavora. È la natura stessa della nostra organizzazione così territorialmente diffusa e così vigile ed interessata alla vita ed alle sorti dei nostri emigrati nel mondo che non ci può fare prescindere dal prendere atto della attuale situazione e di tenerne conto nel dibattito e nelle decisioni per la scelta delle nostre iniziative.
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Altrettanto vale per le decisioni riguardanti sostegni o alleanze di natura associativa o politica nel nostro Paese o all’estero sempre tenendo ferma la nostra collocazione naturale di forza democratica. Noi abbiamo scelto nel nostro ultimo Congresso una strategia di approccio nuovo alla nostra emigrazione siciliana basata su indirizzi pratici di lavoro comune e di forme organizzative. È opportuno indicare soluzioni ai vari, complessi e diversi problemi, cercare di capire e di rispondere alle attuali molteplici esigenze di questo nuovo essere migranti nel mondo, offrire servizi utili e necessari a questo tipo di emigrazione siciliana nel mondo e di immigrazione in Sicilia che dobbiamo, innanzitutto, considerare “una risorsa di ricchezza e di cultura”. Tutto questo impone la scelta di un rafforzamento, ampliamento e ringiovanimento della nostra struttura, compresa quella centrale in Sicilia, in modo da renderla capace di coinvolgere giovani e donne, interessare le famiglie degli emigrati, allargare lo spettro delle attività, coinvolgere forze sociali e politiche esterne. | La Zisa di Palermo. |
Stiamo lavorando assieme per offrire a questa “complessa società di migranti” un modello valido di struttura culturalmente capace di capire le novità e di essere strumento agile e vivace di solidarietà, di reciproca comunicazione sociale e politica, di offerta di servizi utili e generali senza sottacere le diversità delle varie comunità e darci, con largo consenso interno, una strategia capace di mantenere l’USEF, una struttura con piena capacità operativa, una Associazione Volontaristica di notevole livello di riconoscibilità e di gradimento. È per questi motivi che abbiamo considerato anche l’immigrazione, nella nostra isola ed in Europa, una risorsa e ne sosteniamo le ragioni non solo economiche, di aiuto e di rappresentanza quanto di rispetto delle diverse culture, tradizioni e religiosità. L’immigrazione in questi ultimi anni è diventata un fatto sempre più diffuso e numeroso e sempre più acquistano valore i problemi politici di convivenza, di reciproca conoscenza, di rappresentanza politica e sociale, di rispetto reciproco a fronte di quelli del tradizionale aiuto di accoglienza e di sostegno per l’inserimento. A queste scelte politiche, molto più che ad un sentimentale ricordo storico delle difficoltà della nostra emigrazione all’estero, si rifà l’USEF nella sua attività verso l’immigrazione stanziale nella nostra regione. L’attività dell’Associazione è nota a tutti. Nel giudizio su questa attività non mancano riconoscimenti e critiche, e da parte nostra non si sono mai sottaciute le difficoltà di una attività a volte diventata improba e pesante, senza mai, però, che venisse meno in Sicilia e all’estero, la concreta e attiva ricerca di trovare spazi nuovi, innovazione, affermazioni e consensi fuori dallo stretto circuito associativo. Per questo si è rivolta particolare attenzione ai valori di rappresentanza ed a quelli di convivenza civile. Con particolare attenzione si è intervenuti per potenziare ed assicurare la presenza degli immigrati siciliani all’estero nei Comites e nei Consigli comunali e da noi in Sicilia per far sì che gli immigrati ottenessero una loro presenza negli organismi territoriali amministrativi. Anche per le recenti ultime elezioni politiche, in cui per la prima volta hanno votato gli italiani all’estero, dopo una battaglia curata da anni nel Parlamento italiano per ottenere la legge, non è certo venuto meno il sostegno dell’Usef alle liste democratiche e di sinistra. L’Associazione è andata trasformandosi, in questi anni, da un canto verso una struttura di servizi con un’offerta qualificata e dall’altro nella promozione e realizzazione di progetti mirati regionali e nazionali. E ciò senza venir meno alle tradizionali attività e nei limiti previsti dalla legge reg. 55\80: attività culturali, colonie, campeggi, turismo sociale, convegni per l’emigrazione siciliana all’estero e per l’immigrazione: consulenza, doposcuola, corsi di lingua e tutti i servizi previsti dal Dig. 286. In questo contesto si iscrive l’iniziativa del nostro giornale “L’EMIGRAZIONE SICILIANA” oramai arrivato alla venerabile età del 24° anno. Il giudizio sul giornale è positivo. Da tutta l’organizzazione e dagli ambienti culturali e politici a cui arriva è riconosciuto utile e rappresentativo e, pertanto, se ne riconferma l’impegno. Un impegno assai coraggioso che si attesta attorno a tre questioni fondamentali: 1) La necessità – che si ritiene valida – di avere uno strumento informativo che sia anche di orientamento; 2) La necessità che il giornale sia veramente “portavoce” dell’intera organizzazione e non solo della direzione centrale.
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E questo implica un respiro collaborativo e di sostegno molto più alto di quello attuale; 3) La necessità di una diffusione mirata e più larga, solo ed unico mezzo per renderne utile lo sforzo redazionale e la pubblicazione, per valorizzarlo, per farlo conoscere non solo al nostro interno, ma in generale nel mondo degli emigrati siciliani, nelle famiglie, nei vari Circoli associativi autonomi. Negli stati e nelle comunità dove è presente la nostra Associazione si pubblicano più di cento tra quotidiani, giornali settimanali, riviste ecc. e funzionano centinaia di radio e TV locali. Riteniamo che far conoscere il nostro giornale in questi ambienti sia opportuno ed utile. Queste note sulla nostra attività servono a presentare l’USEF e a sollevare tra gli amici un dibattito ampio e chiaro. Noi riteniamo che una ricerca, in comune sulla emigrazione siciliana e sulle sue attuali condizioni e sulla immigrazione nel nostro territorio, sia politicamente e culturalmente utile; salvo poi per ogni struttura o persona assumersi i suoi impegni e la sua responsabilità operativa. | Teatro Massimo di Palermo. |
Le valutazioni preliminari sull’attuale momento storico, la presentazione del lavoro svolto, il discorso sulla forza e diffusione della nostra organizzazione. A nostro avviso è necessario un progetto regionale condiviso nelle scelte e nelle responsabilità che tenga conto della realtà nuova nell’emigrazione, aggiorni l’attuale patrimonio legislativo, abbia coraggio innovativo e punti forza per decisioni d’avanguardia. Per conto nostro, come USEF, è su questo piano che l’Associazione, anche se con fatica, si sta muovendo. Il primo di questi nodi è quello della definizione politica dell’USEF. Questo nodo apre una serie di problemi a livello regionale e a livello nazionale: l’area di collocazione politica, i rapporti con i partiti, quelli con i gruppi parlamentari e, a livello internazionale, le questioni delle alleanze sindacali da una parte e dall’altra la rappresentanza negli Organismi elettivi territoriali. Non sfugge a nessuno di noi la delicatezza dell’argomento. La nostra storia, la tipologia della nostra attività, il generale orientamento democratico dei soci e del quadro dirigente postula una scelta di sinistra che ci sembra naturale riaffermare. Una scelta che non significa l’inquadramento partitico, ma un orientamento complessivo che si raccordi alle politiche del centro-sinistra in Italia e all’estero e proponga accordi e alleanze con le varie rappresentanze parlamentari ed amministrative, con i partiti, con i sindacati per avanzare richieste, suggerimenti e proposizioni di leggi e provvedimenti necessari per l’emigrazione e ciò, evidentemente, a livello regionale, nazionale e all’estero. Questo impegno ci permette di avere chiaro il rapporto di responsabilità nostro ed altrui, la possibilità di critica e l’approccio positivo per la definizione di politiche sull’emigrazione e la richiesta di rappresentanze. Ci troviamo ad affrontare novità di forte rilievo politico come il rapporto con i parlamentari eletti all’estero per il Parlamento Nazionale e la gestione della avvenuta elezione – prevista dall’accordo di Maastricht – dei rappresentanti degli emigrati nei Consigli Comunali dei luoghi di residenza. Il secondo riguarda il rapporto con il nuovo governo della regione. C’è un decadimento dei nostri rapporti attuali con la Regione che non realizza una politica organica in direzione dei siciliani all’estero, eludendo, financo, gli stessi dettami della legislazione vigente: niente Consulta; progressiva diminuizione degli impegni di spesa di bilancio per i capitoli per l’emigrazione; progressivo accrescimento della discrezionalità dell’Assessore Regionale e un progressivo svuotamento del ruolo e della funzione stessa delle Associazioni Regionali nel tentativo discutibile di creare una rete autonoma di collegamenti. Le stesse annunciate iniziative del governo quali l’aiuto ai Siciliani in Argentina e la Casa Sicilia arrancano tra mille contraddizioni e creano divisioni e malcontento. C’è necessità di chiarezza in questo tipo di rapporti ed iniziative anche legislative, oltre che una definizione di ruoli tra Governo ed Associazionismo.
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Il terzo nodo riguarda proprio i rapporti con le altre Associazioni di Emigrati Siciliani. Il fatto vero è che l’Associazionismo tradizionale è in crisi: rimangono alcune sigle e solo pochissime Associazioni ancora in vita. La nostra rimane la più vivace, forte e capace di indicare politiche ed effettuare servizi ed interventi. Tuttavia non si può affermare che questi rapporti siano migliorati nel tempo e a fronte delle maggiori difficoltà di questi anni. Noi abbiamo sempre postulato politiche unitarie e contrarietà a contrapposizioni e concorrenze che finiscono sempre per danneggiare l’intero associazionismo ed i soggetti che le praticano. Crediamo che debba essere confermata la nostra linea di unità e di rispetto che abbiamo sempre cercato di portare avanti. Una linea di dibattito interno sulle questioni emergenti e sulle iniziative, la ricerca di obiettivi comuni, una forma permanente di raccordo unitario, anche rappresentativa, che renda palese a tutti lo spirito unitario dell’Associazionismo nell’Emigrazione Siciliana ed il valore delle sue scelte e delle sue iniziative. | Cupola della Cattedrale di Palermo. |
Infine va rimeditato il nodo del tipo di rapporto interno che vogliamo. È questo un discorso delicato, che deve essere fatto al fine di coinvolgere il modo con cui si dovrebbe fare oggi volontariato e associazionismo sociale e politico. C’è un problema di “valore dell’appartenenza” che va consolidato e liberato dal senso deteriore del vincolo e della disciplina, ma che deve trovare “nel senso del comune sentire” il riconoscimento di un legame tra soci, associazioni, strutture e organi centrali regionali. Il venire meno di questo legame e del comune sentire rendono complicato e difficile ogni iniziativa di coordinamento, rendono labili i rapporti all’interno della struttura organizzativa e confuse, a volte anche contraddittorie, le scelte politiche che si fanno. È anche in questo quadro complessivo che va visto il ruolo del giornale e considerate le valutazioni già fatte.
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Dal nostro punto di vista l’USEF e l’intero associazionismo nell’emigrazione avranno certamente un futuro se sapranno coinvolgere i giovani, inventare ed accettare forme nuove di coinvolgimento degli emigrati. L’USEF, come ha deciso, cercherà di essere un valido Centro di Servizi per le comunità all’estero e coinvolgere in Sicilia gli Enti Locali in maniera tale da mettere in piedi punti di riferimento polivalenti a cui possano rivolgersi gli emigrati, gli Enti locali e quanto hanno interesse in materia di emigrazione. Questo tipo di impegno necessita gruppi dirigenti adeguati, abbastanza larghi, capaci di coinvolgere i giovani e le donne, aperti alle novità ed alle sperimentazioni. Per questo noi pensiamo ad una articolazione provinciale della struttura centrale dell’USEF in Sicilia, soprattutto, come si è detto, per coinvolgere nell’attività forze nuove, intellettuali, giovani e donne e per avere un più largo contributo di idee e di iniziative e allargare ancor più il dibattito interno. | Chiesa di S. Maria dell’Olivella. Palermo. |
Riassumendo avvertiamo: 1) La necessità di rafforzare i legami con la politica facendo a nostra volta politica all’interno dello schieramento di centro sinistra con propria peculiarità e senza etichette. 2) Potenziare il rapporto con gli enti locali. 3) Sollecitare in Sicilia i partiti ed il Governo della Regione a sviluppare una politica verso le migrazioni, aggiornare le attuali leggi sull’emigrazione siciliana e realizzare interventi concordati ed efficaci e per l’immigrazione agevolare la soluzione dei problemi dell’accoglienza, dell’integrazione e del rispetto delle culture, della rappresentanza nei consigli comunali. 4) Aumentare la nostra presenza sulla scena politica regionale e realizzare alleanze politicamente naturali alla nostra attività per ottenere rappresentanze nelle amministrazioni locali, nei sindacati, nelle strutture sociali, nell’Associazionismo. 5) Porsi degli obiettivi di qualità ed ambiziosi ampliando esperienze come quella delle Biblioteche e del Servizio Medico in Argentina realizzando scambi culturali tra studenti ed insegnanti, coinvolgendo le strutture scolastiche e le Università, dando vita a Seminali ed incontri sulla nostra storia, tradizioni e valori culturali ed ambientali specialmente per i giovani, intrecciando le iniziative turistiche con momenti culturali, riproponendo con più forza lo scambio economico e la conoscenza dei prodotti siciliani ed anche delle produzioni di siciliani all’estero in Sicilia partecipando a mostre, fiere e mercati. Avere occhio ai problemi della qualificazione professionale promuovendo incontri e stages a cui sono assai interessati i giovani.
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6) Sostenere iniziative per la realizzazione di CASE SICILIA come un momento di coagulo delle Associazioni Siciliane, uno sportello di servizi, una valida vetrina per il made in Sicily oltre che una struttura culturale ed un luogo di incontro per iniziative d’impegno. Dare vita, cioè, a forme di associazione e di rappresentanza autonome liberamente organizzate e strutturate e autonomaente gestite dalle Associazioni di emigrati. 7) Sostenere ed allargare l’impegno del Giornale, sviluppare la comunicazione nel suo insieme compreso il web, promuovere ed agevolare l’informazione di ritomo. 8) Proseguire sulle scelte di grande impegno culturale, di reciproca conoscenza e memoria: Musei locali, storia dell’emigrazione archivio storico, biblioteche. 9) Promuovere la realizzazione di una Fondazione dell’emigrazione che raccolga notizie, archivi, memoria, documenti locali e regionali, pubblicazioni sull’emigrazione siciliana. 10) Strutturare l’Usef siciliana a livello provinciale, allargare il quadro dirigente, coinvolgere giovani e donne. 11) Istituire un premio biennale per opere letterarie e scientifiche a cui possono accedere studiosi siciliani e dell’emigrazione coinvolgendo nelle giurie personalità della cultura siciliana e cointeressando Enti Locali e Regione. | Interno della Chiesa S. Agostino (Palermo). |