Si è svolta a Roma, lo scorso giovedì 22 giugno, la riunione della Direzione e dell’esecutivo della FILEF Nazionale. All’ordine del giorno, l’analisi del voto all’estero, le prospettive dell’azione di governo per gli italiani all’estero e il rapporto con l’associazionismo, con il CGIE e con il mondo dei partiti. Altra parte della discussione ha riguardato il lavoro organizzativo della FILEF a partire dalle indicazioni dell’ultimo congresso di Pescara. Nella relazione introduttiva il Coordinatore nazionale, Rodolfo Ricci, ha esordito riassumendo l’attività delle associazioni federate e le innumerevoli iniziative svolte dalle organizzazioni regionali e all’estero per assicurare la massima partecipazione al voto: la valutazione dei risultati dà conto di come il mondo associativo abbia costituito ancora una volta la base più importante per consentire l’agibilità democratica all’estero.

È l’imprescindibilità del suo insediamento è dimostrata dall’elezione di molti esponenti che provengono dalla storia dell’associazionismo tra i quali quelli della FILEF eletti nelle liste dell’Unione. Quanto al rapporto con il tavolo dell’Unione, Ricci ha lamentato l’insufficiente grado di interlocuzione e confronto che c’è stato nella determinazione delle liste e nella definizione del programma. Cosa che si è prolungata, dopo il voto, nella mancata e invece doverosa ampia discussione sugli assetti da dare a livello di governo, soprattutto in relazione alla questione “Ministero degli italiani nel mondo o Viceministero”; deleghe e funzione di raccordo interministeriale, su cui esistono oggi delle forti preoccupazioni, non tanto sotto il profilo della visibilità, quanto piuttosto dell’efficacia dell’azione di governo. La specificità del mondo degli italiani all’estero, con un voto, nella massima, parte orientato dal mondo della società civile organizzata in emigrazione, implica un forte e continuo raccordo tra questo mondo e quello delle forze politiche, le quali non possono ambire a rappresentarlo in modo esaustivo.

 

È questo un quadro, in cui, in positivo, possono essere sperimentate modalità di azione e di relazione molto innovative ed originali che possono ottimizzarne la ricchezza e le risorse di saperi e di competenze presenti. Bisogna al più presto individuare in modo concertato tutte quelle proposte ed azioni che possano fornire capacità di risposta e di efficacia all’azione di governo rispetto agli impegni del programma presentato agli elettori. E allo stesso tempo va affrontata per la prima volta in assoluto – visto che non è mai stato fatto prima – con misure concrete, la partita della valorizzazione a tutto campo dell’emigrazione italiana nel mondo, cosa che non riguarda solamente il Ministro degli Affari Esteri, ma parallelamente riguarda molti altri pezzi dell’amministrazione dello Stato centrale (Pubblica Istruzione, Sanità, Beni Culturali, Turismo, Mincomes, Min-Lavoro, Welfare, Ministero degli Interni, ecc.), delle Regioni e gli altri enti locali, che mantengono tutta una serie di competenze e deleghe che debbono essere armonizzate.
Cattedrale di Mazara: la Cupola.

 

Vanno quindi costruite le condizioni per una collaborazione tra forze sociali, politiche, parlamentari eletti nell’interlocuzione con le diverse funzioni di Governo: e in questa prospettiva la FILEF è pronta a dare il proprio contributo. In questa ottica, la rivendicazione di un organismo di coordinamento interistituzionale è questione che dovrebbe vedere tutti concordi e che deve essere accolta dal Governo al più presto, sia perché è giusta e razionale, sia perché la si deve a chi ha consentito l’affermazione di questa maggioranza, sia infine, perché è l’unica misura che giustifichi la cancellazione del Ministero per gli italiani nel mondo. Gli interventi succedutisi alla relazione di Ricci hanno rafforzato l’esigenza di rilanciare in avanti l’approccio verso i problemi della nostra emigrazione e di superare la fase di stallo presente a diversi livelli, sollecitando le altre forze politiche e sociali nonché CGIE a riprendere convintamente l’iniziativa su tutti i temi sul tappeto, concordando priorità e modalità partecipate di elaborazione e decisione:

 

in particolare, Stefania Pieri (dell’esecutivo FILEF nazionale) ha sottolineato l’esigenza di rafforzare la funzione di coordinamento organizzativo della FILEF nazionale e di una maggiore partecipazione delle strutture regionali, oggi più che mai necessaria in un quadro progressivamente orientato verso la programmazione degli enti locali raramente armonizzata; il Sen. Claudio Micheloni (Presidente delle Colonie Libere della Svizzera) ha riconfermato l’opzione per il Viceministero pur all’interno di un quadro che assicuri deleghe forti e capacità di coordinamento e l’esigenza di riqualificare la funzione del CGIE in un quadro mutato; l’On. Rocco Curcio, (della FILEF Basilicata) ha rilevato come la funzione dei parlamentari eletti non possa essere ridotta alla esclusiva rappresentanza degli italiani all’estero, ma assume una responsabilità più vasta verso il Paese; l’On. Elvio Ruffino (Presidente dell’ALEF-Friuli), concordando sull’esigenza di rafforzare il coordinamento nazionale FILEF, ha sviluppato una riflessione sulla funzione associativa che deve ambire ad un maggiore riconoscimento e sostegno da parte istituzionale e in un rapporto dialettico con le forze politiche e il Governo, sia sul tema dell’emigrazione che su quello dell’immigrazione, ottimizzando la funzione fondamentale che possono avere sotto questo profilo, i parlamentari eletti;
Palazzo storico di Mazara.

 

analogamente Claudio Pozzetti (Responsabile CGIL dei Lavoratori Frontalieri) che ha aggiunto la necessità di insistere su una revisione in positivo delle funzioni del CGIE anche nel rapporto con i parlamentari eletti e conseguentemente, sulle opportunità di dimissioni di coloro che siedono oggi in Parlamento per evitare sovrapposizione di funzioni; ritornando sulla necessità di integrazione delle forze sociali, Pozzetti ha indicato come prioritaria quella di ricostruire rapidamente e definitivamente un raccordo sinergico con le altre realtà organizzate, siano esse di servizio o associative che fanno capo alla CGIL, all’INCA, allo SPI e alla FIEI; Salvatore Augello, (Segretario dell’USEF- Sicilia), riconsiderando le contraddizioni e le dinamiche negative emerse durante la campagna elettorale, ha sottolineato come sia finito il tempo di dare per scontato l’impegno dell’associazionismo al di fuori di percorsi e di scelte condivise che nessuno può assumere se non attraverso la pratica quotidiana della discussione e del confronto; senza questa condizione, l’associazionismo della FILEF è chiamato ad elaborare e sostenere in piena autonomia e con proprie capacità una funzione di stimolo e di sollecitazione che superi ogni collateralismo.

 

Oltre ai sopraindicati, sono intervenuti alla riunione di direzione Zemarian Tesfai (FILEF Puglia), Claudio Balzamonti, (Filef Nazionale), Walter Reggiani (Casa delle Culture di Modena/FILEF Nazionale), Marta Murotti (Presidente della FILEF Emilia-Romagna), Francesco Berrettini (Vicepresidente FILEF Nazionale), Leonardo Zanier (dell’ECAP Svizzera), Rita Riccio, Giuseppe Petrucci e Franco Cesari (dell’esecutivo FILEF Nazionale); hanno inviato propri contributi e messaggi di consenso sulla relazione introduttiva Stelvio Antonini (FILEF-Marche), Ugo Boggero (FILEF-Piemonte), Carlo Lai (FILEF-Sardegna), Franco Calvanese (Vicepresidente Nazionale e Presidente della FILEF Campania. Nelle prossime settimane la FILEF intensificherà la propria riflessione interna che dovrà sboccare subito dopo l’estate in una conferenza di organizzazione di rilancio della Federazione nel quadro delle decisioni assunte nell’ultimo congresso dello scorso anno.

Roma, 23 Giugno 2006


Emergenze architettoniche nel centro storico di Mazara.