Grazie al fortunatissimo incontro con il nuovo ispettore tunisino, il Prof. Hamadì Aghrebi, ho avuto modo sin dallo scorso anno di prender parte ad alcuni segmenti di formazione dei docenti tunisini di italiano. In seguito, ho partecipato a “leçons témoin” e ad altri momenti di formazione/aggiornamento didattico-professionale, a Nabeul, a Monastir, all’Ariana, a Tunisi su argomenti quali: le quattro abilità nelle unità didattiche, la valutazione, l’uso del congiuntivo e del condizionale, la punteggiatura, l’uso del power-point nella didattica, l’uso della canzone nell’insegnamento dell’italiano, o di cultura e civiltà italiana per docenti e studenti su temi quali: il Risorgimento, l’Italia dal 1860 alla Grande Guerra, l’Italia dalla Grande Guerra ai tempi nostri, “La Scuola di Atene” di Raffaello, la questione della lingua, ecc.

Mi accingo ora a continuare l’esperienza con la promozione del Capès di quest’anno. Per me si è trattato e continua a trattarsi di un’esperienza meravigliosa che mai avrei pensato di poter fare in vita mia. In un paese culturalmente molto distante da noi, gruppi compatti di giovanotti e ragazze appassionati della lingua e della cultura italiana, di null’altro desiderosi se non di approfondirne ed ampliarne la conoscenza per sè e di diffonderne l’amore a frotte di scolari e di studenti: 238 docenti tunisini di italiano, cui si aggiungeranno un’altra buona trentina il prossimo anno scolastico, per circa 22.000 studenti nell’80% dei licei di tutto il paese, dal Mediterraneo alle oasi.

Come dicevo, più del 90% degli attuali docenti tunisini di italiano non si è mai recato in Italia. È della massima importanza, dunque, fornire loro, a turno, una tale opportunità. Perché però ciò non si trasformi in una occasione improduttiva e impropria di “turismo”, la borsa deve essere legata ad un soggiorno di studi, visita e confronto in scuole italiane, per conoscere sistemi organizzativi, modelli didattico-pedagogici, strumentazione e sussidi nel contesto scolastico italiano. Nelle Università gli studenti che scelgono il corso di laurea in Italianistica sono, ovviamente, in numero minore di quelli dei Licei, ma superano comunque la ragguardevole cifra di 4000.

Alla Manouba di Tunisi esiste dal 1976 un corso di laurea quadriennale, che si è rafforzata dagli inizi degli anni 90 in seguito alla reintroduzione dell'italiano nel secondario. Inoltre vi sono corsi di laurea applicata (4 anni), di laurea breve applicata, e di master, oltre all'insegnamento indirizzato a titolo di opzione a studenti di altri dipartimenti, e un master biennale. Il numero degli iscritti a tutti i livelli raggiunge 700 unità. L’Università collabora alla progettazione dei programmi, alla formazione del personale insegnante, ai concorsi nazionali ecc. Dispone di due fondi di libri e di materiale didattico: il fondo della biblioteca centrale e quello della Sala Italia. A El Khadra (7 Novembre Carthage) l’italiano è una delle lingue (insieme ad arabo, inglese, francese, tedesco, spagnolo, cinese e russo) in cui è possibile conseguire la laurea (maîtrise) a seguito di quattro anni di corso in quattro specializzazioni (filières) differenti: Lingua, Traduzione, Civiltà, Letteratura. Nell’ambito del Dipartimento di Lingue e Letterature Europee, è istituita una apposita “Sezione di Italiano”; sono in atto accordi con le Università di Palermo e Viterbo e con l’Istituto Italiano del Commercio Estero finalizzati allo scambio di docenti e studenti; è ugualmente in atto l’accordo di partenariato con l’Università Ca’ Foscari di Venezia per lo scambio di visite tra le strutture universitarie italo-tunisine.

L’Istituto Superiore di Lingue di Gabès, creato nell’anno 2000, offre una formazione universitaria (lauree brevi e lauree lunghe) finalizzata all’insegnamento (secondario o universitario) o alla prosecuzione degli studi di terzo ciclo e alla ricerca: l’italiano è iscritto nelle lauree lunghe (4 anni); una formazione in Addetti ai Servizi Turistici (maturità + tre anni) in cui le lingue, tra cui l’italiano, occupano una grande parte; senza dimenticare il Dipartimento di Lingue Straniere Applicate (inglese + italiano per tre anni anni, con orientamento in Lingua commerciale).

C’è l’Istituto Superiore di Lingue Applicate di Commercio e Turismo di Moknine, dove l’italiano (corso di laurea di 4 anni) si taglia una fetta consistente del ventaglio di offerte linguistiche complessivo. Ma interesse per la cultura italiana (in particolare per l’Arte e l’Architettura) è stato manifestato anche da altri centri universitari dove non sono impartiti corsi di italiano. È il caso, ad esempio, dell’Università privata Tunis-Carthage. Le Università, è bene sottolinearlo, non si limitano ad impartire l’insegnamento: organizzano, spesso d’intesa e in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, giornate ed eventi di particolare rilevo ed eccellenza a scadenze periodiche o in particolari occasioni: Giornate della Lingua, Giornate della Cultura, Giornata Colombiana, Giornate mazziniane, Giornata su Calvino, convegni sulla traduzione, incontri con eminenti docenti italiani (Vattimo, Serianni)...

Le esigenze di cui parlavo sono molteplici: vanno dai sussidi didattici (dizionari, testi scolastici, audiovisivi, DVD, ecc.) ai libri di autori italiani classici e contemporanei, dalla compilazione di nuovi manuali alle nuove tecnologie informatiche e telematiche da applicare alla didattica. È un vasto campo di lavoro per loro, desiderosi, direi quasi smaniosi, di intraprenderlo; ma anche una sfida per l’Italia che deve avere l’intelligenza e assumersi l’impegno di non disattendere un così forte interesse. Rispondendo ad una specifica richiesta avanzata dalla Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, la Dott.ssa Paola Procaccini ed inoltrata per il tramite dell’Ambasciata, relativa a corsi di aggiornamento destinati a docenti tunisini di italiano, il competente ufficio del Ministero degli Esteri, esprimendo consenso e disponibilità, aggiungeva: “In considerazione della posizione di preminenza che la lingua italiana sta acquisendo in Tunisia, si condividono le considerazioni di codesta Rappresentanza sulla esigenza di effettuare un particolare sforzo in materia di aggiornamento degli insegnanti locali della Scuola Secondaria.

Una loro migliore preparazione sul piano didattico appare uno strumento indispensabile per sostenere e corrispondere costì alla cresente domanda di italiano, con iniziative capaci di ingenerare fra l’altro un maggior coinvolgimento delle stesse Autorità tunisine”. È stato poi firmato il 23 marzo 2005 dal Sen. Alfredo Mantica, Sottosegretario di Stato agli Esteri, per la parte italiana, e dal Dott. Hatem Ben Salem, Segretario di Stato, per la parte tunisina, il Programma esecutivo dell’accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Tunisina per gli anni 2005-2007. Il Programma si iscrive nel grande Accordo fra le due Repubbliche che risale al 1997 ed è il risultato dei lavori della Grande Commissione Mista riunitasi a Tunisi nell’ottobre del 2001.

Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana, ecco che cosa, tra l’altro, vi é esattamente previsto: “Le due Parti si adopereranno per promuovere la diffusione delle rispettive lingue e culture nei due Paesi, in particolare mediante l’eventuale istituzione di cattedre e lettorati presso le rispettive Istituzioni scolastiche secondarie e delle Università nell’ambito delle proprie disponibilità di intervento. Le due Parti prendono atto con soddisfazione della cooperazione in atto in materia d’insegnamento dela lingua e cultura italiana negli istituti di insegnamento secondario tunisino.

La Parte Italiana pertanto esaminerà con favore la possibilità di fornire contributi per la formazione di docenti tunisini di lingua italiana. La Parte Italiana continuerà a fornire, nei limiti del budget disponibile, materiale didattico per l’insegnamento e la diffusione della lingua italiana, nonchè per corsi di formazione e aggiornamento di docenti e lettori a favore di quelle Istituzioni universitarie e scolastiche che, tramite la sede diplomatica, ne presentino richiesta”. Ora tocca a noi far sì che queste così entusiasmanti enunciazioni si traducano in altrettante azioni concrete.

La cultura è un messaggio
vincente

La conclusione a cui siamo arrivati, dopo avere realizzato l’ultima attività culturale negli Stati Uniti durante lo scorso mese di marzo, è che la cultura è ancora e sempre un messaggio vincente non solo tra le comunità siciliane, ma nella società in genere. Una iniziativa entusiasmante quella realizzata a Filadelfia e New York, che ha ancora una volta dimostrato quanto la nostra gente sia legata alla propria cultura, alla propria storia, alle proprie tradizioni.

È bene dire subito che il ruolo delle associazioni resta insuperabile, sia di quelle che operano in Sicilia, sia quelle che operano all’estero. Anzi è proprio la sinergia tra queste due parti dello stesso movimento a permettere che attività di questo tipo abbiano un senso, una giustificazione, un valore non solo culturale, ma anche sociale. A tal proposito preziosa è stata la collaborazione di gente come Giuseppe Rollo, a Filadelfia, e Angelo Siciliano a New York, che si sono adoperati, assieme ad altri, a che il messaggio che volevamo dare avesse un pubblico ricettivo, attento.

Ma di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando dell’ultima fatica del “Quintetto Siciliano”, il gruppo di artisti a cui abbiamo affidato la bontà ed il livello culturale del messaggio. Non tarantelle, che pure sono cultura, non stornelli, ma musica popolare affidata a ben quattro strumenti a corda: violino, viola, violoncello e ad un piano forte, che hanno saputo rendere le musica popolare restituendo ad essa tutto il fascino che ha, tutta la potenza di coinvolgimento che riesce a dare a quella gente che partita da tanti anni dal proprio paese, cerca costantemente motivi di collegamento, materiale per la memoria, per arricchire la propria conoscenza ed il proprio bagaglio culturale.

Eravamo sicuri del successo, perché avevamo avuto modo di assistere in America Latina all’effetto che quel tipo di musica, quel tipo di arrangiamento musicale produce sul pubblico, uno spettacolo nuovo, nel suo genere, fresco per la potenza sviluppata dagli strumenti nel riempire di note le sale, nel coinvolgere il pubblico presente.

E il successo non è mancato anche questa volta, oltre cinquecento persone sia a Filadelfia che nel Quins a New York, hanno tributato applausi a non finire agli artisti, che caricati da questo successo hanno saputo dare il massimo di se stessi e della propria musica. Un successo quindi dello spettacolo dell’USEF che ancora una volta si conferma associazione impegnata nel campo della cultura e delle tradizioni, dell’Associazione dei siciliani di Filadelfia diretta dall’Avv. Giuseppe Rollo, che si è spesa per la riuscita dello spettacolo, dell’ASU di New York diretta dal Cav. Angelo Siciliano, che assieme ai suoi collaboratori ha saputo fare in modo che anche questa fatica avesse un successo di pubblico enorme.

Ad essi, a questi preziosi collaboratori che dedicano tutto il loro tempo libero e spesso anche più, va il nostro sentito ringraziamento per tutto l’aiuto che ci hanno dato permettendoci di incontrare una comunità a cui volevamo lasciare il messaggio culturale che abbiamo lasciato.

A noi resta solo la soddisfazione di avere agito bene, di avere ben speso il denaro pubblico, per le finalità per cui esso ci viene messo a disposizione, di avere ancora una volta fatto un passo avanti verso quella che vuole essere la nostra attenzione e la nostra politica in direzione delle comunità siciliane all’estero.

Salvatore Augello