Chi perde e chi vince nei sondaggi. Ma la campagna elettorale è lunga e la vittoria si gioca sulla distanza. Spettacolarizzazione a parte, quanto conteranno i problemi reali nel voto dei siciliani?

 

IIn un recente sondaggio della Swg Rita Borsellino viene data in testa per l’elezione a presidente della Regione. Le avrà sicuramente fatto piacere, si sarà sentita incoraggiata, ma ha appena battuto ciglio. Ha solo ammesso di essersi sentita confermata a percorrere la sua strada. Una strada che in questi giorni la porterà, non senza fatica – una fatica non solo fisica – nei cantieri dell’Ulivo per farsi strada tra gli intricati problemi di questa nostra isola da un lato e l’inveterato vizio delle sue componenti sociali e politiche a resistere ai cambiamento ed all’innovazione necessaria ma troppo spessso rinviata, delle nostre strutture di governo e delle nostre leggi.

Al governatore in carica l’on Cuffaro, che ha affermato con la baldanza giovanile che gli è propria che anche la volta precedente i sondaggi erano per Orlando, che poi però perse nel confronto elettorale, la Borsellino ha opposto un aplomb appena scalfito da un comprensibile sorriso di soddisfazione, un non detto “chi vivrà vedrà”. E non solo perché i sondaggi, che servono soprattutto ai sondaggisti, vanno presi con le pinze, come ha ricordato il Presidente della Regione. Non solo perché, tra ora e il voto regionale c’è di mezzo il mare delle elezioni nazionali con i suoi esiti incerti, ma perché la Borsellino, a mio avviso, fa una precisa scelta di comunicazione e di marketing elettorale. Questa scelta prevede che lei si tenga lontana da ogni protagonismo e spettacolarizzazione e che mostri non solo di essere ma anche di apparire lontana dalla politica. Anche la ripetuta proposta di Cuffaro per un confronto televisivo è stata dalla Borsellino rimandata al mittente, a tempi lunghi e più ravvicinati alla data del voto regionale, maturi per un confronto più chiaro.

Tempi che magari le serviranno anche a prepararsi meglio, come insinua chi sottolinea l’inesperienza politica della Borsellino, ma che sono scelti per porre una distanza non solo e non tanto dal diretto sfidante, l’on, Cuffaro, ma dalla complessiva temperie politica ed istituzionale di questi anni in Sicilia. Anni che hanno visto un Parlamento assente ed improduttivo, un governo ed una classe politica appannata e priva di slancio. Abbiamo visto tanti parlamentari e dirigenti politici impegnati in una rincorsa indietro, a passo di gambero, piuttosto che impegnati a lanciarsi in avanti, come pure avrebbero richiesto e l’ampiezza della crisi siciliana – a cominciare da quella economica delle famiglie e delle imprese a finire a quella finanziaria delle casse della Regione – e le opportunità che avevamo, dai fondi europei alla prevista istituzione di un’area mediterranea di libero scambio nel 2010, alla riforma dello Statuto siciliano.

Tutte occasioni ed opportunità se non perse, certamente compromesse. In questo momento, mentre scriviamo, va di scena all’Asseblea Regionale Siciliana l’ennesimo balletto sui precari e la loro impossibile stabilizzazione. A fronte dei 27000 precari da stabilizzare con un lavoro a tempo indeterminato, per i quali occorrerebbero 142 milioni di euro, in cassa ce ne sarebbero solo 17000 di euro. Pochini per accontentare tutti e forse pure pochini, ora ed in prospettiva, per mantenere in piedi precariamente tutti i precari della Regione. E così le strade di Palermo si riempiono di articolisti, lavoratori socialmente utili, ma anche di lavoratori della formazione in attesa di arretrati e contratto, di medici della cosidetta medicina dei servizi che chiedono anch’essi sicurezza e stabilità, di forestali con cui è stato siglato, dallo stesso governo, un contratto insostenibile per un esercito in continua ed inutile crescita.

E mentre va in scena il disastro del lavoro assistito a fini elettorali in un’economia della sopravvivenza e non dello sviluppo, anche gli ex presidenti di Sicindustria ed Assindusrtia Palermo finiscono nel registro degli indagati. Di fronte a questo quadro desolante, prima di ed oltre ogni concreto programma, la mossa decisiva per vincere la partita la Borsellino la giocherà nell’incontrare e raccogliere la sotterranea indignazione dei siciliani e la loro delusa ma non perduta speranza.