La bellezza della nostra vita è data dalla imprevedibilità e dalla scoperta. Doni, che il Padreterno ci ha dato per stupirci e per renderci affascinante la campata e, soprattutto, per mettere a prova l’intelligenza degli umani. Perché ci vuole una buona dote di intelligenza per capire l’accordo elettorale tra Bossi e Lombardo, la scelta di campo della Casa della Libertà e la comune battaglia autonomista tra i terroni della Sicilia, i lumbard di Bossi e Berlusconi.
Le serpentine dell’on. Lombardo con la scelta finale della Casa di Berlusconi assieme a fascisti e leghisti. L’abbraccio forte forte con Bossi, commovente! Il nostro siculo Cavaliere finisce a destra, ma si impegna a sostenere Cuffaro. Misteri della coerenza politica. Ci manca solo lo slogan ”terroni e bauscia contro Roma ladrona”.

Certo, tutto è possibile, ma questo accordo per essere digerito oltre che di una buona pillola di fede ha bisogno di dosi massicce di digestivo: già la sola idea di vedere assieme Bossi e Lombardo e considerli fratellastri fa impressione.- Immaginarli assieme protagonisti di battaglie politiche rasenta la fantascienza: il vedere Lombardo dare la caccia ai musulmani in Sicilia, combattere per chiudere le moschee, con magliette satiriche addosso come quella di Calderoli, così tanto applaudito al Congresso del MPA, fa impressione e lascia increduli, così come increduli e di stucco resteranno parecchi elettori siciliani dell’on. Lombardo al momento del voto, il prossimo 9 aprile.

Lombardo in questi mesi ha spiegato all’inclita e a noi poveracci come qualmente usciva dall’UdC e restava amico e sostenitore di Cuffaro, rimasto nell’UdC. Rivendicava, il Nostro, il superamento di carenze e dimenticanze nella politica per la Sicilia del Governo di Berlusconi ed in nome dei problemi siciliani e delle politiche autonomistiche usciva pure dalla CdL e passava all’opposizione, organizzava liste autonomiste nelle recenti elezioni amministrative con parecchio successo. Sempre in nome della Sicilia il Nostro conterraneo Cavaliere trattava contemporaneamente con il Centrodestra ed il Centrosinistra.


Alcamo, veduta dal “bastione” di Piazza Bagolino.

Affermava a gran voce una sua sicilianità oltranzista ed in suo nome… alla fine si accordava con la Lega di Bossi e decideva di appoggiare il tanto vituperato Berlusconi. Ora io dico che sarà colpa della nostra pochezza di comprendonio e del nostro deficit cerebrale se tutta questa vicenda politica ci sembra avventuristica, contraddittoria e soprattutto perdente per la Sicilia e per Lombardo stesso. Vedere abbracciati Bossi e Lombardo non impressiona per la forza politica che assieme rappresentano, quanto per la grande diversità delle strategie politiche che rappresentano. Non fratelli, al massimo fratellastri.

Ma a prescindere dell’elasticità e della contraddittorietà delle opinioni, che tuttavia in politica contano, è la scelta definitiva che fa testo: l’alleanza con la Lega di Bossi e l’adesione alla Casa della Libertà afferma almeno tre principi inaccettabili: 1) L’assoluta mancanza di una politica ideale che permette qualsivoglia alleanza decisa solo in funzione di potere e di clientela; 2) Una visione mercantilistica dell’impegno politico improntata al contratto “del quanto tu mi dai e del quanto io ti do” fuori da ogni principio e da ogni strategia di lungo periodo; 3) Una scelta di impegno politico indifferente da schieramenti precostituiti per cui tutti vanno bene e con tutti è possibile allearsi. È chiaro che la scelta è condizionata dalle elezioni politiche e la considerazione principale è il quanto potere si ha a Roma ed il quanto si conta nel governo e con i partiti.

 

Non piacciono i voti a perdere e Bossi e Lombardo vorrebbero impiegarli al meglio. Sono personaggi abili che sanno di essere utili in questo momento e tentano il gioco al rialzo. Da qui una artificiale fratellanza e la nascosta infelicità personale di non poter portare un vero contributo ideale e di programma: un verace realismo tornacontistico di fatto gabbato per idealismo autonomista di facciata. In fondo si tratta di due finti fratelli e di due veri infelici politici con i loro movimenti incapaci per deficit culturale e per esperienza di governo di offrire sulla piazza politica una vera strategia autonomistica ed una vera storia di lotte (si pensi alle lotte per lo Statuto e per la sua specialità in Sicilia negli anni ’40 e ’50) e di collegamenti con le realtà sociali locali, col mondo della produzione, con l’Associazionismo (si pensi al localismo aberrante della Lega, alla sua Banca nordista fallita, alla creazione di una fantomatica cinecittà milanese) riducendo il tutto, almeno qui in Sicilia, alla richiesta di più soldi da spendere, meno tasse e meno precarietà.

 


Alcamo, uno scorcio.
La scelta in favore di Berlusconi per i due abili fratellastri è quella del “paracqua” quando piove: non bagnarsi, far capolino se c’è il sole, stare assieme quando fa acqua e guadagnarci quando spioverà. Peccato, avrebbero potuto far di più. In Sicilia c’è bisogno di ricostituire un largo fronte autonomista culturalmente avanzato, con una strategia chiara di progresso economico e civile, forte di alleanze non solo elettorali, capace di mobilitazione sociale. La stessa esperienza della candidatura a Presidente della Rita Borsellino è indice di questa esigenza e di questa speranza. A prescindere dai fratellastri infelici, noi ce lo auguriamo.