Il voto per gli italiani all’estero non ci sarebbe stato senza la decisa iniziativa delle forze di centrosinistra, artefici delle modifiche costituzionali necessarie per giungere all’esercizio del voto degli italiani all’estero. L’attuale presidente dell’Usef, il sen. Angelo Lauricella è stato per tanti anni, nel corso del suo mandato parlamentare, un promotore intelligente e fattivo di iniziative politiche per dare il voto agli italiani all’estero, presentando il primo disegno di legge che lo prevedeva e distinguendosi in questa lunga battaglia parlamentare durata per più di una legislatura. Circa tre milioni di connazionali in tutto il mondo, ad aprile saranno chiamati a votare per eleggere il Parlamento Italiano.

Si eleggeranno, con la modalità del voto per corrispondenza, 12 deputati e 6 senatori, rispettivamente alla Camera e al Senato. Un evento politico che permetterà alle nostre comunità di scegliere tra programmi diversi, schieramenti politici alternativi ed eleggere rappresentanti espressioni delle comunità, il cui compito fondamentale sarà quello di essere un ponte tra le culture. Gli eletti nella circoscrizione estera dovranno rapportarsi con la comunità di provenienza, rappresentarne i bisogni e le esigenze sia nei confronti dell’Italia che dei Paesi in cui i nostri connazionali vivono. Essi dovranno promuovere dinamiche di internazionalizzazione delle politiche sociali ed economiche, ispirarsi ad una visione plurale, aperta e solidale della società italiana, ed evitare una visione autoreferenziale e oleografica della comunità di provenienza. Le elettrici e gli elettori all’estero potranno contribuire, con il loro voto, ad un cambio di governo, che, per gli italiani all’estero, è riuscito, in cinque anni, a realizzare solo convegni e annunci.

Ineludibili saranno, invece, alcune riforme. In primo luogo il miglioramento dei servizi di base dei Consolati – fondamentali organi della Pubblica Amministrazione e dell’immagine dell’Italia all’estero – che soffrono attualmente di una politica di tagli sia sul versante finanziario che su quello del personale. Un’attenzione vera ed efficace per le politiche scolastiche, al fine di realizzare concretamente i piani paese, tenendo conto della pluralità di strumenti ed interventi, e delle diverse esigenze continentali, tanto nel campo della lingua quanto in quello della formazione delle giovani generazioni. Una profonda valorizzazione della politica culturale e un’incisiva riforma degli Istituti Italiani di Cultura, cui dovranno essere assegnati personale e strumenti operativi efficaci per la creazione di sinergie con altri soggetti operanti nel settore della cultura (siano essi fondazioni, enti pubblici italiani e stranieri, università, operatori economici di settore) cosí come mezzi e risorse per una forte valorizzazione della diffusione della lingua italiana e della cultura prodotta dalle comunità italiane in loco.

L’attuazione di una politica dell’informazione che preveda il sostegno ai mass media locali e potenzi la circolarità dei flussi informativi per e dall’Italia, nonché la realizzazione di una rete di coordinamento dell’associazionismo con le Regioni italiane ed il potenziamento del ruolo delle donne. Va ribadita l’importanza dei servizi di patronato, così come di una forte politica di solidarietà, che comprenda strumenti di protezione e di sostegno per le fasce più deboli e per coloro i quali sono in situazioni di disagio, come gli anziani e i carcerati. Fondamentale rimarrà inoltre l’attenzione alle politiche di partecipazione e cittadinanza, per un inclusione della nostra comunità nei circuiti partecipativi e di rappresentanza siano essi italiani, quali i Comites, o gli organismi politici locali di vario livello.