Berlusconi straparla, il centro sinistra è in fibrillazione sul programma, e la Casa delle Libertà annusa la sconfitta e non più una si fa trina. Mala tempora currunt se non prevarrà nel dopo elezioni la forza dell’Ulivo con la sua capacità aggregante per proiettare il nuovo Parlamento ed il nuovo Governo verso il traguardo di cinque anni di un solido e stabile governo riformatore.

 

L’undici febbraio, con un ritardo di due settimane che il Presidente della Repubblica ha dovuto concedere a Berlusconi per mantenere la scadenza del 9 aprile per le elezioni politiche, il Presidente Ciampi ha sciolto le Camere dando inizio alla campagna elettorale politica. Si prevede una campagna elettorale ricca di colpi di scena e di scontri molto duri fra i poli, stando agli avvenimenti che hanno preceduto lo scioglimento del Parlamento ed a quelli che hanno seguito in questo breve margine che si chiude con la scrittura di questo articolo.

Non mi riferisco, almeno non soltanto, alla maratona televisiva del Presidente del Consiglio che nelle settimane precedenti lo scioglimento delle Camere ha letteralmente occupato le televisioni pubbliche e private tenendo la scena 24 ore su 24 tra dirette, differite e repliche; e neanche a quello che è riuscito a dire attaccando tutto e tutti, qualche volta anche se stesso, perché troppo buono con gli alleati, che invece lo bloccano e lui poveretto è costretto a subire non avendo la maggioranza assoluta in Parlamento.

Dunque Berlusconi ha iniziato la sua campagna attaccando duramente il suo antagonista Prodi, bollandolo con tutte le possibili accuse d’incapacità, incoerenza, interesse privato fino a definirlo succube dei suoi alleati comunisti (non si riferisce a Bertinotti o a Di Liberto, ma ai DS) che dopo le elezioni non lo lasceranno governare, anzi lo cacceranno dal governo per prendere loro il potere.


Alcamo, Piazzetta Libertà.

Ha aggredito i democratici di sinistra, accusati di avere sponsorizzato l’Opa sulla B.N.L. e si è spinto fino alla richiesta alla magistratura di essere sentito come persona informata dei fatti per riferire di un incontro tra i dirigenti D.S. ed il presidente delle assicurazioni Generali a suo avviso chiesto per favorire la benevolenza delle Generali verso l’Opa dell’Unipol sulla B.N.L.

In lui non vi è stato esitazione ad andare dai magistrati, lui che ha sempre criticato gli amici dei magistrati e quelli che indirizzano, a suo dire, l’azione della magistratura. Poi, magari è stato smentito dalle persone citate come testimoni dell’incontro che hanno dichiarato che non si era parlato né dell’Unipol né della B.N.L. Ma tant’è Berlusconi si era già smentito da sè quando uscendo nell’incontro con la Procura di Roma aveva dichiarato di avere posto un problema politico e non problemi inerenti a responsabilità penali.

Chiaramente però aveva sbagliato sede per porre problemi politici visto, che per farlo poteva anche restare a palazzo Chigi o nella sede di Forza Italia. Intanto, archiviata l’indagine su Unipol, attaccava i magistrati di parzialità e quando il garante della televisione multava Rete 4 per violazione della par condicio se la prendeva con il garante e poi con i giornalisti che non gli danno spazio e tavolta lo criticano e poi, ancora, con le televisioni che dando più spazi agli altri ed ancora con la par condicio. Insomma un Berlusconi in lotta con il Mondo intero contro amici e nemici.

Ma non solo di questo che vorremmo parlare, anche se il clima elettorale è importante ed uno scontro civile tra forze alternative, come spesso chiede ai partiti il Presidente della Repubblica, giova al futuro della politica e giova anche al paese. Desideriamo soffermare l’attenzione dei lettori sul quadro delle proposte dei partiti, sulla situazione del paese e sulle prospettive del dopo elezioni. L’Unione ha presentato in questi giorni il suo programma pubblicando un grosso volume dettagliato nelle proposte, con qualche mancanza, come hanno sottolineato i fautori della Tav, la linea ad alta velocità, in cui si designa una politica di ripresa per il paese attraverso un rilancio degli investimenti produttivi, della ricerca, e di politiche occupazionali tendenti alla stabilità lavorativa per invertire una fase in cui è stato promosso con misure di sostegno il precariato (vedi legge Biagi) Purtroppo nel centro sinistra sono iniziate le prese di distanza verso il programma concordato e viene fuori con forza il problema politico del centro sinistra, “la coesione”.

Sul senso della coalizione prevale il senso di sé e del proprio gruppo e ciò porta non pochi a dubitare che in caso di vittoria, il centro sinistra sarà in grado di governare senza rottura e crisi per tutte la legislatura. Ci auguriamo però che il blocco dell’Ulivo composto da D.S. e Margherita che rappresenta più del 70% dell’alleanza saprà trovare la direzione di una solida linea governativa, che a questa forza compete in accordo con Prodi.

Dall’altra parte la maggioranza di centro destra arriva alla campagna elettorale in disfatta. Reduce da scontri tra forze principali, FI, AN, UDC, il centro destra in mancanza di accordo su un nome, schiera tre candidati alla Presidenza del Consiglio che anche se non lo dichiarano hanno aperto uno scontro fra di loro, infatti il protagonismo di Berlusconi, può essere letto come ricerca di una polarizzazione nello scontro per mettere in ombra i suoi competitori Fini e Casini e per tirare la volata a Forza Italia a scapito dei partiti alleati.

Gli bruciano infatti i sondaggi che danno Forza Italia in caduta rispetto a tutte le precedenti elezioni. Lo hanno bene capito i due alleati che cercano di smarcarsi e di dare un immagine di sé più affidabile e più serena del loro leader di coalizione. La Lega, invece, nel tentativo di trovare uno spazio di immagine, dopo avere oscillato tra posizioni ricattatorie del tipo “o mi approvi la devolution o rompo la coalizione” a momenti di totale accondiscendenza ha creato il fatto che può portarla alla rottura della Cdl.

Mostrando in televisione la sua maglietta che riproduceva le magliette su Maometto il Ministro Calderoli ha provocato il grave incidente internazionale di Bengasi. Berlusconi, a questo punto, si è visto costretto a chiedere le dimissioni del Ministro per limitare le ripercussioni che avrebbe avuto sull’Italia una rottura dei rapporti con la Libia e ciò ha provocato una reazione leghista che incrina la Cdl. Quindi se problemi di coesione vi sono dentro il centrosinistra la Casa delle libertà, a questo livello, è messa peggio e ciò porta a dubitare che in caso di una loro vittoria saranno capaci di governare.

Un quadro di incertezza quindi per il futuro del paese mentre una situazione difficile rende necessario un lungo periodo di stabilità e rapporti migliori tra maggioranza ed opposizione. Purtroppo la legge elettorale proporzionale approvata a fine legislatura non favorisce la coesione delle forze politiche ed almeno nella campagna elettorale stimola le differenziazioni. Un quadro incerto, quindi anche se noi non disperiamo e puntiamo sul senso di responsabilità nel dopo elezioni in uno scenario in cui una lista dell’Ulivo vittoriosa alla Camera e una lista dei DS vittoriosi al Senato, potrebbero tappresentare il centro di gravità aggregante del nuovo governo con cui i partiti minori dovranno confrontarsi.

Si potrà in questo modo dare vita ad una mission non impossibile, quella di dare vita ad una solida maggioranza in grado di governare il Paese per tutta la prossima legislatura.