Certo che a detta del presidente degli industriali trapanesi, Pietro Culcasi, quella della provincia di Trapani non è una situazione brillante dal punto di vista economico. Sarà che il personaggio non è un ottimista, ma qualche motivo c’è. Per esempio il prezzo del vino è in caduta libera. E quella è una zona dove il settore primario, e l’agricoltura in particolare, ha fatto tradizionalmente la parte del leone: le campagne trapanesi hanno sempre tirato la carretta del reddito complessivo della provincia.

Del tessuto imprenditoriale della provincia, 44919 imprese, il 45% è costituito da aziende che operano nel comparto agricolo ed impiegano 20000 addetti, assecondando la vocazione storica di quella zona alla coltivazione della vite ma non solo. Ma la crisi ha colpito duro negli ultimi anni. Aumentano le esportazioni mentre diminuisce il prezzo dei prodotti all’origine. Aziende troppo piccole e strategie di commercializzazione del prodotto, che pure è molto migliorato in qualità, ancora inadeguate richiedono una maggiore innovazione del settore ed interventi per la ricerca ed il marketing.

Più che appianare i debiti delle imprese o percorrere la solita strada degli interventi assistenziali – non si sa poi con quali soldi ormai – gli operatori chiedono, o dovrebbero chiedere, un aiuto alla politica per affrontare quella che è una crisi di mercato che va affrontata implementando nuove strategie di filiera dell’agroalimentare e facendo sistema. Certo, il discorso ormai va proiettato a dopo le prossime elezioni, nazionali e regionali. Ma intanto in provincia crescono le imprese iscritte alla Camera di Commercio: siamo oltre quota 52000, un record!

Conseguito anche grazie alla inclusione delle imprese agricole, e nonostante la fuoriuscita dal mercato di imprese del settore pesca (-2,11%). La struttura imprenditoriale della provincia quindi regge, anzi cresce, e ciò grazie al settore terziario: +67% nel campo dell’istruzione, +45% nelle attività immobiliari e dei servizi infomatici, +36% ristorazione ed alberghi, +25% nell’intermediazione finanziaria. Ed in crescita è anche il numero degli imprenditori extracomunitari (+8%), soprattutto nel campo del commercio al dettaglio. Ineressante è la loro provenienza: i nordafricani sono passati in poco tempo dal 33% al 45%, rappresentando quindi quasi la metà del totale degli imprenditori stranieri. Seguiti da quelli provenienti dall’Europa, dal Sud America, dai Cinesi.

Ed in crescita sono anche le aziende in rosa. Ne risultano 13273 e rappresentano il 35% del totale. E, cosa da rimarcare, sono spesso loro, le donne, le leader dell’impresa, che gestiscono “in esclusiva” nel 95% dei casi. D’altronde, a ben vedere, che Trapani fosse un posto di donne “di tutto rispetto” ce lo segnala anche la storia politica e sociale di quella provincia da Franca Viola ai nostri giorni, in politica (nel 1998 alle più appasionanti elezioni provinciali di questi ultimi anni si fronteggiarono due donne) come nell’imprenditoria (José Rallo con le sue cantine, o Marika Bulgarella con il suo olio).

E se l’export trapanese cala nel settore dei materiali lapidei e della pesca, Trapani punta nuove carte sulla cantieristica, scommettendo sulla crescita dei traffici marittimi internazionali, sulla nautica commerciale e su quella da diporto, rilanciata dal recente successo della America’s Cup. E l’impegno già da anni avviato nella ricerca di nuovi materiali per nuovi tipi di imbarcazioni, più sicure e di più facile manutenzione, sta dando i suoi frutti. Enzo Sorge, direttore del Cantiere Navale che attualmente impiega 80 dipendenti, esulta per i tre pescherecci in vetroresina e clevilark recentemente costruiti per la flotta di Termini Imerese, e per l’arrivo di una nuova commessa per la costruzione di una grande petroliera da consegnare entro il luglio 2007.

Ed in crescita è infine il turismo. Crescono posti letto e presenze. E questa crescita è destinata a durare se i trasporti ed i collegamenti via mare e tramite aeroporto miglioreranno (il movimento passeggeri all’aeroporto di Birgi è diminuito di circa 20000 unità nel 2005 rispetto al dato del 2004, e la sospensione recente di alcuni servizi di linea al porto di Trapani è in contraddizione con l’auspicata crescita delle autostrade del mare).

Potrà anche migliorare se, come sta già avvenendo, sarà adeguata la ricettività alberghiera ed extralberghiera, l’agriturismo, ma soprattutto la capacità di tutti gli attori del territorio di fare sistema per promuovere la conoscenza delle straordinarie ed estremamente varie bellezze naturalistiche e culturali della provincia di Trapani e delle sue 23 città. Ma questa è un’altra storia e la racconteremo un’altra volta.