Riccardo Coppola, giovane ricercatore di scienze sociali, è l’autore di questo approfondimento di “Emigrazione Siciliana” dedicato alla crisi argentina. Crisi che, benché oggi non più dirompente come qualche anno fa, è lungi dall’essere superata. Ela riflessione su di essa è di una straordinaria attualità e per i neosinistri che per i neo-conservatori.

Tutti hanno qualcosa da imparare! Coppola, che ha frequentato il corso di laurea in Scienze sociali per la cooperazione e lo sviluppo a Siena dove ha da poco conseguito la laurea triennale con una tesi di politica economica sul ruolo dell’FMI nella crisi del debito argentino del 2001, con questo scritto ci aiuta a farlo.

L’intervento di Coppola ha poi un’altra particolarità che ci ha intrigato. Quello di conoscere e far circolare le idee di un giovane (ventitreenne per l’esattezza) che sta facendo un percorso comune a tanti (troppi?) giovani siciliani. Con la valigia in mano, nuovi emigrati non per bisogno ma per scelta, decisi a non lasciarsi impastoiare nella palude di un lavoro assistito ed a basso contenuto di idee nella Sicilia del non sviluppo, delle occasioni perdute, dei cervelli sprecati.

Ma quanti sacrifici per queste tartassate famiglie: centinai di migliaia di euro per sostenere i figli agli studi, per mandarli all’estero, per fargli fare le esperienze giuste a tirarli fuori da futuri bisogni e da prevedibili frustazioni!

Quale contributo stanno dando tanti lavoratori siciliani per contribuire a creare i dirigenti della società di domani! Sacrifici enormi, ritorni per la Sicilia pochi! Se è vero, come è vero, che molti di questi ragazzi super formati e spesso super motivati non torneranno a reinvestire in questa terra il frutto maturo della loro formazione.

Si rifletta anche a questo, si trovino le soluzioni della politica per dare opportunità ai giovani, per rendere attraente, non solo amata, questa nostra terra per i loro sogni e le loro ambizioni.


Chiaromonte Gulfi, Ragusa, balconi sulla piazza.