CRONACA DELLA VAL DEMONE : UNO SGAURDO AL CENTRO
SETTIMANA SANTA E DECORO. PROCESSIONI CON AMBULANTI LUNGO I PERCORSI? DECIDANO I CITTADINI CON IL SONDAGGIO Con il passaggio di consegne tra il vecchio e nuovo capitano della Real Maestranza la città entra nel vivo dell’organizzazione delle Settimana Santa. Rispetto agli anni passati un’importante elemento di novità. La vara dell’ Ultima Cena all’Expo’ ci proietta in una prospettiva di turismo internazionale. Ma siamo pronti per tutto ciò, o si riproporrà il solito oltraggio al decoro ed alla solennità delle processioni con la solita “baraccopoli” diffusa? Nessuna amministrazione è riuscita ad affrontare questo problema con serietà, cedendo alle lusinghe o alle pressioni degli operatori che non hanno mai voluto assoggettarsi ad alcuna regola. Abbiamo pensato di chiedere ai cittadini come vogliono vedere le vie del centro storico che ospiteranno le processioni della Settimana Santa: con o senza bancarelle?. O forse non sarebbe meglio individuare in piazza Marconi e piazza Mercato Grazia due aree di ristoro idonee ad ospitare tutti gli ambulanti? L’esito del sondaggio sarà consegnato ad amministratori e consiglieri dei quali valuteremo il coraggio di portare avanti le scelte dei cittadini con la determinazione che ci aspettiamo. Durante la Settimana Santa di Caltanissetta, le attività commerciali ambulanti di ristoro (fonte: ilfattonisseno.it)
 
SABATO 20 FEBBRAIO “SCUOLA APERTA” PER IL LICEO “A. MANZONI”
 
Sabato 20 Febbraio, dalle 9,00 alle 13,00, il Liceo “A. Manzoni” di Caltanissetta (ex Magistrale), sito in v.le Trieste n. 169, rinnova l’appuntamento di Scuola Aperta: docenti dei tre indirizzi liceali proposti – Liceo delle Scienze Umane, Liceo Economico Sociale, Liceo Musicale – presenteranno i diversi piani di studio, ed accompagneranno ragazzi e famiglie nella visita dell’Istituto illustrandone le dotazioni tra cui la moderna Aula Tablet ed il recente Laboratorio di Tecnologie Musicali. Tutte le mattine, compresa quella di Sabato, l’Ufficio Didattica della scuola rimarrà a disposizione di coloro che vorranno effettuare l’iscrizione per il prossimo anno scolastico; a tale proposito si rammenta che il termine ultimo è Lunedì 22 Febbraio, e la domanda può essere inoltrata esclusivamente on line. (fonte: ilfattonisseno.it)
 
ELIO GALVAGNO A PRESIDENTE ANCI SICILIA: EX PROVINCE, SI APPROVI SUBITO RIFORMA PER EVITARNE COLLASSO DEFINITIVO
 
Elio Galvagno, Sindaco di Centuripe e già Presidente della Provincia di Enna, interviene sul destino delle ex Province e questa volta decide di prendere carta e penna e scrivere al Presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, per sollecitare una mobilitazione straordinaria dei Sindaci siciliani davanti a Palazzo dei Normanni in difesa delle ex Province “che rischiano di venire travolte dall’immobilismo e dall’inerzia del Governo e del Parlamento regionale”. “Si approvi subito la riforma per evitarne il collasso definitivo”. “Ti scrivo alla luce di una nota appena ricevuta dal Ragioniere generale della ex Provincia di Enna, e indirizzata ai Sindaci e ai Presidenti dei Consigli comunali del territorio ennese, in cui si certifica l’impossibilità di chiudere il bilancio per l’anno 2016. Un atto che rischia di rappresentare, in tutta la sua drammaticità, un punto di non ritorno, che oggi riguarda solo Enna ma che, continuando di questo passo, potrà coinvolgere tutte le ex Province siciliane. Già il solo fatto di doverle definire “ex” testimonia la condizione di limbo a cui, da troppo tempo, sono relegati questi Enti, che ho avuto il privilegio di guidare per oltre dieci anni e che considero cruciali per lo sviluppo del territorio. Basti pensare, come Tu ben sai, che in Sicilia le ex Province governano le scuole e si occupano di strade e oggi, a causa della mancata riforma e dei tagli del Governo nazionale, si trovano in una pericolosa condizione di vuoto politico – istituzionale, che ha lasciato interi territori privi di servizi essenziali. La sensazione amara, come ho avuto più volte modo di denunciare, è che le ex Province siciliane siano state definitivamente ed irresponsabilmente cancellate dall’agenda politica nazionale e regionale, sacrificate sull’altare di tagli che non hanno mai incluso un’analisi seria su quelli che sarebbero stati davvero i “costi” e i “benefici” di una loro abolizione. Per questo, come Tu hai già autorevolmente fatto in varie occasioni, abbiamo il dovere, come Sindaci, di richiamare alla propria responsabilità il Parlamento siciliano, la cui inerzia rischia di travolgere definitivamente questo importante Ente intermedio, con la conseguenza inevitabile che, quando e se verrà finalmente approvata la legge di riordino, i Liberi Consorzi saranno definitivamente ingovernabili. Ti invito pertanto, con tutta l’urgenza del caso e nelle modalità che riterrai più opportune, a promuovere una mobilitazione straordinaria dei Sindaci siciliani davanti a Palazzo dei Normanni, per sollecitare l’approvazione di una riforma che non è più rinviabile, se ancora si vuole tentare di “salvare il salvabile” e di mettere una toppa ai danni che, giorno dopo giorno, diventano più macroscopici, penalizzando l’economia già depressa della nostra amata Sicilia e, in particolare, di quella interna”. (fonte: vivienna.it)
 
I SINDACI S’ARROCCANO NEI LORO CAMPANILI? IL MISERO ESEMPIO DI AIDONE E PIAZZA ARMERINA
 
Una pagina, la 134, del libro “Se muore il Sud “ di Stella e Rizzo è dedicata, in parte, ai Sindaci di Aidone e Piazza Armerina. Verrebbe da dire: Grande Onore per i due, essendo stati osservati da occhi acuti e segnati da penne bucanti di siffatti giornalisti e scrittori! Ma leggendola, si prova sconforto per noi tristezza per loro. Di che si tratta? I primi cittadini di questi splendidi Luoghi della Sicilia Interna, che Vittorini definiva “Le Città lombarde“, si ignorano a vicenda. Eppure i loro Musei, e noi aggiungiamo i loro Municipi, distano l’un dall’altro 10.900 metri. Fanno come la Dea di Morgantina e le ragazze in bikini della Villa Romana: Non si rivolgono la parola. Per gelosia?, si chiedono gli autori. Mancu ppi sunnu, aggiungiamo noi. Sono i Sindaci che non le vogliono amiche . Perché per loro i due Centri degli Erei è come se fossero ai due capi estremi dell’Eurasia. E allora, niente programmi turistici comuni, niente ricerca di sinergie per valorizzare assieme le loro ricchezze materiali e immateriali. Eppure, non stiamo parlando dei borghi Villapriolo e Villadoro, ma delle Città Lombarde che, non solo possiedono siti archeologici di prestigio mondiale, ma hanno quartieri medievali, boschi immensi, chiese storiche, tradizioni locali e manifestazioni che riportano al loro passato. Financo il loro dialetto francofono (anche questo va scomparendo!) è la testimonianza vivente della loro Storia lontana. Nondimeno, se li si sente, dicono di voler scommettere sul turismo e attività indotte. E allora, perché s’è sempre fermi all’anno zero?. Nun putimu, picchì nuddu n’aiuta (falso nel nostro caso). Questa sarebbe la risposta più che probabile, essendo per loro la colpa dei nostri mali sempre degli altri. Leggendo il libro, la riflessione non può non riportarci a quello che è il tratto comune dei sindaci dell’Ennese, e della Sicilia interna in particolare. • Non entrano in relazione tra loro, restando chiusi nei loro uffici comunali per rincorrere la quotidianità fatta di cosucce. • Non definiscono progetti e programmi territoriali per la crescita, assecondando la tragica logica dell’inviluppo economico. • Non pensano nemmeno di gestire insieme servizi locali, dando ad essi efficienza, spendendo meno e acquisendo finanziamenti. • Non si sognano di fare squadra, confrontandosi con maggiore peso sui grandi temi (se ne hanno). Non resta che dire: i nostri Sindaci stanno lì, assittati a guardare i loro ombelichi. Non alzano lo sguardo per scrutare possibili orizzonti. Sono, però, pronti con le loro fasce tricolori a difendere spesso l’indifendibile favorendo proteste come fuochi di paglia. Nessuno l’invidia per i ruoli che si sono dati poiché non lasciano segno alcuno della loro presenza. Sono, forse, l’immagine infelice di una realtà, la Sicilia Interna, giunta alla fine della sua Storia millenaria. O peggio, la maschera misera d’una classe dirigente siciliana priva di virtù civiche e di cultura di buon governo. Da loro nessuno esige che da soli risollevino del tutto dalla disastrosa caduta le nostre Comunità sempre più povere. I compiti ristretti e mezzi limitati li obbligano a rincorrere emergenze ed imprevisti. Lo sappiamo, e a dirla rozzamente, è un mestiere difficile e spesso vissuto in solitudine. Molti mali hanno cause che non appartengono a loro, avendo ben altre responsabilità e origini. Ma ciò non li assolve da posizioni che li isolano da tutto e da tutti. Senza idee innovative non si amministra neppure un condominio! P.S a pag. 9 dello stesso libro si legge pure che l’on Alloro con una interrogazione ha denunciato che alla CRIAS (istituto finanziario della Regione Siciliana) su 87 dipendenti 55 sono dirigenti! Supponiamo questi portano le magliette con la figura dei loro “padrini e garanti”, indegnamente definiti politici. Non dimentichiamo che i mali sono causati da batteri e virus che in Sicilia sono micidiali. Comunque, almeno nel libro di Stella e Rizzo l’on Alloro fa da contraltare ai due sindaci di Aidone e P.Armerina. (fonte: vivienna.it - di Vincenzo Cimino)