"SAGRA DELLA VASTEDDA CU SAMMUCU": TRA TRADIZIONE, STORIA E FOLCLORE A TROINA DI MARIA CACIOPPO

Torna anche quest’anno l'appuntamento con l’arte, la storia, la natura e la gastronomia, con la 22esima edizione della sagra della vastedda cu sammucu denominata anche “vastedda ‘nfigghiulata”,

una particolare focaccia farcita di tuma e salame, cosparsa di profumati fiori di sambuco, eccellenza tipica della cucina troinese e ormai prodotto simbolo della città ;un piatto tipico della campagna locale con una tradizione antica che veniva preparato esclusivamente in primavera, in coincidenza con la fioritura del sambuco ed in occasione della "Festa di San Silvestro", patrono della città, facendolo così diventare un piatto devozionale della religiosità popolare troinese. Il sambuco è un alberello che cresce spontaneo nei luoghi freschi o viene coltivato nei terreni fertili, i cui fiori bianchi e molto profumati sono impiegati, appunto, per aromatizzare ed insaporire questa tipica focaccia ed entra spesso anche in altre ricette particolari. Oggi la “Vastedda cu sammucu” viene preparato tutto l'anno utilizzando i fiori secchi di sambuco, oltre agli altri ortaggi di stagione. Troina si trova in una zona montuosa, a circa 60 chilometri dal capoluogo provinciale, Enna: il suo territorio fa parte del Parco dei Nebrodi e nelle sue vicinanze si trova il lago Ancipa, conosciuto come il lago più alto della Sicilia. Una necropoli e i resti di diversi insediamenti ritrovati sul Monte Muganà, fissano le origini di Troina durante il periodo neolitico. Il borgo nacque con la funzione di centro militare e via di comunicazione strategica tra la Sicilia Occidentale e quella Orientale. Abitato dai greci e dai romani, questi ultimi portarono al paese sviluppo e ricchezza prima dell’inizio del dominio bizantino. Furono però i Normanni a vivere a Troina alcuni momenti particolarmente significativi della loro storia: il conte Ruggiero la tolse ai musulmani e la rese l’avamposto per la conquista dell’intera Isola. Troina diventò, a partire dal XIII secolo, una città demaniale, con un proprio parlamento, propri magistrati ed eserciti. Nei secoli successivi il borgo seguì le vicende del territorio circostante e, nel 1943, dopo lo sbarco degli Alleati, divenne campo di una storica battaglia che impegnò i soldati americani che avanzavano verso Messina contrastando i tedeschi rifugiati nel paese. Troina conserva ancora sul suo territorio i resti della cinta muraria medievale e una necropoli datata neolitico. Nel centro abitato sono inoltre presenti numerose chiese. La Chiesa Madre, o Cattedrale della Beata Assunta, venne costruita nel 1602 ma rimaneggiata più volte nel corso dei secoli. Al suo interno si possono ammirare diversi elementi di pregio, come sei dipinti di Giuseppe Velasquez, tavole bizantine, antichi arredi e paramenti sacri, un paliotto della fine del secolo XVI ed il tesoro che comprende un pastorale smaltato del XIV secolo. Accanto alla cattedrale si trova una torre normanna in pietra arenaria, che oggi funge da campanile della chiesa: la torre fu completata e rimaneggiata nel corso del ‘500. Accanto al campanile si erge la Chiesa di San Giorgio che faceva parte del monastero delle Benedettine, attualmente non più esistente. La chiesa ha una sola navata e al suo interno si possono vedere una bellissima volta decorata e i riquadri di stucco al cui interno spiccano pannelli a tempera di soggetti biblici. L’oratorio si trova accanto alla chiesa Madre, e al suo interno risaltano gli stucchi in oro e la predella da cui Urbano II celebrò la messa nel 1088, la coperta funeraria ricamata in oro e pietre preziose e i colatoi dove si conservavano i corpi dei nobili. Da notare il pavimento, realizzato in ceramica del salentino. Fuori dal centro storico si possono ammirare la chiesa e il convento di Sant’Agostino, tra le costruzioni religiose più antiche dell’intera isola e altre meraviglie che si possono ammirare in occasione della kermesse, inserita già dallo scorso anno tra gli eventi enogastronomici del progetto "Territori del vino e del gusto. In viaggio alla scoperta del Genius Loci", approvato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, si svolgerà sabato 16 e domenica 17 giugno nel centro storico della città, tra la via e la piazza Conte Ruggero. All'evento, organizzato dal Comune in collaborazione con la Pro Loco di Troina, l’Azienda Speciale Silvo Pastorale, Slow Food Sicilia e Enna, Confcommercio Troina, Ente Parco dei Nebrodi e Comitato Promotore IGP “Vastedda cu sammucu” Troina, prenderanno parte oltre 30 standisti che, all'interno delle caratteristiche casette in legno che verranno installate lungo tutto il percorso della sagra, esporranno prodotti tipici alimentari e dell’artigianato locale. La voce “vastedda”, con le varianti “vastella” e “guastella”, assume in Sicilia il significato di focaccia o scacciata, derivando dal francese antico “gastel”, ma la si riscontra pure nel normanno “guastel” e “wastel”. Quanto all’aggettivo “’nfigghiulata”, viene definita una focaccia farcita in abbondanza con tocchetti di salame e tuma. Pertanto, per le origini francesi del termine, tale focaccia può essere ricondotta al periodo medievale, ipotesi supportata anche dalla tipologia degli ingredienti impiegati, ottenuti dalla lavorazione della carne di maiale, quali salame, strutto e pancetta, quando quest’animale era tenuto in grande considerazione ed allevato prevalentemente allo stato brado, cibandosi di ghiande.

Ingredienti 1 kg farina, 8 uova, 400 gr tuma, 200 gr salame, 15 gr lievito di birra, sale, un pò di latte, fiori di sambuco freschi o essiccati

Istruzioni per la preparazione Fate un impasto morbido con farina, lievito, uova, un pizzico di sale e un po’ di latte. Aspettate che il composto lieviti e nel frattempo affettare la tuma. Appena lievitata la pasta, imburrare una teglia e stendervi metà dell’impasto; farcire con la tuma, il salame e una manciata di fiori di sambuco, e ricoprire con l’altra metà dell’impasto. Cospargere con altri fiori di sambuco, quindi passate in forno caldo per 40 minuti. Lo spessore della Vastedda è di circa 4-5 centimetri; la sua forma tradizionale è circolare ma oggigiorno viene fatta anche rettangolare a seconda della teglia utilizzata per cuocerla.