(SA) - Si avvicina l’11 novembre, data fissata per l’autoconvocazione della Consulta Regionale dell’Emigrazione e dell’Immigrazione, nonché del convegno sulla legge 55/80 e successive modificazioni. Come in altre occasione detto, i due appuntamenti voluti dal Coordinamento delle Associazioni Regionali dell’E,migrazione (CARSE), si pongono come primo obiettivo, quello di amuovere l’apatia della politica siciliana che ha nicchiato sul problema per tre lunghi lustri, per passare al completo abbandono in questo ultimo quinquennio. Parecchie sono le lacune evidenziate in tutti questi anni, lacune anche molto gravi a nostro giudizio. La prima riflessione che vogliamo fare, è relativa alla Consulta Regionale. Essa è scaduta nel 1995 e da allora non è stato più possibile rinnovarla. La motivazione di fatto va ricercata nello scadere dell’emigrazione nella considerazione dei politici, che non hanno voluto capire la potenzialità di questo settore, scambiandolo per un settore da assistere e non per una risorsa sulla quale investire. Dietro pressioni ripetute delle associazioni, si sono avuti due decreti di nomina di questo importante organismo: uno del marzo del 2000 a firma di Nino Papania ed uno del 2010, ben dopo dieci anni di oblio, a firma Lino Leanza. Ai decreti, però, non è seguito l’insediamento della consulta, mentre parallelamente, con perfetta noncuranza si continuava a mutilare la legge, fino ad eliminarne completamente gli effetti, lasciando i capitoli solo per memoria. Eppure è dai tempi del già assessore all’emigrazione (delega cancellata da Lombardo), Mommo Giuliana, che si parla di modificare la 55/80 per renderla più aderente alla realtà. Ora, se essere aderente alla realtà significa annullare tutto, allora, il tutto è diventgato aderente ad una realtà cnhe ha fatto il vuoto in Sicilia, che ha volutamente cancellato un settore non solo ignorandone la potenzialità, ma ignorando anche che la Sicilia con circa 800.000 emigrati iscritti all’AIRE, è in testa alla graduatoria stilata dai Migrantes, che cristallizza la situazione al 31 dicembre 2015. Strano comportamento per una regione che dovrebbe intervenire nel settore non tanto con la mentalità dell’assistenza, ma con un orientamento a sfruttare le potenzialità che in questo momento il settore rappresenta. Potenzialità che possono incidere positivamente nell’economia isolana, se solo si volesse prendere atto della sia esistenza. Infatti, se opportunamente stimolati, solo a titolo esemplificativo per altro non esaustivo, sarebbe possibile stimolare e/o potenziare flussi turistici di ritorno e non, mercati per le produzioni siciliane, conoscenza e diffusione della cultura dell’Isola, flussi di investimenti, canalizzazione di nuove professionalità etc. Non è certo poco, se si pensa all’attuale risveglio della ricerca delle origini che si sta difondendo tra le giovani generazioni. In tutto ciò, un ruolo importante possono e debbono avere le associazioni, perché non solo l’emigrazione non è finita, ma è ripresa con maggiore intensità, tanto che per il 2015 si contano 107.529 persone in maggioranza giovani che hanno lasciato l’Italia per raggiungere un altro stato. Di questi, 9.823 sono partiti dalla Sicilia e rappresentano circa il 10% del totale, che rappresentano una emorragia continua che ogni giorno priva la nostra terra di ben 27 intelligenze per istruire le quali, abbiamo sopportato delle spese non indifferenti, che altri mettono a frutto e non la sfortunata terra di Sicilia. Questo è il principale dei problemi che il CARSE vuole affrontare nell’autoconvocazione di una consulta regionale che viene volutamente tenuta al palo mascherando per necessità di economia la incapacità o la volontà di produrre uno strumento legislativo adeguato. Intanto, per sollecitare il Governo Regionale e la politica in genere, il CARSE si avvia ormai alla realizzazione della doppia iniziativa sulla legge 55/80 e sulla sua applicazione, iniziative che si terranno l’11 novembre prossimo presso la sala Gialla del Palazzo dei Normanni. La speranza è quella di arrivare a dare un segnale forte in modo da fare ripartire l’arrugginita macchina siciliana che non solo da tempo vanifica il lavoro e l’impegno delle associazioni del settore, ma che misconosce anche la enorme potenzialità di un settore, l’emigrazione, capace di incidere anche sullo sviluppo interno, sollevando in questo modo la esausta economia dell’Isola. (Salvatore Augell)