GRASSO: PER MAFIA E TERRORISMO SERVE APPROCCIO INTERDISCIPLINARE Roma - "La criminalità organizzata, il terrorismo e l'economia criminale sono fenomeni che è possibile comprendere e affrontare solo attraverso analisi ed esegesi interdisciplinari: politiche, geopolitiche, economiche, criminologiche, sociali e giudiziarie. Da alcuni anni io propongo di guardare con gli strumenti concettuali della geopolitica, ai fenomeni criminali transnazionali perché i legami fra le diverse organizzazioni criminali e terroristiche, le reti dell'illecito economico e i soggetti detentori di potere internazionale hanno natura proprio di relazioni internazionali". Lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso, nel suo intervento alla conferenza 'Le rotte dei traffici illeciti in Europa e nel Mediterraneo. Le criminalità organizzate transnazionali, il terrorismo e le loro forme di finanziamento'. Relazioni che, secondo Grasso, "sono difficili da controllare per i singoli Stati perché sfuggono alla regolamentazione globale e risultano dall'interazione dei principali fattori della geopolitica: geografia, clima, sistemi politici e istituzionali, religione e confessioni, demografia, cultura, economia, trasporti, comunicazioni, informazione, e così via". Secondo Grasso sotto questo profilo, "l'attenta osservazione delle dinamiche criminali ed eversive, dimostra che le mafie, le organizzazioni terroristiche e le reti dell'economia illegale si servono abilmente di mutamenti e tendenze geopolitiche per stabilire strategie e rotte, individuare territori deboli da controllare, per sfruttare le divisioni politiche fra gli Stati a proprio vantaggio. Così nel tempo questi soggetti criminali hanno assunto essi stessi il carattere di attori geopolitici, vale a dire di soggetti che producono in via diretta o indiretta processi di natura geopolitica, che alterano gli equilibri internazionali e producono instabilità, sottosviluppo e guerre. L'esperienza che viviamo con i diversi livelli di conflitto nel Mediterraneo e in Medio Oriente dimostra l'intima correlazione fra le crisi politiche ed economiche in corso e lo sviluppo di diversi poteri informali, criminali, terroristici ed economici".(NoveColonne ATG)
 
RIFORME: BOLDRINI, ORA LA PAROLA PASSA AI CITTADINI
 
Dichiarazione della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini: "Con il voto di oggi siamo giunti al termine di un percorso parlamentare lungo e travagliato. Ora la parola passa ai cittadini che, con il referendum del prossimo autunno, esprimeranno la loro opinione sulla riforma della Costituzione. Il mio auspicio è che si sviluppi un confronto pacato, sul merito delle decisioni prese. Per questo ritengo che sarà più che mai necessaria un'informazione puntuale sul contenuto del referendum. Che ad esprimere il loro voto siano cittadini consapevoli è nell'interesse sia dei sostenitori che di chi si è opposto. Ma è soprattutto nell'interesse della democrazia italiana."
 
IL PARLAMENTO ITALIANO E L'UNIONE EUROPEA
 
L'azione del Parlamento italiano in relazione alle attività dell'Unione europea si sviluppa sotto tre profili: 1. la partecipazione alla formazione delle politiche europee; 2. l'attuazione della normativa dell'Unione europea nell'ordinamento interno; 3. la cooperazione interparlamentare. I relativi strumenti e procedure sono disciplinati dalla nuova legge n. 234/2012 recante "Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea", in vigore dal 19 gennaio 2013, da altre leggi (in particolare in materia di contabilità pubblica), dai regolamenti parlamentari, nonché per alcuni profili, direttamente dai Trattati europei; il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, prevede infatti nuove forme di partecipazione dei Parlamenti nazionali al processo decisionale UE. La cooperazione interparlamentare è regolata, oltre che da apposite previsione del Protocollo n. 1 allegato al Trattato di Lisbona, da linee guida concordate dalla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea, nonché in gran parte dalla prassi.
 
SEGRETI COMMERCIALI: PROTEGGERE IMPRESE E SALVAGUARDARE DIRITTO ALL'INFORMAZIONE
 
Le nuove norme UE per aiutare le aziende a ottenere un risarcimento legale contro il furto o l'uso improprio dei loro segreti commerciali sono state approvate dal Parlamento giovedì. I deputati hanno inserito una clausola per proteggere la libertà di espressione e d'informazione. "Con una società su cinque che ogni anno è vittima di furto di segreti commerciali, questa armonizzazione dovrebbe consentire la creazione di un ambiente sicuro e affidabile per le imprese europee, che vedranno protetti i loro beni immateriali e il know-how", ha affermato la relatrice Constance Le Grip (PPE, FR). "Mi sono inoltre battuta per assicurare che le garanzie previste dal testo per proteggere il lavoro dei giornalisti e dei whistle-blower siano reali e il meno ambigue possibile", ha aggiunto. Il testo è stato approvato con 503 voti favorevoli, 131 voti contrari e 18 astensioni. La direttiva, concordata in via informale con i ministri prima del voto, introduce una definizione comunitaria di "segreto commerciale", ossia tutte quelle informazioni che sono segrete, hanno valore commerciale proprio poiché segrete, e sono state sottoposte a misure per mantenerle tali. Gli Stati Membri dovrebbero assicurare che le vittime dell'utilizzo illecito dei segreti commerciali possano difendere i propri diritti in tribunale e chiedere un risarcimento. Nel testo approvato sono inoltre presenti norme per proteggere le informazioni confidenziali durante il procedimento legale. Nel corso delle negoziazioni con i ministri, i deputati hanno insistito sulla necessità che la nuova direttiva non limitasse la libertà di stampa, il pluralismo dei media e il lavoro dei giornalisti, facendo riferimento in particolare alle loro inchieste e alla tutela delle fonti. Il comunicato stampa integrale sull'accordo raggiunto in dicembre è consultabile qui. Procedura: co-decisione, accordo in prima lettura
RIF. : 20160407IPR21787 Contatti
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RENZI E LE RIFORME COSTITUZIONALI
 
La riforma costituzionale supera anche la sesta e definitiva lettura. Il Parlamento ha fatto il suo lavoro, adesso toccherà ai cittadini avere l'ultima parola, ragionevolmente a metà ottobre. È passaggio di portata storica per il nostro Paese. Si cancella il Senato per come lo abbiamo conosciuto superando il bicameralismo paritario, si riducono le competenze delle Regioni, si semplifica l'iter legislativo. L'Italia sceglie la strada della stabilità e della semplicità con un lavoro atteso da anni. Vi confesso di vivere una forte emozione: l'idea che - seguendo le procedure democratiche previste dalla Costituzione stessa - si sia fatta la riforma di cui tutti sottolineavano l'urgenza ma senza essere in grado di cambiare davvero, mi riempie il cuore di responsabilità. Ma anche di gioia: perché per una volta la politica ha dimostrato di saper cambiare. E persino di cambiare se stessa, di ridurre i propri privilegi e i propri scranni. È un segnale molto potente che viene dalla (bistrattata) classe politica del nostro Paese. Ovviamente la campagna elettorale referendaria di ottobre avrà accenti molto duri, vista la posta in gioco, e io non mancherò di utilizzare tutti gli argomenti più chiari e più efficaci per valorizzare quanto di buono ci sia nel testo della riforma. Tuttavia, parlando alla Camera, ho preferito rivolgermi agli addetti ai lavori con un tono diverso. Ho cercato, cioè, di rispondere punto per punto alle critiche rivolteci durante il dibattito. Critiche che giudico in larga parte strumentali ma alle quali ho voluto nel dettaglio (dalla mancanza di democrazia al rischio di troppi poteri al Governo), come estremo atto di riguardo verso il Parlamento e il suo dibattito. Qui il video, dunque Quanto ai comitati per il prossimo ottobre, ci saranno diversi modi per partecipare. Intanto sarà formato un Comitato Nazionale guidato da personalità e da studiosi che nel corso della campagna avranno la responsabilità di illustrare i temi di merito e le ragioni della riforma. Poi ci sarà la possibilità per almeno dieci cittadini di riunirsi assieme e di fare un comitato spontaneo sia su base territoriale che sui luoghi di lavoro o nelle realtà culturali: grande occasione per avvicinarsi alla politica e alla partecipazione. E il PD terrà nelle prossime settimane una direzione per definire le modalità di sostegno alla campagna elettorale. C'è molto da fare, insomma, e sarà bello farlo insieme. Nulla è perfetto e tutto si può sempre fare meglio, certo. Ma adesso la riforma c'è e a mio giudizio è davvero una buona riforma. Non vi sembra? Quando alla Leopolda dicevamo che avremmo superato il Senato e il vecchio Titolo V sembravamo dei poveri sognatori illusi. Oggi ci siamo. Merito di chi - come molti di voi - ci ha creduto quando non ci credeva nessuno. E adesso voi che dite? Vi leggo molto volentieri: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.