Gerhard Rohlfs fece una ricerca sul dialetto galloitalico di Sicilia tra il 13 e 14 aprile del 1924 lasciando delle suggestive foto delle grotte di via Valle. La storia di Sperlinga si identifica con le famiglie che hanno posseduto il castello e i feudi annessi. Il paese, nato come borgo feudale ai piedi del castello medievale, si è espanso dal 1597 in poi, quando il re Filippo II concesse a Giovanni Forti Natoli, principe di Sperlinga, il privilegio di potervi fabbricare terre. Il territorio comunale è caratterizzato da numerose grotte scavate nella roccia arenaria. Si segnalano quelle di Contrada Rossa, Cicera, Perciata, Grotta Vecchia, e all'interno del centro abitato quella del "Balzo" scavate in fila e sovrapposte con antistanti pittoresche stradine che costituiscono nel loro insieme un borgo rupestre, dove, ogni anno, il 16 agosto, si celebra la "Sagra del Tortone". Tale manifestazione folcloristica consiste nella distribuzione e degustazione di cibi locali tipici, espressione della migliore e più genuina tradizione culinaria del luogo. Al centro della proposta alimentare riccamente imbandita il gustosissimo "Tortone". Nei giorni precedenti, i vari rioni del paese, ognuno rappresentato da una Dama, si sfidano in vari giochi. La dama del rione che ha ottenuto il maggior punteggio viene eletta Castellana di Sperlinga. Il 14 agosto la Castellana, insieme alle altre dei paesi Gallo-Italici, partecipa al corteo storico, composto da molti personaggi, in costume d'epoca, che sfilano lungo le vie del paese. Una giuria eleggerà la Dama dei paesi Gallo-Italici. La serata in piazza Castello è allietata da rappresentazioni di eventi storici, spettacoli pirotecnici, canti e balli. Il castello è un raro esempio di castello rupestre, in parte scavato nella roccia e risalente probabilmente al periodo anteriore ai Siculi pre-greci (XII-VIII secolo a.C.), in parte costruito sulla stessa roccia, intorno all'anno 1000. È stato sede della baronia dei Ventimiglia fino al 1597, poi dei principi di Sperlinga Forti Natoli (1597 - 1658) e quindi del duca Oneto (1658-1861), l'ultimo dei quali lo concesse in enfiteusi al barone Nunzio Nicosia, i cui discendenti lo donarono al comune di Sperlinga nel 1973. È famosa la scritta in latino scolpita sull'arco a sesto acuto nell'androne del Castello "QUOD SICULIS PLACUIT SOLA SPERLINGA NEGAVIT", tale scritta postuma è legata alle vicende dei Vespri Siciliani (1282) quando una guarnigione francese si asserragliò all'interno del castello e resistette all'assedio per circa un anno. Michele Amari riuscì a trovare dei documenti che confermano la presenza di soldati angioini all'interno del castello di Sperlinga tanto che in un documento di Carlo d’Angiò, datato 27 settembre 1283, viene messo in evidenzia che i soldati angioini presenti al Castello di Sperlinga arrivarono sani e salvi fino in Calabria e vennero premiati con la concessione di alcuni poderetti. In questo documento vengono così resi noti i nomi di essi: Goffridro de Mornai, Guillelmo de Sancto Vincentio, Bernadus de Laylla, Ynardo Catalano, Guillelmo Catalano, Petro Michaeli, Bertrando Visiano, Gullielmo de Lambesco, Johanni del Mostoralo e Gualtero Luburges con a capo Petro de Lamanno.
MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
• Il Castello
• Il Borgo Rupestre
• Via Valle
• Il Bosco di Sperlinga