fosse stato edificato uno dei sei Monasteri di Papa Gregorio Magno e che in questo edificio benedettino si formò Papa LEONE II(17-ago-682- 3 lug 683 )il segretario e successore di Papa Agatone di Palermo. I Monasteri benedettini erano dotati di medicheria, scuola e scrittoio.
I frati benedettini provvedevano alla coltivazione degli orti e ai lavori per sistemare mura, canali d’acqua, fognature, tetti nonché di provvedere ai loro abiti religiosi e ai mobili delle loro celle e degli altri locali delMonastero(Refettorio –Cappella – magazzini -
Sullo scrittorio c’era l’annesso tabularium(biblioteca)e i monaci secondo la regola del loro fondatore , ricopiavano gli scritti di filosofia,letteratura ,religione,scienza.
Sappiamo che Papa Leone II ,era particolarmente dotato in greco e latino, le lingue che si parlavano all’epoca in Sicilia e tutto ciò non fa che confermare la sua nomina alla cattedra di S.Pietro.
Dalla descrizione di Filippo Cordova(geologo) relativa alla Chiesa matrice S. Lorenzo si può ipotizzare che l’antico abitato di Aidone era piuttosto modesto , sebbene fornito di strade ed acquedotti collegati all’antica Herbita(Morgantina).
Nella zona di Pietrarossa Casalgismondo soprano c’era la Statio Romana CAPITONIANA nella quale veniva confluita tutta quanta la produzione dei cereali,vino,olio etc. della Massae Morganum o Murgentis di Sella Orlando.
Nel VI sec. d. C le Massae in Sicilia erano 34 e composte da casule o mansi nelle quali vivevano i coloni e contadini con le loro famiglie.
In ogni Massae siciliana vivevano circa 250 - 400 persone adulte che svolgevano le attività : macinare il grano, cuocere il pane , costruire delle mura , accudire i cavalli e muli e provvedevano agli allevamenti di vacche,buoi,maiali,galline etc.
Sappiamo che una quota dei loro prodotti della loro attività lavorativa (frumento,vino ,olio , legumi e perfino il legname veniva corrisposta come censo al proprietario.
Nel VI sec. d. C quasi tutte le Massae siciliane li possedeva la famiglia romana Anicia di Papa Gregorio Magno (590-604) , in pratica la Chiesa di ROMA si sosteneva principalmente con i censi percepiti nell’Isola. L’antico abitato di Aidone si somponeva di una piccola Chiesa basilicale con piccole casule utilizzate dai religiosi . Nel villaggio bizantino di Casalgismondo- Pietrarossa – Baccarato vi abitavano tutti i coloni e contadini con le loro famiglie.
Attraverso i reperti archeologici (resti di anfore) sappiamo che con la misura di tre moggi di frumento venivano pagati tutti i tributi al Rettore del patrimonio della Chiesa di Roma .Tale patrimonio era alquanto consistente con una superficie di 3.200.000. iugeri e il rettore incaricato dal Papa Gregorio Magno era Pietro Diacono .
In quel periodo in Sicilia tre anfore di grano valevano un solidus d’oro(la moneta coniata al tempo di Costantino I) e che era utilizzata in tutto l’Impero romano- bizantino ad Oriente e Occidente.
Aidone possiamo dire ch’era un piccolo villaggio bizantino composto da casule dislocate lungo il fiume Bukarit ,che confluiva nell’ antico Albos (Gornalunga) di Morgantina
Dalle antiche carte e dagli studi sappiamo che l’Albos(Gornalunga) confluiva in maggior misura sul Simeto ma in parte sfociava direttamente sul mare Jonio.
Secondo le fonti letterarie (Tomaso Fazello) la fondazione di Aidone risale nel periodo di occupazione normanna della Sicilia.Secondo il Mazzola durante l’avanzata dall’esercito musulmano di 10.000 fanti e 700 cavalieri guidato dal condottiero Sinan Ased al Furat con l’alleato il Tumarca Eufemio ribelle all’Imperatore nell’anno 827 d. C ,pare che il vecchio abitato dislocato sulla sommità venne occupato.
E’ dunque probabile che venne realizzato un fortilizio sul nostro Monte dopo la ritirata araba da Siracusa a Mineo avvenuta l’anno seguente.? le indagini archeologiche sull’ area del Castello potranno svelare tale mistero
L’esercito arabo si spostò da Siracusa utilizzando l’antica strada greco-romana che conduceva prima a Leontini poi a Mineo e da qui nella distrutta Morgantina .
La posizione strategica di Aidone era dunque indispensabile per l’esercito musulmano per attaccare la vicina Castrum Hennae (Castr Janni) .
Il Tumarca Eufemio che si era dichiarato Rex Siciliae guidò il nuovo condottiero Mohamed El Gewari verso l’inespugnabile Enna .
Forse è probabile che un contingente armato si attestò sul monte degli Erei controllando tutta quanta la pianura etnea.
Aidone era un baluardo indispensabile poiché dava la possibilità all’esercito arabo di ripiegare sulla vicina rocca di Mineo in caso di attacco da parte dell’esercito bizantino.
Dal vicino Castello Grest o Pietratagliata l’esercito musulmano venne spostato su consiglio di Eufemio in direzione di Enna, verso la zona pianeggiante del fiume Krisas (Dittaino) ,ove sappiamo che egli stesso trovò la morte ucciso a tradimento dai suoi amici.
L’esercito arabo sferrò un potente attacco ponendo il campo militare alle falde del monte a mezzodì .ov’è una pianura dove i due eserciti potevano schierarsi l’uno di fronte all’altro.
Nella primavera del 829 d.C il comandante bizantino Teodoto fidando nel suo numeroso esercito scese dal Monte e gli toccò una sanguinosa sconfitta; cosicchè si ebbe a rifuggire a Castrogiovanni lasciando al nemico moltissimi prigioni.
Indì l’assedio continuò nel qual tempo , tanto ordinatamente si reggevano i Musulmani che dell’argento preso batterono moneta. (Dirhem d’argento).
Il Tumarca-patrizio Teodoto stanco dell’assedio mandò le sue genti che combatterono gli arabi e li ruppero e li spinsero sino a Mineo dove si rifugiarono ed ebbero l’aiuto insperato di 300 cavalieri provenienti dall’Andalusia.
Questi fatti narrati da Michele Amari c’inducono a pensare che il villaggio di Ayn-dun venne ripreso nell’anno 859 d.C quando l’esercito musulmano prese a tradimento l’inespugnabile Enna e in seguito dilagò per il contado spingendosi sino a Siracusa ,attraverso la vecchia strada greca di Agyrion-Morgantina –Menanoin.
Nella distrutta Morgantina secondo il Mazzola ci fù una cruenta battaglia e l’anno 862 d.C venne occupato il sito inespugnabile di Aidone (Ayn-dun).
Ancora oggi non è possibile constatare con assoluta certezza i resti di costruzioni arabe come il Casinello (S.Anna) nella Chiesa SS. Annunziata ,nel Convento di S. Caterina , nella Chiesa di S. Michele e soprattutto la Via antica romana da S. Marco sino a S.Leone.
Le pietre con la testa leonina rilevate dal Mazzola nella Chiesa di S. Maria lo plano e di S. Michele pare che provenissero da Morgantina.
Per la presenza dei PP. Benedettini sulla Cittadella e al Baccarato , è possibile il riscontro storico attraverso i Capibrevi di Luca Barberi (Prioratus sivè Mons.le S.te Maria de Baccarato –S.Maria della Cittadella)
Certamente non possiamo utilizzare il Codice diplomatico di Sicilia sotto il governo degli arabi , autore il fantomatico Abate Vella un protetto del Vescovo Alfonso Airoldi –Priore di S.Andrea di Piazza, che Gioacchino Mazzola ritenne attendibile per la sua opera.
In Sicilia a causa dei dissapori fra l ‘Emiro della Val di Noto Ibn-Thumma con il cognato l’emiro di Castr Janni e Girgenti Ibn Hawasci si venne alla guerra con la richiesta di Ibn-Thumma ai guerrieri normanni guidati dai fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero della casata Hauteville.
Dopo le prime città Messina (1061) e Palermo nel 1072, la conquista di Aidone venne attuata nel 1076 d.C dai cavalieri normanni guidati dal Granconte Ruggero I Hauteville che al seguito i militi lombardi.
Sappiamo che Ruggero I aveva dato disposizione ai suoi drappelli di cavalieri armati il primo guidato da Giordano (suo figlio),il secondo da Arisgot de Puteolis (longobardo) ,il terzo da Elias Cartomensis (un musulmano convertito al cristianesimo ) e infine il quarto dall’aleramico Ottone (parente di Manfredi del Vasto e zio della futura regina Adelaide) di portarsi dalla roccaforte Troina verso Catania per fronteggiare l’esercito arabo della Val di Noto , guidato dal potente emiro Benavert.
I cavalieri normanni ,coadiuvati dai militi lombardi, in breve tempo riuscirono a conquistare Centuripe, Randazzo, Paternò e Adrano per cui si costituì una linea continua di capisaldi ovvero di Castelli.Il piano strategico del Granconte Ruggero I prevedeva di avanzare verso sud per tagliare in due le forze militari degli avversari.Dopo avere conquistato la rocca di Judica il drappello guidato da Ottone riuscì ad espugnare il Castello di Pietratagliata o Grest.Ottone lo fece per evitare sorprese da parte dell’esercito dell’Emiro Hammud il signore di Castr Janni.
Il Monte denominato dagli arabi Ayn –dun (Fonte d’acqua ) venne dunque occupato da questo contingente armato composto da pochi cavalieri normanni e da molti militi lombardi guidato da Ottone della casata aleramica .
Da tutto ciò nasce la definizione dello storico Tommaso Fazello :
Lo stanziamento di truppe lombarde-aleramiche a Paternò , Adrano e Aidone coincide con la strategia militare adottata dal Granconte Ruggero I che prevedeva l’occupazione stabile di tutti gli Erei per tagliare le comunicazioni fra l’esercito della repubblica militare di Palermo, quello di Hammud Emiro di Castr janni e Girgenti e quello dell’emiro Benavert che controllava tutta la Val di Noto sino a Catania.
Con questi Castelli o fortilizi che furono edificati velocemente utilizzando i prigionieri in Aidone, Piazza, Rossomanno, Polino,Comicino.Eliano. Garsiliato si potevano controllare tutti i Casali saraceni ancora ancora molto popolati.
Nel territorio di Aidone c’era il Casale (Rahal Giresi ) , quello del Baccarato (Magarah) e quello della Cittadella Sadd u rann a Morgantina.
Tutti e tre i casali arabi erano collegati con quello grande di Malgia Khalil (zona Casalgismondo - Pietrarossa) che venne edificato dagli arabi guidati dal condottiero Khalil Ben Ishak nel 938 d.C per utilizzare al meglio l’antico percorso dell’Itinerario Antonino collegandosi con la statio Filosofiana e il casale Balatiah (Piazza)Il Casale di Malgia Khalil (rifugio di Khalil= Abramo) venne dunque realizzato sull’antica Statio romana di Capitoniana , la prima dopo la città di Catania( da Katane sino ad Agrigentum= Kerkent) .
Dalle fonti storiche arabe, in particolar modo dal Libro di El-Edrisi scritto negli anni 1145-1150 d.C ,per la localizzazione di Aidone sono menzionate le località di Castr janni (Enna) distante 15 miglia in direzione Nord-Ovest ,poi il Casale di Malgia Khalil (ricco di campi coltivati e prosperosi con la produzione di frutta e latticini) distante 10 miglia e il Casale Judica distante 12 miglia.La distanza da Piazza è di nove miglia e il geografo El Edrisi si sofferma molto sul fiume Gurnalonga che scorre a levante e s’incontra con il fiume Bukarit per poi immettersi sul Dittaino e sul Simeto.Il Casale Malgia Khalil è distante da Kalat Gerun(Caltagirone) 9 miglia mentre dista 24 miglia da Castr Janni ed infine 13 miglia dal Casale Judica.
 Il Monte di fronte al fiume Bukarit non viene menzionato dal geografo El Edrisi come centro abitato , ma lo conosciamo dal toponimo arabo Wadi Zaydun , un fiume che sfocia direttamente sul mar Jonio posto vicino all’Agnone e il Pantano di Lentini e il Simeto di Catania .
La fondazione di Aidone AYN DUN dunque risale agli anni 1076-1080 , il centro abitato era delimitato da una porta d’accesso (l’attuale Piazza Municipio) utilizzando l’antica strada romana proveniente dalla Statio romana di Capitoniana che conduceva direttamente alla sommità del Castello passando per la Chiesa bizantina? (l’attuale Chiesa di S. Lorenzo martire).La popolazione composta da militi lombardi con le loro famiglie insieme alla preesistente siciliana cristiana provvide alla edificazione nell’anno 1090 d.C della Chiesa di S. Leone II Papa, con l’utilizzo di pietre dell’antico Monastero benedettino della Cittadella .
La Chiesa di S. Antonio Abate venne edificata negli stessi anni fuori dall’antica cinta muraria, posta in una posizione tale da permettere alla popolazione contadina dei villaggi sottostanti di Sadd u rann – Rahal Giresi – Malgia Khalil di accedere ai riti religiosi cristiani , addirittura il Mazzola sosteneva che venne riedificata al posto della Moschea araba.
Le disposizioni del Granonte Ruggero I che deteneva anche il potere religioso come delegato del Papa Urbano II (l’ Apostolica legazia) prevedevano che le Chiese e i Monasteri cristiani (latini e bizantini) dovevano progressivamente sostituire tutte le numerose Moschee arabe .Ma Ruggero I lungimirante com’era per evitare contrasti o lotte lasciò una certa libertà religiosa ai suoi sudditi appartenenti a diversi popoli(arabi,ebrei,latini,lombardi,bizantini).
La popolazione di Aidone molto probabilmente provvide alla ricostruzione della vecchia Chiesa bizantina e diventò l’attuale Chiesa madre ( S. Lorenzo ) con annessa Torre in prossimità del vicino Castello fortificato .Il centro abitato della nostra cittadina era protetto da una cinta muraria che si dipartiva dall’attuale Via Arconide sino al Castello inglobando l’area dell’attuale Chiesa S. Maria Annunziata.
Un’altra cinta muraria dal Castello per l’attuale Via Roma e Desiderio Sanfilippo era collegata con la porta d’accesso posta nell’attuale edificio utilizzato dalla Società artigiana, il vecchio centro era protetto da una torre di guardia posta sulla sommità dell’attuale Villa Comunale.
Da ciò nasce la definizione di Terra di AYDUNI intesa come un centro abitato protetto da mura con il Castello vero baluardo di difesa e sede naturale del potere politico e militare. (Umberto Digrazia)