LA CATTEDRALE - Varie sono le testimonianze delle rivalità civili e religiose tra Mariani e Nicoleti. La vecchia nobiltà nicosiana, gelosa dei propri privilegi, si era, infatti, arrocata a S. Maria Maggiore, mentre la nuova nobiltà del paese in espansione si era stanziata nel quartiere in ascesa di S. Nicolò. Diverso il rito religioso: latino, quello dei nuovi coloni lombardi;greco,quello della precedente popolazione bizantina.

In contrasto politicamente per la composizione e la prevalenza nelle magistrature civiche, ma anche in lotta per ottenere la preminenza ed il prestigio delle chiese di appartenenza. Rispetto al 1305, quando era ancora solo una piccola cappelletta, nel 1340, la cattedrale di S. Nicolò sfoggiava già il fasto della pietra cesellante in intagli preziosi il portale e al 1393 risalgono le grandi finestre gotiche del secondo piano della Torre Campanaria. L'ornamentazione della porta maggiore, prettamente romanica, presenta foglie di acanto, perle, punte di diamante, funi attorcigliate e le statue delle quattro Virtù Cardinali, delle quali manca purtroppo la Fortezza, che si è spezzata in una caduta. I capitelli, ormai erosi dal tempo,raffigurano putti che danzano, suonano o abbracciano foglie ed uccelli che svolazzano tra il ricco fogliame. L'architrave è formato da 4 file di pietra arenaria, riccamente scolpita, mentre il frontone restaurato, sotto le ornamentazioni di teste, presenta lo stemma aragonese, quello di Nicosia, l'icone di S. Nicola e due lapidi. Tra la fine del 1300 e i primi decenni del 1400, vennero eseguite le splendide pitture del tetto ligneo della Cattedrale di S. Nicolò. Ve ne sono alcune che rappresentano le lettere dell'alfabeto, altre che raffigurano le fasi lunari... Di certo, queste pitture gotiche destarono la gelosia dei Mariani. Il soffitto ligneo della cattedrale è situato al di sopra dell'attuale volta in muratura e vi si può accedere attraverso la scaletta all'interno del campanile,ma purtroppo rimane quasi inaccessibile al pubblico. Il tetto ligneo, del tipo a carena con capriate a vista poggianti su mensole alveolate, in corrispondenza dell'incasso nel muro,prima dell'attuale volta in muratura, costituiva la copertura dell'edificio, gotico per impianto e struttura. Formato da 12 campate costituite a loro volta ciascuna da un sistema di capriate a forma di trapezio, rimane attribuito ad autore ignoto, forse ad autori diversi. I portici della cattedrale sono anch'essi in stile gotico e mostrano sulle eleganti colonnine gli stemmi aragonese e di S.Nicolò. Ad essi corrispondeva, nell'altro lato della piazza, un altro porticato. All'interno, tre grandi archi in pietra scolpita del 1656. L'interno della cattedrale di S. Nicolò è un vero e proprio museo. A tre navate,sulla prima a sinistra dall'ingresso,presenta il fonte battesimale di Antonello Gagini, con Adamo ed Eva nell'Eden, scolpiti sullo stelo, mentre l'icone marmorea collocata dietro lo stesso fonte è di due allievi del Gagini, Mancino e Vanello.In fondo a questa prima navata, l'altare del SS. Sacramento, in pregiati marmi policromi. Il presbiterio è dominato dal grandioso coro in noce, scolpito dai nicosiani Giovan Battista e Stefano Li Volsi nel 1622, con splendidi fregi e riquadri. Gli affreschi della volta centrale sono dei fratelli Antonio e Vincenzo Manno, mentre quelli delle volte laterali sono di Onofrio Tomaselli. Sulla volta dell'altare centrale è collocata la gigantesca statua di S.Nicolò, che è in legno, alta m.4.50, attribuita a G.B.Li Volsi e che pare una pittura che si confonde tra gli Apostoli del nicosiano A.Filingelli del XVII sec. Sulla destra si trova l'altare del Padre della Provvidenza, crocifisso attribuito a frà Umile da Petralia, ma probabile opera secentesca di scuola nicosiana. Si tratta di una scultura di rara forza espressiva, che è stata oggetto delle rivalità tra mariani e nicoleti. Pare ci siano stati diversi scontri anche a causa di precedenze nel corso di processioni tra il Padre della Provvidenza della cattedrale e il Padre della Misericordia di S. Maria maggiore. Sul Padre della Misericordia si racconta che la testa fu ultimata notte tempo miracolosamente dall'intervento divino, mentre lo scultore si era addormentato sfinito dal lungo lavoro, a cui si sarebbe dedicato sotto commissione di Carlo V, che gli avrebbe intimato di completare l'opera entro la mattina seguente o sarebbe stato giustiziato. Al Padre della Provvidenza, invece, la leggenda attribuisce il miracolo di aver salvato la città da una grave pestilenza, miracolo ricordato con la processione del terzo venerdì del mese di novembre.

IL CARMINE - A Nicosia ha sede anche uno dei pochi Santuari Mariani esistenti in Italia: il Santuario della Madonna del Carmelo. Nel 1929, per dare spazio ad un edificio scolastico, la Chiesa del Carmine, proprietà del Comune di Nicosia, fu privata del prospetto seicentesco e della porzione anteriore. Dopo tale mutilazione del 1929, la Chiesa presenta un modesto prospetto laterale, cui dà risalto il nuovo campanile, in stile romanico moderno, dotato di un concerto di campane ad avviamento automatico. Il sontuoso altare barocco, semidistrutto fu perfettamente restaurato dallo scultore G.Finocchiaro di Acireale ed arricchito di un moderno tabernacolo. Il Crocifisso in bronzo dell'Altare Maggiore, opera dello scultore Ennio Tesei di Roma, è simbolo della Redenzione: mostra il peccatore che erige la Croce, formata da una vite e guarda ansioso il Cristo che apre le braccia di Misericordia all'umanità redenta. A sinistra dell'Altare Maggiore, si può ammirare il quadro di L'ornamentazione della S.Simone Stock, tela della pittrice Maria Pia Rallo di Catania, che raffigura la Vergine, avvolta di splendore celeste, che porge l'Abito Carmelitano al Santo dal volto soffuso di mistica gioia, mentre dalla bifora della cella si scorge la pallida luce notturna. A destra, invece, il quadro di S. Elia, altra tela della Rallo, che, in un luminoso panorama, ricostruisce l'episodio biblico della nuvoletta, da cui trae origine la devozione alla Madonna del Carmelo. Incerte le notizie sul Carmelo di Nicosia, perchè l'archivio è andato distrutto. Era uno dei più antichi Conventi Carmelitani della Sicilia. L'antica chiesa esistente nel 1125, era dedicata all'Annunziata, di cui si conserva l'artistico gruppo di Antonello Gagini. Tela della pittrice Rallo, come quelle dell'altare, è anche il quadro di S.Teresa del Bambino Gesù. Opera originale di M.Pia Rallo anche la Via Crucis. Ogni stazione raffigura il volto di Cristo che esprime il particolare momento del doloroso Viaggio. Per la sagrestia,sullo schema di scaffali preesistenti, lo scultore Salvatore Caruso di Gangi ha costruito un complesso armonico di armadi in noce, con ante snodabili e rilievi finemente lavorati.

S. MARIA MAGGIORE - La Basilica di S. Maria Maggiore fu completata nel 1454. Fu ultimata, quindi, poco prima della Cattedrale di S. Nicolò del 1455. In quel periodo, economicamente florido, la città s'arricchì di diversi edifici: il convento di S. Francesco d'Assisi, fondato nel 1427; quello delle Benedettine di S. Biagio, già attivo nel 1433; la chiesetta di S. Agata, poi ricostruita nel 1500.

CORTEO STORICO CARLO V VISITA LA CITTA' Ogni anno, nel mese di agosto, L'Associazione Mo.I.Ca., L'Associazione Proloco, L'Associazione Fra Felice, L'Associazione Amico Cavallo e L'Associazione I Cavalieri di San Felice organizzano con il Patrocinio del Comune e della Provincia la manifestazione:

CARLO V visita Nicosia CORTEO STORICO - arrivato alla XVI EDIZIONE All'imbrunire, Carlo V arriva a cavallo accolto dagli SBANDIERATORI, dai Cortei ospiti e dai nobili nicosiani i quali, questi ultimi, si erano sfidati nell'arena della città per stabilire i tre nobili che consegneranno le chiavi della Città all'Imperatore. Sfilando per le vie della città, anticipato dai cavalieri, allietato dai musici e dai giocolieri, l'Imperatore giunge nello storico scenario di Piazza Garibaldi dove gli vengono consegnati le chiavi, gli ARCIERI danno vita ad un torneo, i falconieri si esibiscono in onore dell'Imperatore, allietandolo con cantici antichi, giochi di fuoco, e musiche. (Testo elaborato e speditoci dal gent. utente Santino Li Volsi) I

NFIORATA - Ogni anno, in giugno, Nicosia si arricchisce con una tradizione introdotta dalla FIDAPA: l'infiorata!!! Molti fiori vengono spetalati ed utilizzati, insieme a caffè e verdure varie, permettono a veri e propri artisti nicosiani di dare sfogo alla propria creatività. Vengono realizzati, infatti, con tale materiale naturale, piccole opere d'arte che ogni anno si attengono ad un particolare tema. Nel 2005, per esempio, l'infiorata si è ispirata alle fiabe della W.D. (come testimoniano le foto che potete visualizzare cliccando sull'immagine qui in alto). Le vie nicosiane, grazie all'infiorata, si trasformano, chiuse al traffico, con i colori dei fiori e il profumo del caffè utilizzato. Il tutto è completato da bancarelle in cui altri artisti nicosiani espongono i propri quadri, foto anche antiche, o altri prodotti artigianali. Di solito, si tiene nella via G.B. Li Volsi, conosciuta come Salita del Carmine.

LO SCONTRO - U SCONTRU - A mezzogiorno, tra la folla che accorre, si incontra in piazza la statua di Gesù risorto con quella della Madonna, proveniente da strade diverse e processioni silenziose. Le statue vengono poi affiancate e tramite un congegno meccanico la Madonna abbraccia il figlio. Cliccando sull'immagine in alto è possibile visualizzare il filmato.

I MACCHERONI DI SAN FRANCESCO -  La terza domenica di maggio, in occasione della festa di S.Francesco di Paola, a mezzogiorno, nello spiazzale davanti la chiesa di S. Francesco, si benedicono i maccheroni freschi e poi si distribuiscono cotti con sugo di coniglio in lunghe tavolate all'aperto a tutti i presenti. Lo spirito dell'evento era dar da mangiare ai meno fortunati, ma per devozione chiunque si avvicina ad assaggiare. Si distribuiscono anche bicchieri di vino e biscotti freschi. Nelle ultime festività, l'evento è stato allestito la sera prima della festa e non più a mezzogiorno.

I PRESEPI - Nel periodo natalizio, vengono allestiti presepi oltre che nelle chiese anche nei garage ad opera di privati che li fanno partecipare a dei conconrsi. la gente guidata da cartelli amatoriali che indicano dove tali presepi sono stati allestiti può visitarli.

PALIO - Trae origine dall'esistenza delle tante confraternite religiose, trasformazioni delle corporazioni di arti e mestieri (nel 1700 se ne contavano 34). Dotate di un proprio statuto e di un costume, che consiste in un camice stretto ai fianchi da da un cingolo e in una mantellina, più cappuccio o visiera, si distinguono solo per il colore e si sono mantenute solo per motivi religiosi. Partecipano ai funerali dei confrati, all'organizzazione delle feste nelle loro chiese (delle quali hanno la custodia) ed alle processioni durante le quali sono precedute dai loro palii, che sono grandi aste di legno, cui in cima sono legati stendardi di tessuto pregiato e ricamato, e da tamburi, durante il cui suono grave e ritmato, i portatori dei palii eseguono giochi d'abilità, come tenere il pesante palio in equilibrio sui due pollici congiunti o addirittura su uno solo, sul mento, sugli incisivi inferiori, sulla fronte, su una spalla, ecc. Da questi elementi è sorta la Gara del Palio, ideata nel 1978 dalla Pro Loco. Le confraternite oggi esistenti, una quindicina, prima sfilano per le vie del paese al suono dei tamburi e poi gareggiano in piazza fra di loro, a due a due, davanti a una giuria, che giudica le diverse esibizioni e poi proclama le vincitrici. A questo nucleo originario della manifestazione è stato aggiunto più di recente un corteo storico, che rievoca la visita di Federico II di Svevia, a Nicosia, la concessione di feudi della Vaccarra al Comune ed altri eventi nicosiani del passato. Cliccando sull'immagine in alto è possibile visualizzare il filmato.

SAN MICHELE - Nel pomeriggio del lunedì dell'angelo, dopo la processione, davanti la chiesa di San Michele, ha luogo la sagra dell'oca, forma dell'albero della cuccagna.

SEPOLCRI - È ancora viva la tradizione di allestire in diverse chiese ma soprattutto nella chiesa di S. Calogero, in via F.lli Testa, i cd sepolcri, cioè la rappresentazione con statue delle scene della Passione di Cristo: Gesù nell'orto degli ulivi, Gesù alla colonna, l'Addolorata, Cristo morto collocato in una bara, attorniata di vasi di frumento germogliato, simbolo della vita che rinasce.