Il comune conta 1.953 abitanti e ha una superficie di 1.414 ettari per una densità abitativa di 138 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare, posta a 450 metri sopra il livello del mare. Il municipio è sito in Lg. Roma n° 1, tel. 0934-934404 fax. 0934-934295. I principali prodotti agricoli del paese sono grano, uva e mandorle. Cospicuo è l'allevamento di ovini e caprini. Tipica è la Sagra della Cuccìa (la Cuccìa è un piatto tipico fatto di chicchi di grano cotti e conditi con vino liquoroso) che si svolge il 13 dicembre di ogni anno giorno di S. Lucia. Il piccolo borgo venne fondato nella prima metà del 1600 ed esattamente nel 1635, dalla nobile famiglia degli Aragona Tagliavia Cortes, su una zona di produzione dello zolfo considerato "l'oro" di Sicilia. Da ciò fu posto al paese il nome Montedoro. La licenza edificandi et populandi, venne data a Don Diego Aragona Tagliavia Corte, appunto, dal Vicerè Don Ferdinando Afan De Ribera. In seguito il dominio passò ai principi Pignatelli fino al 1812 anno in cui vennero aboliti i diritti feudali. Fra i più importanti monumenti citiamo la Chiesa Madre eretta nel 1644 all'interno della quale spiccano quattro statue in cotto policromo. Montedoro fu il primo comune siciliano ad occupare il primato mondiale della estrazione e lavorazione dello zolfo. Montedoro deve il suo nome al colore aureo del quale si dipinge in primavera la vegetazione circostante. Al centro della piazza Europa sorge la Chiesa Madre, dedicata a Maria Santissima del Rosario. La sua costruzione, avvenuta nel 1644, si deve al duca di Terranova e nel 1654 fu aperta al culto dei fedeli. La facciata dell'edificio, più volte modificata, è in stile gotico-rinascimentale. Il portale d'ingresso, a forma rettangolare, ha una doppia apertura con decorazioni su quadrati. Di notevole interesse sono le nicchie che si aprono sulla facciata e che contengono statue del Cristo Redentore, della Vergine col Bambino e di Santi. La struttura esterna della chiesa termina inserendosi in due piccole torri campanarie separate da una bella e grande Croce. All'interno del tempio risalta la costruzione che chiude la navata maggiore decorata con un quadro attribuito a Fra' Felice da Sambuca (1734-1805). Di pregevole valore artistico è il bel fonte battesimale in marmo di stile barocco