Il territorio comunale è attraversato dai fiumi Belice e Carboj e da alcuni torrenti (Cavarretto, Fiore, Mandrarossa, Gurra di Mare, Terranova, Dragonara), e confina con i territori dei comuni di Montevago, Santa Margherita Belice, Sambuca di Sicilia, Castelvetrano, Sciacca ed il Mare Mediterraneo. Il territorio si trova inserito in una zona di rilevante interesse agricolo a ridosso dei laghi artificiali di Trinità (17,5 milioni di m³) e Arancio (32,8 milioni di m³).
La sua collocazione nel sistema viario Trapani-Agrigento e Agrigento-Palermo, ne definisce l'area di gravitazione tra le province occidentali e quelle meridionali della Sicilia.
La fascia costiera del Comune di Menfi, che confina con il mare Mediterraneo si estende per circa 10 km ed è caratterizzata da una spiaggia sabbiosa con la presenza del fenomeno naturale delle dune. Le dune infatti invadono l'entroterra per parecchie centinaia di metri ed hanno caratteristiche di mobilità ed inconsistenza dovuta alle poche piogge, al caldo africano, ed all'intensità dei venti. Fanno riferimento a questa fascia di platea sabbiosa, il borgo marinaro di Porto Palo e la loc. di lido fiori.
Storia
Il territorio di Menfi, sulla costa sud-occidentale della Sicilia, sin dall'antichità fu interessato da insediamenti umani. Alcuni storici ipotizzano che la città di Inico, sede della reggia di Cocalos re dei Sicani, fosse ubicata nelle vicinanze dell'attuale borgata di Porto Palo, considerato il porto Orientale di Selinunte.
Si presume che in questa zona sbarcarono i Saraceni alla conquista della Sicilia, dove cominciarono a fissare i loro insediamenti e che la costruzione del Casale di Burgiomilluso nel 1239 sia stata eseguita su un sito già occupato da un borgo saraceno.
Dopo la scomparsa dei musulmani in Sicilia, la terra di Burgiomilluso era rimasta priva di abitanti. Nel 1518, sotto la dominazione spagnola, Giovanni Vincenzo Tagliavia ottenne da Carlo V il privilegio di costruire un casale sul territorio di Menfrici. Ma fu solo un secolo dopo, nel 1638, che Diego Tagliavia Aragona Cortes diede inizio alla costruzione del primo nucleo urbano di Menfi concedendo terreni a famiglie di contadini del circondario e costruendo le prime abitazioni. È dal 1638 in poi che il villaggio rurale viene chiamato Menfi, che sostituì il nome di Burgiomilluso, di Burgimelluso, di Burgio, di Borgetto, nomi che avevano caratterizzato il territorio ed il casale.
Simboli
Ecco la descrizione dello stemma del Comune di Menfi:
« Un'aquila romana grigia con le ali aperte tenente uno scudo quadripartito sormontato da una corona. Nel primo riquadro dello scudo a fondo blu vi è raffigurata una pianta di vite, con la scritta Inicum; nel secondo con fondo celeste un castello con la scritta Burgium Millusium; nel terzo a fondo oro una pianta di palma nana; nel quarto a fondo blu una pianta di sommacco »
Monumenti e luoghi d'interesse
Sorto nel 1638 il borgo rurale di Menfi si è sviluppato nel tempo, mantenendo l'impostazione originaria che lo caratterizzava come insediamento feudale di proprietà baronale. Un tessuto edilizio indifferenziato interrotto da emergenze religiose o da palazzi nobiliari.
Architetture religiose
- Chiesa Madre Sant'Antonio di Padova, (distrutta dal sisma del 1968 ed oggi ricostruita). Iniziata nel lontano 1662 e terminata dopo il 1700, fu elevata a parrocchia nel 1705. Il suo interno era costituito da tre larghe navate e da cinque arcate. La chiesa costituiva assieme alla torre Federiciana ed al palazzo dei Pignatelli uno degli elementi architettonici principali che fanno da cortina alla piazza del paese.
- Chiesa di San Giuseppe, eretta nel 1715 (con la facciata adornata da intarsi e paraste e con la torre campanaria a pianta triangolare);
- Chiesa del Purgatorio, costruita tra il 1739 e il 1769 (con facciata rustica, si caratterizza per il suo sito che domina il quartiere "Purgatorio");
- Chiesa dell'Addolorata, sorta intorno al 1813;
- Chiesa e collegio di Maria Santissima Annunziata, caratterizzata dalla torre con l'orologio;
- Chiesa di San Rocco, costruita intorno al 1851 (con facciate ornate da paraste e trabeazioni doriche);
- Chiesa della Santissima Provvidenza, costruita nei primi dell'Ottocento sui resti di un'antica cappella ed affiancata da una costruzione signorile con facciata goticheggiante.
Architetture civili
Adiacente alla torre Federiciana sorge il palazzo baronale Pignatelli che domina la piazza del paese. Fatto costruire da Diego Aragona Tagliavia, il palazzo si sviluppa attorno ad un cortile e presenta una tipologia prettamente feudale con annessi gli abitati per gli animali e le derrate agricole. È all'interno di uno dei numerosi cortili che caratterizzano il tessuto urbano di Menfi che sorge la costruzione settecentesca di Palazzo Ravidà, caratterizzato dalla facciata costituita da un portico a colonne doriche in pietra arenaria. Una delle più antiche dimore è il palazzo Tito, risalente al 700 e sito nella centralissima via della Vittoria.
Architetture militari
Senza dubbio il monumento più antico è da identificarsi nel Castello Svevo fatto costruire nel 1238 da Federico II di Svevia, forse sui ruderi di un fortilizio arabo. Oggi noi conosciamo solo una Torre Federiciana di forma irregolare a quattro piani con un'altezza di 18,58 metri formata da due edifici quadrangolari tra loro riuniti ed addossati per metà di lato. Il sisma del gennaio 1968 ha completamente distrutto la torre. È stata ricostruita dopo il terremoto conservando i ruderi e riprendendo la forma irregolare.
Nel borgo marinaro di Porto Palo (frazione di Menfi), il monumento predominante è la torre di avvistamento anticorsaro. È una delle numerose torri di guardia costiero costruite nel 1583 per difendere le città siciliane da eventuali attacchi dei corsari. Ha pianta quadrata a forma di piramide cubica e si sviluppa su due piani. Oggi la torre sovrasta il borgo di Porto Polo che si affaccia sul mare africano.
Siti archeologici
La prima presenza umana sul territorio dell'attuale Menfi risale al paleolitico. Appropriati studi e ricerche scientifiche di laboratorio effettuate dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Agrigento, sul recente ritrovamento della necropoli pavimentale di Palazzo Pignatelli, provano l’esistenza di un insediamento in epoca romano bizantina e paleocristiana.
Circa 700 000 anni fa la zona era percorsa da bande di cacciatori. Lo testimoniano il rinvenimento di alcune schegge di quarzite lavorate come armi rudimentali usate per uccidere gli elefanti, dei quali pure sono state rinvenute le zanne. Anche se sono state trovate tracce databili al neolitico i primi insediamenti residenziali, risalgono all’età del bronzo e del ferro (VII – VI secolo a.C.). Le recenti acquisizioni archeologiche emerse dalle ricerche istituzionali condotte sul territorio di Menfi ed esattamente a Montagnoli di Belice, hanno consentito di accertare l’esistenza di comunità indigene panelleniche, dedite a vere e proprie attività agro pastorali e commerciali sin dall'VIII secolo a.C.
A Montagnoli di Belice (due collinette rocciose unite da una breve sella), le campagne di scavo del 1987 e 1989 hanno evidenziato un impianto urbano dell'età del ferro con sovrapposizioni che si estendono fino al IV secolo a.C.[9].
Aree naturali
Entro l'ambiente costiero si inseriscono alcune aree di particolare interesse naturalistico quali:
- * il serrone Cipollazzo, area collinare ricoperta di sabbia fino all'altezza di 60 m tanto da sembrare una gigantesca duna, è ricoperto interamente da un fitto canneto con presenza di specie vegetali a clima mediterraneo.
- la collina Capparrina di Mare, ricoperta da una fitta e rigogliosa vegetazione di palme nane (Chamaerops humilis), con una spiaggia solitaria e silenziosa che rivela aspetti faunistici di notevole interesse quali la tartaruga marina e i gabbiani reali.
Società
Etnie e minoranze straniere
Le comunità straniere maggiormente rappresentate a Menfi (2009):[11]
Tradizioni e folclore
La Settimana Santa
Il rito della benedizione delle palme e dei ramoscelli di ulivo, simboli di pace, si compie durante la Messa della domenica delle Palme, in apertura delle celebrazioni della Settimana Santa. Il giovedì Santo, ogni altare in chiesa viene addobbato a mo' di sepolcro con svariate piante, fiori e "lavureddi". Il venerdì santo, nelle prime ore del pomeriggio, il simulacro dell'Immacolata lascia la Chiesa Madre alla volta della chiesa dell'Addolorata. Nello stesso istante il simulacro di Cristo viene avviato al Calvario e viene inchiodato alla croce. Nelle festività pasquali molta importanza riveste la funzione dell'Incontro. Si svolge a mezzodì del giorno di Pasqua e chiude le tradizionali funzioni della Settimana Santa; la banda suona, le statue di San Michele Arcangelo e di Gesù Risorto partono dalla Chiesa Madre per incontrare la Madonna alle dodici in punto, il simulacro della Madonna arriva dalla Chiesa dell'Addolorata; la statua di San Michele, portata a spalla da giovanotti, si fa avanti scuotendo i sonagli del pettorale. Raggiunta Maria, le annuncia la resurrezione del Figlio; così la Madonna corre verso Gesù che già le viene incontro e, vedendolo, lascia cadere il manto nero e, come per magia, uno stormo di colombe nascoste sotto il manto spicca il vola e tutte le campane della città suonano a festa.(continua/1)